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Petrolio

Se agenzie di rating e banche tagliano le stime dei prezzi del greggio 2019

Sia S&P sia Goldman Sachs hanno tagliato le quotazioni di Brent e Wti sulla scia di un peggioramento della domanda e di un eccesso di offerta

S&P Global Ratings ha ridotto le prospettive di prezzo del Brent da 65 dollari a 55 dollari e del West Texas Intermediate da 60 dollari a 50 dollari per quest’anno, citando un peggioramento della domanda di materie prime. Previsioni simili arrivano anche dalla banca d’affari Usa Goldman Sachs e dalle stime che il Wall Street Journal ha diffuso dopo un sondaggio effettuato presso 13 banche d’investimento a fine dicembre.

GUERRA DEI DAZI USA-CINA E RALLENTAMENTO ECONOMICO CINESE ALLA BASE DELLE DECISIONE

“La guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina, così come la notizia del rallentamento economico cinese ha portato preoccupazioni sulle prospettive della domanda globale”, ha ammesso l’agenzia di rating aggiungendo che i livelli record di produzione petrolifera in Russia e in Arabia Saudita, in vista dell’ultimo accordo OPEC+ raggiunto a dicembre, hanno contribuito a una revisione delle prospettive dei prezzi.

SPERANZA DEI TRADER NELL’INCONTRO TRA USA E CINA QUESTA SETTIMANA

La notizia arriva in un momento di ripresa dei prezzi del petrolio, dopo un inizio d’anno discontinuo sia per il Brent sia per il WTI. Dall’inizio degli scambi commerciali, entrambi i parametri di riferimento sono risultati in aumento: la scorsa settimana il Brent aveva accumulato un guadagno del 2,29 per cento raggiungendo i 57,23 dollari e il WTI era salito del 2,14 per cento a 48,10 dollari al barile. La risalita dei prezzi potrebbe essere il risultato dell’entrata in vigore dell’accordo OPEC+ e della notizia dell’incontro USA-Cina in corso in queste ore a Pechino, con i trader che probabilmente ripongono in questi colloqui le speranze per una via d’uscita dalla querelle che è stata tra i principali fattori che hanno contribuito alla caduta dei prezzi dall’ultimo trimestre del 2018.

IL TAGLIO OPEC POTREBBE FAR POCO PER ARGINARE IL CALO DEI PREZZI PETROLIFERI

Tuttavia, il sollievo potrebbe essere temporaneo. La decisione dell’OPEC di ricominciare a tagliare di nuovo la domanda in collaborazione con la Russia e altri produttori fuori dal cartello, secondo S&P Global Ratings, “fa poco per arginare il calo dei prezzi del petrolio per quanto riguarda la domanda globale e anche se l’OPEC onorasse i tagli di produzione, si continuerebbe a esercitare pressione sui prezzi”. L’agenzia di rating ha aggiunto, tuttavia, che “i tagli di produzione al minimo, compenseranno la crescita prevista nel 2019 dalla produzione di shale americano”.

ANCHE GOLDMAN SACHS HA TAGLIATO LE SUE PREVISIONI 2019

Anche Goldman Sachs ha tagliato le sue previsioni sui prezzi del petrolio per il 2019, citando un aumento della produzione globale e una crescita sorprendentemente resistente dello shale statunitense. La banca d’investimento ora si aspetta che il greggio Brent di riferimento internazionale, si attesti attorno ai 62,50 dollari al barile quest’anno, in calo rispetto alla precedente previsione di 70 dollari. Stesso discorso per il WTI per il quale si prevede una media di 55,50 dollari nel 2019, in calo rispetto ad una stima preliminare di 64,50 dollari. “Ci aspettiamo che il mercato del petrolio si equilibri ad un costo marginale più basso nel 2019: livelli di scorte più elevati a inizio anno, gli strascichi del 2018, la crescita della produzione shale, i costi dell’inflazione, aspettative di crescita della domanda più deboli di quelle precedentemente previste e l’aumento della capacità produttiva a basso costo” sono tra i motivi delle decisione hanno detto gli analisti di Goldman Sachs secondo quanto riportato da Cnbc.

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