Unem: la bolletta del 2024 cala del 28% sul 2023, petrolio re delle fonti. Novità sulla gigafactory di Termoli non prima di metà 2025. Intanto, Stellantis e CATL investono 4,5 miliardi in gigafactory in Spagna. La rassegna Energia
Petrolio re delle fonti di approvvigionamento in Italia per il secondo anno consecutivo, le rinnovabili crescono del 12% rispetto al 2023, calano invece gas e carbone. Il valore complessivo della bolletta dell’energia della penisola è sceso a 48,5 miliardi (-28% rispetto al 2023). È il quadro che emerge dai dati del preconsultivo di Unione energie per la mobilità (Unem). Per conoscere le novità riguardo la riconversione di Termoli dovremo attendere metà 2025. Infatti, il destino della maggiore fabbrica italiana di motori è ancora incerto, mentre i dipendenti devono accontentarsi di un contratto di solidarietà. Intanto, Stellantis guarda alla Spagna. Infatti, ieri ha annunciato una joint venture al 50% con CATL per la costruzione di una Gigafactory per un impianto di batterie al litio ferro fosfato a Saragozza, in Spagna. L’investimento è di quelli importanti: 4,1 miliardi di euro. La rassegna Energia.
ENERGIA, UNEM: BOLLETTA SCENDE A 48,5 MILIARDI, PETROLIO PRIMA FONTE
“Il petrolio si conferma, per il secondo anno consecutivo, la prima fonte di approvvigionamento (con un peso di circa il 39% e con la Libia tornata primo fornitore) nel mix energetico italiano del 2024. Che vede, invece, scendere il gas e il carbone (crollato al suo minimo storico), mentre le rinnovabili continuano a crescere (+12% rispetto al 2023), sostenute dalla produzione di energia elettrica. Il quadro puntuale arriva dall’Unione energie per la mobilità (Unem) nel preconsuntivo petrolifero, che, come di consueto, stima anche il valore complessivo della bolletta dell’energia della penisola, sceso quest’anno a 48,5 miliardi (-28% rispetto al 2023), a causa del minore esborso per le forniture di petrolio e gas a seguito del ribasso delle quotazioni. «Nonostante le tante incertezze che caratterizzano il contesto geopolitico, il mercato petrolifero ha mostrato una notevole resilienza», ha commentato il presidente dell’Unem, Gianni Murano, illustrando i dati principali del preconsuntivo. Dal quale emerge che è diminuita del 26% la fattura petrolifera (pari a 21,2 miliardi), per effetto della riduzione delle importazioni di greggio e delle quotazioni internazionali. (…) «Un risultato che – ha detto Murano – è il frutto della differenza tra il maggior gettito accise (+2,6%, +700 milioni di euro), dato dall’aumento dei consumi, in particolare di benzina, e il minor gettito Iva (-2,1%, – 300 milioni) effetto della discesa dei prezzi)”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“La presentazione del preconsuntivo Unem – alla quale hanno partecipato anche il direttore del centro Studi di Confindustria, Alessandro Fontana, il deputato forzista, Luca Squeri, e il direttore di Quattroruote, Gian Luca Pellegrini – è poi servita a fare il punto sullo stato di salute della distribuzione carburanti.(…) «È una rete sempre più polverizzata e inefficiente – ha precisato il numero uno dell’Unem – considerato che il 20% circa ha un erogato inferiore ai 400mila litri l’anno di prodotto e solo il 3% ha erogati in linea con la media europea». Quanto ai prezzi, l’asticella dei carburanti alla pompa ha toccato a ottobre i minimi degli ultimi 24 mesi «consentendo un risparmio per gli automobilisti di circa 2,7 miliardi di euro, pari a 103 euro in media per famiglia», ha detto Murano. Che ha poi tracciato una fotografia del parco circolante italiano, in cui il vettore elettrico rappresenta lo 0,5% del totale e in cui si conferma la netta prevalenza del mercato dell’usato sul nuovo, se si guarda alle nuove immatricolazioni”, continua il giornale.
