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Monopattini

Monopattini elettrici, ecco la risoluzione di FI

Presentata alla Camera chiede di non equiparare i monopattini elettrici ai velocipedi fino alla conclusione delle sperimentazioni per assicurare l’incolumità dei pedoni e dei conduttori degli stessi monopattini.

Una risoluzione in commissione Trasporti alla Camera per garantire la sicurezza stradale ed eliminare la possibilità di equiparare i monopattini elettrici ai velocipedi fino alla conclusione delle sperimentazioni per assicurare l’incolumità dei pedoni e dei conduttori degli stessi monopattini. L‘ha presentata il forzista Roberto Rosso per impegnare il governo a trovare soluzione che possano rendere la micromobilità più adatta alle esigenze di tutti i giorni.

COSA DICONO LE NORME

La legge di bilancio 2019 ha infatti previsto la possibilità di autorizzare la sperimentazione della circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini mentre il decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti dello scorso 4 giugno 2019 ha dato attuazione alla disposizione, dettando regole per lo svolgimento della sperimentazione della circolazione su strada dei dispositivi per la micromobilità elettrica.

In questo quadro, tuttavia, si legge nel testo della risoluzione “l’articolo 2, ha individuato e definito i dispositivi per la micromobilità elettrica ammessi alla sperimentazione, ricomprendendo tra questi i monopattini; per i monopattini, in quanto dispositivi non auto-bilanciati, è stata prevista la dotazione di un motore elettrico con potenza nominale non superiore a 500 Watt. Inoltre, il medesimo articolo ha disposto che i monopattini e gli altri dispositivi per la micromobilità in grado di sviluppare velocità superiori a 20 km/h debbano essere dotati di un regolatore di velocità, configurabile per il rispetto del suddetto limite, nonché di un limite di velocità non superiore a 6 km/h per l’utilizzo all’interno di aree pedonali”. Allo stesso tempo “l’articolo 50 del codice della strada definisce le caratteristiche dei velocipedi, prevedendo che all’interno di questa categoria possano rientrare le biciclette a pedalata assistita dotate di motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0.25 kW che non possa superare la velocità di 25 km/h”.

In sostanza, si legge nel testo della risoluzione, con la legge di Bilancio 2020 si sono equiparati “i monopattini elettrici ai velocipedi. Tale equiparazione rischia di produrre una serie di criticità e di incongruenze nella normativa vigente in materia di circolazione di veicoli, nonché in materia di sicurezza stradale”. In primo luogo, “è necessario coordinare le disposizioni” per quanto riguarda “la potenza massima dei motori elettrici ammessa, nonché, per quanto attiene alla sicurezza stradale, si pone un problema di individuazione di limiti di velocità uniformi, che, a legislazione vigente, divergono per velocipedi e monopattini elettrici”.

QUALI SONO LE INCONGRUENZE

Tra l’altro, “l’articolo 7 del decreto ministeriale 4 giugno 2019 ha previsto che la sperimentazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica, tra cui i monopattini, potesse essere autorizzata entro 12 mesi dall’entrata in vigore del decreto medesimo e che le sperimentazioni autorizzate si potessero concludere entro i 24 mesi successivi alla medesima data” mentre “ad oggi sono numerose le amministrazioni comunali che hanno avviato la sperimentazione, ancora in corso di svolgimento, sulla circolazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica, investendo anche risorse economiche per la realizzazione e l’installazione di una specifica segnaletica stradale”.

“La finalità della sperimentazione era quella di raccogliere dati al fine di valutare la fattibilità e la successiva regolazione della circolazione di dispositivi per la micromobilità elettrica, in particolare per quanto attiene ai profili inerenti alla sicurezza stradale. A tal fine, il comma 2 dell’articolo 7 del decreto ministeriale 4 giugno 2019, dispone che i comuni debbano comunicare le risultanze della sperimentazione intrapresa entro tre mesi dalla sua conclusione”.

Infine, “nella seduta della Camera dei deputati del 23 dicembre 2019, in occasione dell’esame della legge di bilancio per l’anno 2020 e per il triennio 2020-2022 il Governo ha accolto l’ordine del giorno n. 9/2305/429 che lo impegna a valutare l’opportunità di individuare gli strumenti più idonei al fine di consentire la conclusione delle sperimentazioni in corso sulla circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, e di garantire pienamente la sicurezza stradale, anche valutando gli effetti del disposto di cui al comma 75, articolo 1, della legge n. 160 del 2019 al fine di disporre una temporanea sospensione ovvero il differimento dell’applicazione”.

COSA SI CHIEDE AL GOVERNO

Da qui la risoluzione proposta dall’esponente di Forza Italia per impegna il Governo “al fine di garantire pienamente la sicurezza stradale e di evitare che le risorse investite dai comuni nelle sperimentazioni sulla circolazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica possano non avere utilità, ad adottare iniziative per sospendere l’applicazione dell’equiparazione dei monopattini elettrici ai velocipedi di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, fino alla conclusione delle sperimentazioni già avviate in Italia, consentendo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti un’adeguata valutazione dei dati raccolti”. E “ad assumere con urgenza tutte le iniziative necessarie a garantire pienamente la sicurezza stradale alla luce dell’equiparazione dei monopattini elettrici ai velocipedi, in particolare per quanto riguarda l’incolumità dei pedoni e dei conduttori degli stessi monopattini”.

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