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Russia Gas Germania

Perché la transizione energetica può costare caro alla Russia

La Banca di Russia stima che l’imminente carbon border tax europea potrebbe costare alla Russia fino a 8,2 miliardi di euro all’anno

Un brusco calo delle entrate per la Russia potrebbe arrivare dalla spinta globale verso l’energia pulita. A lanciare l’allarme è stato il ministro delle finanze russo Anton Siluanov che dopo una serie di stress test ha avvertito il Cremlino del possibile calo della domanda di esportazioni di combustibili fossili.

DA TARIFFE CO2 E RINNOVABILI MODIFICHE AGLI EQUILIBRI ENERGETICI

Secondo quanto riferito da Bloomberg, le previsioni eseguite dal dicastero russo hanno accertato che la tariffazione della CO2 e l’aumento delle energie rinnovabili potrebbero causare “cambiamenti radicali nell’equilibrio energetico globale”, ha detto Siluanov in un’intervista prima di recarsi al vertice finanziario del G20 questa settimana a Venezia.

I PROBLEMI RUSSI

“Una grande parte delle nostre entrate di bilancio provengono dall’esportazione di materie prime, quindi abbiamo bisogno di capire come sostituiremo le entrate in calo se queste previsioni si riveleranno accurate”, ha detto Siluanov.

DA PETROLIO E GAS IL 40% DELLE ENTRATE RUSSE

Tuttavia, tagliare la dipendenza della Russia dalla CO2 non sarà facile. La Russia è il più grande esportatore di energia del mondo e l’industria del petrolio e del gas dovrebbe contribuire a più del 40% delle entrate del governo quest’anno.

LA CARBON BORDER TAX POTREBBE COSTARE 8,2 MLD L’ANNO ALLA RUSSIA

La Banca di Russia stima che l’imminente carbon border tax europea potrebbe costare alla Russia fino a 8,2 miliardi di euro all’anno. Il Ministero dell’Energia del paese ha detto che le imprese nazionali di petrolio e gas potrebbero perdere 4 miliardi di dollari all’anno dalle misure, che saranno introdotte gradualmente a partire dal 2023.

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