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Perché gli eurodeputati pro-nucleare si preparano a sfidare l’Europarlamento

Sulla riforma del mercato elettrico europeo  (e sul nucleare) la battaglia è pronta a partire dal 12 settembre

Si prepara una battaglia a colpi di “nucleare” nel Parlamento europeo sulla riforma del mercato elettrico. L’appuntamento è fissato per martedì 12 settembre, racconta Euractiv, quando i membri di Strasburgo, guidati dall’eurodeputato centrista francese Christophe Grudler, hanno intenzione di contestare la posizione ufficiale dell’assemblea uscita dalla relazione adottata dalla commissione ITRE che vogliono una maggiore integrazione delle centrali nucleari esistenti nel mercato elettrico dell’Ue.

LA RIFORMA DOPO L’AVVIO DEL CONFLITTO TRA RUSSIA E UCRAINA

Per capire meglio occorre tornare indietro di qualche giro di lancetta: a marzo la Commissione europea aveva presentato delle proposte per riformare il mercato elettrico Ue per contrastare l’impennata dei prezzi dell’elettricità che aveva colpito i consumatori dopo che la Russia aveva invaso l’Ucraina.

LA RELAZIONE CASARES

Nonostante gli Stati membri dell’Ue stiano ancora discutendo la proposta in seno al Consiglio, il Parlamento europeo ha già adottato la sua posizione durante una votazione nella commissione industria il 19 luglio scorso, sulla base di una relazione del deputato socialista Nicolas González Casares.

Un secondo voto nello stesso giorno ha dato al Parlamento il mandato di inviare la relazione di Casares direttamente al Consiglio per completare rapidamente la riforma durante i colloqui finali del “trilogo” che coinvolgono la Commissione europea.

I PRO-NUCLEARE POCO SODDISFATTI

Ma i legislatori pro-nucleari erano rimasti poco soddisfatti dal rapporto Casares, che ha limitato le opzioni di finanziamento per la costruzione di nuovi reattori e il prolungamento della durata di quelli esistenti.

La procedura accelerata ha anche fatto sì che il voto in plenaria dell’intero Parlamento non fosse più necessario, a meno che un numero sufficiente di eurodeputati non avesse sollevato una “obiezione” contro di essa.

GRUNDLER PRONTO A DARE BATTAGLIA

Che è esattamente quello che gli eurodeputati pro-nucleari, guidati da Grudler, sono ora pronti a fare.

La commissione industria del Parlamento europeo ha infatti espresso il proprio peso a sostegno di una riforma minima del mercato elettrico Ue, aprendo la strada all’avvio dei negoziati finali con i paesi europei il prima possibile.

Per questo lunedì 11 settembre, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola annuncerà in sessione plenaria l’attuale mandato parlamentare per i negoziati sulla riforma, basandosi direttamente sulla relazione votata in commissione il 19 luglio.

Tuttavia, questa procedura può essere impugnata se entro mezzogiorno del giorno successivo – il 12 settembre appunto – verranno raccolte 72 firme. In caso di esito positivo, tutti gli eurodeputati potranno votare se sostenere il mandato del Parlamento nella sessione plenaria di mercoledì 14 settembre.

Parlando a Euractiv Francia, Grudler ha difeso la mossa e chiarito di voler fare un punto e “dimostrare che non esiste un mandato unanime del Parlamento europeo sulla relazione votata in commissione industria”.

IN DIFESA DEL NUCLEARE

Gli eurodeputati che si uniscono all’“obiezione” di Grudler affermano di volere più opzioni di finanziamento per le centrali nucleari esistenti nell’ambito del mercato elettrico riformato dell’Ue. Nella sua proposta, la Commissione afferma che “tutto il sostegno pubblico per nuovi investimenti” nelle energie rinnovabili o negli impianti nucleari “dovrà essere sotto forma di Contratti per Differenza (CfD) bidirezionali”.

La proposta si applicava agli “investimenti in nuovi impianti di produzione di energia”, compresi quelli “volti a ripotenziare gli impianti di produzione di energia esistenti”, compreso il nucleare, senza specificare alcuna restrizione su come ciò dovrebbe essere fatto.

Tuttavia, il rapporto Casares è più restrittivo, affermando che i CfD dovrebbero essere “strettamente limitati alla quota della capacità totale di generazione di elettricità che riflette il costo del nuovo investimento”.

Una delusione per Grudler, secondo cui questa impostazione finisce per creare un divario nel finanziamento dell’energia nucleare esistente, “che è essenziale se vogliamo evitare un blackout almeno tra il 2025 e il 2030 prima che entrino in funzione nuove centrali nucleari”.

POCHE POSSIBILITÀ DI SUCCESSO

Grudler ha già raccolto circa 50 delle 72 firme necessarie per opporsi all’attuale mandato negoziale del Parlamento. L’obiezione dovrà poi essere appoggiata dalla maggioranza semplice dei deputati per innescare una votazione sul testo durante la prossima sessione plenaria del Parlamento, con la possibilità di presentare emendamenti.

Tuttavia, non è certo che otterrà sufficiente sostegno, soprattutto perché il voto di luglio nella commissione ITRE del Parlamento ha visto oltre l’80% dei deputati a favore del mandato stabilito nella relazione Casares.

Inoltre, gli eurodeputati più contrari al testo in commissione appartengono a fazioni politiche minoritarie, tra cui il gruppo di estrema destra ID, i nazionalisti ECR, il gruppo della sinistra radicale, così come gli eurodeputati francesi del PPE di centrodestra e del centrista di Grudler.

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