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Energia Norvegia

Perché lo sciopero dei lavoratori Oil&Gas norvegese mette nei guai l’Europa

Quasi un quinto della produzione di petrolio e il 56% della produzione gas sono a rischio secondo la Norwegian Oil & Gas

Un’escalation di scioperi pianificata dal sindacato norvegese dei gestori offshore Lederne potrebbe ridurre le esportazioni di gas del paese del 56% e la sua produzione di petrolio di 340.000 barili al giorno, o quasi un quinto, dal 9 luglio, quando una serie di piattaforme e condutture saranno chiuse. Lo ha dichiarato l’associazione Norwegian Oil & Gas che rappresenta i datori di lavoro del settore. L’avvertimento è arrivato quando la prima fase dello sciopero, incentrata sulla retribuzione, è iniziata durante la notte dal 4 al 5 luglio, con un impatto stimato di 89.000 barili al giorno di petrolio equivalente, di cui circa un terzo è gas, pari all’1% della produzione norvegese di gas. Ulteriori giacimenti, con una maggiore produzione di gas, dovrebbero chiudere nella notte tra il 5 e il 6 luglio, seguita dalla prossima escalation il 9 luglio incentrata sui giacimenti di Gullfaks e Sleipner.

NORWEGIAN OIL & GAS: SCIOPERO DA IRRESPONSABILI

Il direttore generale della Norwegian Oil & Gas Hildegunn Blindheimm in una nota ha descritto lo sciopero come “irresponsabile”, sottolineando la crisi già in atto in Europa a causa delle tensioni con la Russia. Blindheimm ha stimato che la Norvegia rappresenta complessivamente un quarto dell’approvvigionamento energetico europeo: “L’Europa dipende interamente dalla fornitura della Norvegia in un momento in cui i tagli alle forniture russe hanno creato un mercato molto ristretto per il gas naturale. Uno sciopero di questa portata pone enormi problemi ai paesi che dipendono interamente dal riempimento delle loro riserve di gas prima dell’autunno e dell’inverno”.

I GIACIMENTI IN CHIUSURA

Tra i giacimenti in chiusura ci sono anche i campi di Gudrun, Oseberg South e Oseberg East di Equinor. In particolare il complesso di Oseberg è un costituente fondamentale del benchmark del prezzo del greggio Platts Dated Brent North Sea, utilizzato in tutto il mondo e potrebbe quindi portare a una fiammata dei prezzi.

L’escalation del 9 luglio dovrebbe portare alle chiusure delle strutture A e C di Gullfaks, il campo di Sleipner e un’ampia gamma di strutture congiunte. Se implementata, la produzione di petrolio di 341.000 barili al giorno e le esportazioni di gas di 1,12 milioni di barili al giorno andrebbero perse, corrispondenti a circa il 56% delle esportazioni totali di gas dalla piattaforma continentale norvegese, ha affermato Norwegian Oil & Gas.

SI IMPENNANO I PREZZI DEL GAS

Per il momento gli scioperi nel paese scandinavo stanno avendo l’effetto di una serie di aumenti al prezzo del gas che partito da 166 euro al MWh ha raggiunto anche picchi di 175 euro per poi abbassarsi.

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