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Mercati Elettrici

Misure emergenza Ue sull’energia hanno migliorato il mercato. Bruxelles: non servono proroghe

La Commissione europea conferma che non proporrà una proroga delle misure di crisi adottate lo scorso anno per fronteggiare i problemi innescati dalla guerra tra Russia e Ucraina 

Le misure temporanee di emergenza introdotte per il mercato dell’energia europeo alla fine dello scorso anno – misure di riduzione della domanda di energia elettrica, tetto alle entrate inframarginali e norme per la fissazione dei prezzi al dettaglio – hanno contribuito a calmare i mercati europei dell’energia, insieme alle altre proposte di emergenza adottate nel 2022. È quanto emerge dalla relazione sulla revisione degli interventi di emergenza per affrontare il problema dei prezzi elevati dell’energia presentata oggi al Consiglio Ue dalla Commissione europea.

PREZZI E OFFERTA NOTEVOLMENTE CAMBIATI DALLO SCORSO ANNO, PROROGHE NON CONSIGLIABILI

La relazione conclude inoltre che, poiché l’offerta e i prezzi del mercato dell’elettricità dell’Ue sono ora notevolmente cambiati rispetto ai livelli record dello scorso anno, una proroga di queste misure di emergenza non sembra necessaria o consigliabile al momento. La Commissione europea conferma che non proporrà una proroga di queste misure di crisi. Allo stesso tempo, il rapporto ricorda che alcuni aspetti di queste regole sono stati inclusi tra gli adeguamenti strutturali a lungo termine nelle proposte di progettazione del mercato dell’elettricità presentate dalla Commissione a marzo.

Il rapporto osserva infatti che i prezzi dell’elettricità sono ora scesi a meno di 80 euro/MWh e i prezzi del gas non solo sono diminuiti, ma si sono anche stabilizzati, al punto che i picchi dei prezzi dell’elettricità osservati per tutto il 2022 sono considerati “meno probabili nel prossimo inverno”.

OGNI PAESE UE HA FATTO IL SUO DOVERE

Per quanto riguarda le misure di riduzione della domanda di elettricità, ogni Paese dell’Ue ha attuato misure per ridurre la domanda di elettricità, ad esempio attraverso campagne di sensibilizzazione e misure mirate di risparmio energetico. I Paesi europei hanno dimostrato di aver ampiamente rispettato l’obiettivo vincolante di ridurre il consumo di elettricità del 5% nelle ore di punta, un passo importante per allentare la pressione sui prezzi.

“Le misure di risposta alla domanda attuate da alcuni Paesi dell’Ue sono importanti per il buon funzionamento dei mercati dell’elettricità e pertanto la Commissione ha proposto alcuni elementi strutturali basati sugli insegnamenti tratti dalle misure di crisi nella sua proposta di progettazione del mercato dell’elettricità”, evidenzia Bruxelles.

L’attuazione del tetto ai ricavi inframarginali varia notevolmente tra i Paesi dell’Ue, sia per quanto riguarda il livello del tetto che l’ambito temporale. Il rapporto rileva che la maggiore stabilità dei mercati del gas e dell’elettricità ha fatto sì che i prezzi siano costantemente scesi al di sotto del livello del tetto massimo dei ricavi.

12 PAESI UE HANNO AMPLIATO IL CAMPO DI APPLICAZIONE DELLA REGOLAMENTAZIONE DEI PREZZI AL DETTAGLIO IN TEMPI DI CRISI ALLE PM

Il rapporto sottolinea inoltre che 12 dei 25 Paesi dell’Ue hanno sfruttato la possibilità di ampliare il campo di applicazione della regolamentazione dei prezzi al dettaglio in tempi di crisi alle PMI e di applicare la regolamentazione dei prezzi al di sotto dei costi a determinate condizioni. Ad esempio, altri 7 Paesi europeo hanno introdotto una regolamentazione dei prezzi per le famiglie – in aggiunta all’intervento pubblico nella fissazione dei prezzi per le famiglie che esisteva già prima della crisi in undici Paesi dell’Ue; 4 hanno riferito di aver introdotto prezzi al dettaglio regolamentati per le PMI e 2 hanno segnalato schemi di compensazione per le PMI. Diversi Paesi dell’UE hanno segnalato schemi basati su massimali di consumo, compresi interventi nella fissazione dei prezzi o schemi di compensazione diretta o indiretta per i consumatori finali.

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