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Manovra energia 2026

Manovra 2026: salta la norma sulle Authority, confermate accise e fondo clima

Stralciato l’emendamento sullo spoil system che coinvolgeva Arera. Al Senato il voto finale: nuove tasse sui carburanti e incentivi per la decarbonizzazione industriale.

L’Aula del Senato ha dato il via libera sulla quarta legge di bilancio del governo Meloni, una manovra da 22 miliardi di euro che giunge al traguardo dopo un percorso parlamentare accidentato, segnato da tensioni interne alla maggioranza e frizioni tra il vicepremier Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Prima dell’approdo in Aula, la Commissione Bilancio ha approvato il maxi emendamento del Governo, ma non senza colpi di scena: su indicazione del Quirinale, sono state stralciate cinque norme ritenute critiche. Tra queste, spicca la cancellazione della misura che avrebbe introdotto una forma di “spoil system” per le Autorità indipendenti, un passaggio cruciale per la governance del settore energetico e ambientale.

LO STOP ALLO SPOIL SYSTEM NELLE AUTHORITY

La norma stralciata prevedeva la risoluzione automatica dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato per il personale dirigenziale delle Autorità indipendenti in caso di riorganizzazione degli uffici. Un emendamento che avrebbe colpito vertici amministrativi inquadrati con qualifica di direttore o equivalenti, estendendosi anche al personale assunto per specifiche competenze non rinvenibili nell’organico di ruolo. La misura avrebbe impattato direttamente su organismi chiave per la regolazione dei mercati e la tutela dei consumatori, tra cui l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera). Lo stralcio preserva dunque la continuità amministrativa e l’autonomia dell’Arera in una fase delicatissima di transizione energetica, evitando scossoni ai vertici tecnici che gestiscono le tariffe e la regolazione delle reti. Salve anche le strutture di Antitrust, Consob, Art e Agcom.

LE NUOVE ALIQUOTE SUI CARBURANTI

Superato lo scoglio delle Authority, il testo che va al voto conferma l’impianto fiscale sui prodotti energetici. Dal 1° gennaio 2026 scatterà il riallineamento delle accise, una misura concepita nell’ottica della fiscalità ambientale per ridurre i sussidi dannosi. Il provvedimento stabilisce una riduzione dell’accisa sulla benzina di 4,05 centesimi di euro per litro e un contestuale aumento, di pari importo, per il gasolio. L’operazione porterà entrambe le aliquote a 672,90 euro per mille litri. Una scelta che, se da un lato mira a disincentivare i combustibili fossili più inquinanti, dall’altro impatterà sui costi della logistica e dei trasporti, settori ancora fortemente dipendenti dal diesel.

DECARBONIZZAZIONE E SOSTEGNO ALLE IMPRESE

Sul fronte industriale, la manovra mantiene i crediti d’imposta per le imprese energivore e gasivore, fondamentali per tutelare la competitività dei settori “hard to abate”. Viene inoltre confermato il sostegno alla filiera dell’acciaio verde, con incentivi specifici per la produzione di acciaio inossidabile tramite forni elettrici e l’utilizzo di rottami, vincolati a precisi standard di efficienza energetica. Spazio anche alle rinnovabili: il testo prevede nuove regole per facilitare la connessione degli impianti di biometano alla rete gas, affidando proprio ad Arera il compito di aggiornare le condizioni tecniche ed economiche per sbloccare il potenziale di questa fonte rinnovabile.

IL FONDO SOCIALE PER IL CLIMA

Infine, la legge di bilancio recepisce le direttive europee istituendo il Fondo sociale per il clima. Questo strumento finanziario è destinato a mitigare l’impatto sociale della transizione ecologica sulle famiglie vulnerabili e sulle microimprese. Le risorse saranno indirizzate verso investimenti per l’efficienza energetica degli edifici, la mobilità sostenibile e il contrasto alla povertà energetica, in un’ottica di equità che accompagni il Paese verso gli obiettivi di neutralità climatica senza lasciare indietro le fasce più deboli della popolazione.

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