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Fotovoltaico Ue Meyer Burger Svizzera Via Dalla Germania

Che succederà alla produzione europea di pannelli fotovoltaici con l’addio di Meyer Burger

L’Unione Europea sta perdendo la sfida con la Cina. La svizzera Meyer Burger ha deciso di puntare sugli Stati Uniti

“Poiché non c’è ancora una decisione sulle misure di sostegno politico per rimediare alle attuali distorsioni del mercato dovute all’eccesso di offerta e ai prezzi di dumping per i moduli solari, il gruppo ha deciso di iniziare i preparativi per la chiusura della sua sede di Freiberg, che entrerebbe in vigore alla fine di aprile. Come primo passo, il gruppo interromperà la produzione nella prima metà di marzo, con un notevole risparmio sui costi a partire da aprile. Le attività di vendita in Europa non sono interessate e continuano”. Con queste parole, oggi, Meyer Burger – società svizzera di produzione di pannelli fotovoltaici – ha confermato la sua decisione di puntare sugli Stati Uniti anziché sull’Ue.

“La mancanza di protezione europea contro la concorrenza sleale dalla Cina sta mettendo a repentaglio quasi quattro anni di duro lavoro da parte di dipendenti eccezionali in Europa”.

MEYER BURGER SALUTA LA GERMANIA (E L’UE)

Quello annunciato oggi è “un importante aggiornamento sul suo piano per fermare le perdite in corso in Europa e beneficiare del mercato statunitense altamente attraente. L’attuazione del piano mira a colmare il divario di finanziamento di 450 milioni di CHF, che dovrebbe permettere al gruppo di raggiungere un flusso di cassa positivo a medio termine”.

L’addio da parte del maggior produttore di moduli solari (con 500 impiegati) alla Germania, e quindi all’Europa, si concretizzerà a marzo. “Il gruppo interromperà la produzione nella prima metà di marzo, con un notevole risparmio sui costi a partire da aprile. Le attività di vendita in Europa non sono interessate e continuano”.

“Nel 2023 – ricordaEuractiv, l’impianto ha prodotto 650 MW di moduli – circa il 5% della capacità installata in Germania – anche se l’azienda non è stata in grado di vendere tutti i suoi prodotti. L’Europa ha installato 56 GW di energia solare nel 2023, mentre la capacità produttiva totale europea è di 6 GW”. 

LO SBARCO NEGLI STATI UNITI

Tutto sugli Usa, anche perché sono andati a monte i tentativi di ottenere sussidi da Berlino. Come ha detto nel comunicato il cda di Sentis, “Meyer Burger si sta avvicinando ad alta velocità all’apertura della sua fabbrica di moduli in Arizona e sta costruendo una fabbrica di celle da 2 gigawatt in Colorado. Il sistema politico degli Stati Uniti ha dimostrato più volte che c’è un forte impegno bipartisan per proteggere le aziende con sede negli Stati Uniti dalla concorrenza sleale. Abbiamo anche grande rispetto e fiducia nei dipendenti e nel team di gestione di Meyer Burger. Per questo motivo, Sentis, come azionista, è ancora una volta disposto a sostenere Meyer Burger per beneficiare di un modello di business molto redditizio negli Stati Uniti, già coperto da accordi di acquisto a lungo termine.”.

I nuovi siti di produzione in Arizona e Colorado verranno finanziati con 262 milioni di euro, mentre dal piano Biden denominato Ira (Inflation Reduction Act), dovrebbero arrivare 1,4 miliardi.

Daniel Menzel, Chief Operating Officer di Meyer Burger, ha aggiunto: “Tutta la nostra esperienza dal successo dell’aumento della produzione in Germania, l’alta qualità del prodotto raggiunta e le eccellenti metriche di produzione che abbiamo raggiunto negli ultimi tre anni, ora useremo per aumentare la produzione di moduli solari negli Stati Uniti il più rapidamente possibile, al fine di fornire rapidamente i nostri partner di acquisto e clienti.”.

GLI SCENARI EUROPEI DOPO L’ADDIO DI MEYER BURGER

Quali scenari, allora? Questa mossa, che – ripetiamo – non arriva dall’oggi al domani, intacca il processo di smarcamento europeo dal dominio cinese sulle energie rinnovabili.

Di recente, il think tank Bruegel ha scritto in un report (“Smarter European Union Industrial Policy for solar panels”) che all’Ue servirebbe puntare più sull’installazione che sulla produzione, che era, è e rimarrà ancora a lungo dominata dalla Repubblica popolare cinese. Il consiglio è quindi di concentrarsi maggiormente sull’accelerazione della diffusione dell’energia solare per creare posti di lavoro in questo settore.

Sulla produzione, però, un segnale l’ha mandato l’Italia. La Gigafactory di Enel 3Sun di Catania entro quest’anno sarà la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa, con una capacità produttiva di 3GW all’anno, e utilizzerà una tecnologia innovativa unica al mondo.

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