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Gasdotto

Perché l’Uganda si candida a diventare uno dei primi produttori di petrolio e gas africani

Il previsto gasdotto transfrontaliero Tanzania-Uganda, potrebbe potenzialmente commercializzare il gas del Mozambico in Tanzania e Uganda visto che Coral South di Eni entrerà in funzione entro la fine dell’anno

Nei giorni scorsi TotalEnergies ha approvato lo sviluppo del Lake Albert Resources Development Project, il secondo più grande FID preso nel settore petrolifero e del gas negli ultimi due anni secondo quanto affermato da Rami Khrais, analista di petrolio e gas di GlobalData.

Il progetto petrolifero nell’Africa orientale richiederà la costruzione dell’oleodotto più lungo del mondo e renderà l’Uganda, paese senza sbocco sul mare, un produttore di petrolio per la prima volta, ricorda il Financial Times.

PROGETTO DA 10 MLD PER TOTAL E CNOOC

La major francese dell’energia e i suoi partner China National Offshore Oil Corporation (Cnooc) e Uganda National Oil Company hanno infatti annunciato la decisione finale di investimento per il progetto da 10 miliardi di dollari in una cerimonia nella capitale ugandese Kampala.

Il petrolio è stato scoperto per la prima volta nel lago Albert, al confine nord-occidentale dell’Uganda con la Repubblica Democratica del Congo nel 2006. Ma i problemi successivi, non ultima la sfida su come costruire l’oleodotto riscaldato elettricamente di 1.443 km necessario per esportare il greggio attraverso la Tanzania, hanno portato a ripetuti ritardi nella realizzazione del progetto. A cui si sono aggiunti dubbi da parte di Total che dopo aver rafforzato il controllo del progetto nel 2020, ha dovuto subire anche una maggiore pressione per ridurre o cessare gli investimenti in nuovi progetti di petrolio e gas per aiutare il clima.

PRIMO FID IN UGANDA, NELLE CASSE DEL PAESE 8 MLD DI DOLLARI

“Il progetto sarà uno dei maggiori sviluppi petroliferi visti in Africa negli ultimi 20 anni, prevedendo di recuperare oltre 1,5 miliardi di barili di petrolio – ha affermato Kharis -. Segna una svolta tanto attesa per il governo dell’Uganda, poiché i giacimenti Tilenga e Kingfisher (parte dello sviluppo del Lago Albert) sono il primo FID ad essere realizzati in un progetto petrolifero in Uganda e porteranno circa 8 miliardi di dollari al suo casse.

ENTRO FINE DECENNIO 230 MILA DI BARILI AL GIORNO

Se la produzione di Tilenga e Kingfisher si concretizzerà secondo il programma previsto, l’Uganda sarà in grado di produrre circa 230.000 barili di petrolio al giorno entro la fine del decennio, ha affermato Kharis.

“Tilenga contribuirà tramite un gasdotto Lake Albert con una capacità di 213.000 barili al giorno da nord. Kingfisher dovrebbe aggiungere altri 40.000 barili al giorno da sud, prima che il petrolio pesante entri nell’oleodotto riscaldato EACOP. La produzione dell’Uganda è attualmente pari a zero, quindi la produzione di questi due giacimenti da sola metterà il paese tra i primi sei produttori di greggio in Africa”, ha spiegato l’analista di GlobalData.

CORAL SOUTH DI ENI IN FUNZIONE ENTRO FINE ANNO

Se il progetto dovesse avere successo, “questa collaborazione transnazionale potrebbe portare ulteriore sviluppo e commercio di infrastrutture, come il previsto gasdotto transfrontaliero Tanzania-Uganda, che era in stallo dal 2016”, ricorda GlobalData aggiugendo che “ciò potrebbe potenzialmente commercializzare il gas del Mozambico in Tanzania e Uganda per uso domestico, visto che Coral South di Eni entrerà finalmente in funzione entro la fine dell’anno”.

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