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Messico

Il Messico pensa di nazionalizzare il litio

Per capitalizzare le entrate provenienti dal boom del litio, il Messico sta valutando la possibilità di una nazionalizzazione

Il presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador ha detto che il governo sta valutando la possibilità di una nazionalizzazione del litio, come proposto da un senatore del suo stesso partito.

IL RUOLO DEL LITIO NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Il litio è un metallo utilizzato nella produzione delle batterie per i veicoli elettrici e per l’immagazzinamento di energia. Per i prossimi anni si prevede un forte aumento della sua domanda, trainato proprio dalla spinta all’elettrificazione della mobilità ma anche dalla transizione verso sistemi energetici più “puliti”, visto che le tecnologie per lo stoccaggio saranno fondamentali per compensare l’intermittenza delle fonti rinnovabili come l’eolico e il solare.

LA PROPOSTA DI NAZIONALIZZAZIONE

Per capitalizzare al massimo le entrate economiche provenienti dal futuro boom del litio, lo scorso novembre il senatore di Morena (sigla che sta per Movimento di rigenerazione nazionale: un partito di orientamento nazionalista e di sinistra) Alejandro Armenta ha quindi proposto una riforma dell’articolo 27 della costituzione per includere il litio tra le proprietà esclusive della nazione. In questo modo sarebbe lo stato a controllarne la produzione e la vendita attraverso una compagnia chiamata Litiomex (un rimando alla società petrolifera PEMEX).

La proposta di Armenta non esclude la partecipazione privata nel settore del litio: lo stato assegnerebbe delle concessioni minerarie, ma – specifica il senatore – a condizioni che siano vantaggiose per lo stato. Il litio, ha scritto su Twitter, “deve essere proprietà della nazione come strumento di sviluppo economico”.

LE RISERVE MESSICANE

Il Messico attualmente non produce litio. Il sito Mining Technology ha però inserito il progetto Sonora – nell’omonimo stato nel nord-ovest messicano – al primo posto nei progetti minerari più grandi al mondo, con riserve probabili per 243,8 milioni di tonnellate e contenenti 4,5 milioni di tonnellate di carbonato di litio. Il progetto vale 420 milioni di dollari ed è sviluppato da una joint venture tra le aziende Bacanora Lithium (britannica) e Ganfeng Lithium (cinese); l’inizio delle attività commerciali è previsto per il 2023. Una volta raggiunta la piena operatività, la miniera dovrebbe essere in grado di produrre 35mila tonnellate di litio all’anno.

ENTUSIASMI RAFFREDDATI, MA NAZIONALIZZAZIONI NON ESCLUSE

Lo scorso ottobre la segretaria messicana dell’Economia, Graciela Márquez, aveva voluto raffreddare gli entusiasmi sulle riserve di litio messicane e sul loro impatto sull’economia nazionale, ricordando che il paese dispone sì di ampie risorse di argilla, ma il contenuto di litio è basso e il processo per estrarlo è “molto costoso”.

Più recentemente, il 3 marzo, il presidente López Obrador non ha escluso la possibilità di una nazionalizzazione del litio: ha detto che il governo sta effettuando delle valutazioni, ma che non esiste l’intenzione di “espropriare per espropriare”.

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