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Energia

Perché abbandonare il carbone è costoso ma anche un ottimo affare

L’analisi del Fondo Monetario internazionale stima in 78 trilioni di dollari entro il 2100 i guadagni netti dall’eliminazione del carbone

Secondo un nuovo studio del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ci sarebbero enormi benefici economici dall‘eliminazione graduale del carbone a livello globale anche basandosi su stime modeste dei danni causati dalle emissioni di carbonio.

How Replacing Coal With Renewable Energy Could Pay For Itself

IL CARBONE LA PIU’ GRANDE FONTE DI CO2

Il carbone, come è risaputo, è la più grande fonte globale di CO2 e la produzione di energia elettrica a carbone ha raggiunto nuovi record lo scorso anno. E lo studio dimostra che l’incapacità di arginare i gas serra è molto più costosa degli investimenti nell’accelerazione dell’energia pulita.

COSA DICE LO STUDIO DEL FMI

La stima “baseline” del documento di lavoro del Fmi mostra un guadagno netto di circa 78 trilioni di dollari entro il 2100 grazie dei danni evitati dai cambiamenti climatici e dai problemi di salute. La stima si basa sul confronto tra i vantaggi delle emissioni evitate e i costi derivanti dall’eliminazione del carbone e dalla sua sostituzione con le energie rinnovabili.

“Ciò rappresenta circa l’1,2% dell’attuale PIL mondiale ogni anno fino al 2100”, scrivono gli autori. Lo studio richiede, tuttavia, finanziamenti internazionali più aggressivi e sforzi politici per porre fine al carbone.

Il guadagno netto è stimato in 29.000 miliardi di dollari di finanziamenti necessari per eliminare completamente il carbone a livello globale, con quasi la metà degli investimenti necessari in Asia.

QUANTO COSTA ELIMINARE IL CARBONE

I costi di investimento annuali per coprire questo fabbisogno finanziario ammonterebbero “allo 0,5- 3,5% del PIL dei Paesi ricchi, con un front-loading intorno al 6% del PIL”. Ma aggiunge lo studio: “Come dice il proverbio, non c’è guadagno senza dolore, e come dimostriamo qui il guadagno è colossale, ma molto più grande del dolore”.

La stima dei costi non include, tuttavia, “le compensazioni per i lavoratori colpiti, ma è probabile che queste siano piccole rispetto ai guadagni netti complessivi della transizione”, si legge in una sintesi del FMI.

Il documento giunge alla stima di 78.000 miliardi di dollari di utilizzando un “costo sociale del carbonio” di 75 dollari per tonnellata. La metrica del “costo sociale” è uno strumento comunemente utilizzato da regolatori e scienziati. Stima i danni derivanti dagli effetti del riscaldamento globale, come l’innalzamento del livello del mare e il rischio di inondazioni, i cambiamenti nella salute umana e nella produzione agricola e altro ancora.

Gli autori definiscono la cifra di 75 dollari per tonnellata coerente con le “stime più basse”.

LO STUDIO COMPLETO

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