ENERGIA, NOVITA’ SU GIGAFACTORY TERMOLI STELLANTIS A META’ 2025
“La partita sulla riconversione di Termoli, la più grande fabbrica italiana di motori con all’attivo 2mila lavoratori, si riaprirà a metà 2025 ma intanto la produzione rallenta e il futuro è incerto. Da un lato Acc, la joint venture di Stellantis con Mercedes e TotalEnergies, assicura che confermerà «i suoi piani nella prima metà del 2025, forte del rinnovato sostegno strategico e finanziario dei suoi azionisti». Dall’altro i 2mila dipendenti sono alle prese con un contratto di solidarietà che riduce orario di lavoro e stipendio fino alla prossima estate, per far fronte al calo dei volumi produttivi. (…) Nei prossimi mesi servirà dunque accelerare per dare una prospettiva al progetto destinato al sito italiano. Intorno a Termoli, la più grande fabbrica di motori auto d’Italia, un intero distretto industriale si stava attrezzando per accogliere la prima gigafactory italiana, partendo dalla creazione dell’area doganale fino alla logistica e ai servizi. (…) «Termoli produce i motori a benzina GME e GSE per grosse e medie cilindrate, oltre allo storico motore a benzina Fire che l’anno prossimo cesserà di esistere» spiega Marco Laviano segretario della Fim Cisl di Abruzzo e Molise”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“Il problema per Termoli è strutturale ed è collegato alle strategie adottate da Stellantis negli ultimi anni. «Nessuno dei nuovi modelli lanciati dal Gruppo – spiega Laviano – nel segmento di mercato B e C monta un motore Made in Italy, dalla Nuova Panda fino alla Lancia per arrivare alla Junior dell’Alfa Romeo e alla nuova Jeep Avenger». (…) Per Ferdinando Uliano, segretario della Fim Cisl, «l’annuncio di Stellantis relativo al nuovo progetto in Spagna è in contrasto con le motivazioni addotte al Mimit rispetto allo stop dell’investimento sulla gigafactory di Termoli». Per questo, aggiunge Uliano, «chiediamo a Stellantis e ACC di rimuovere lo stop sull’importante investimento sulla gigafactory molisana, senza la quale non c’è sicurezza occupazionale per il plant di Termoli». Quest’anno la produzione si fermerà intorno ai 500mila motori contro il milione di unità prospettato, colpa anche dei volumi di mercato in contrazione”, continua il giornale.
AUTO, NUOVA GIGAFACTORY IN SPAGNA STELLANTIS-CATL
“A poco più di una settimana dalle dimissioni di Carlos Tavares, Stellantis aggiunge una mossa importante alla strategia del Gruppo sul fronte della produzione di batterie in Europa, grazie all’annuncio della joint venture – al 50% – con i cinesi di Catl per la costruzione di una Gigafactory nel Nord della Spagna, a Saragozza. Un investimento da 4,1 miliardi di euro per un impianto di batterie al litio ferro fosfato su larga scala, con avvio della produzione previsto entro la fine del 2026. Stellantis dunque affianca un quarto polo produttivo ai tre già annunciati per l’Europa, due dei quali tra l’altro – assegnati all’Italia e alla Germania – in stand by, in attesa di una maggiore chiarezza di mercato, mentre è in attività la gigafactory in Francia. La novità principale del nuovo progetto industriale, però, sta nel fatto che questa volta Stellantis si affida ad un nuovo partner, i cinesi di Catl, nativi tecnologici per quanto riguarda la produzione di batterie per la mobilità elettrica (…) Nella realtà, il nuovo fronte aperto in Spagna potrebbe ulteriormente ritardare la riconversione di Termoli, a fronte di una tecnologia per le batterie ancora tutta da sviluppare. Stellantis assicura che il nodo di Termoli sarà sciolto l’anno prossimo (si veda l’articolo sotto), ma qualche dubbio ci sta”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“«Stellantis si impegna per raggiungere un futuro decarbonizzato attraverso l’utilizzo di tutte le tecnologie avanzate di batterie disponibili, in modo da offrire ai nostri clienti prodotti competitivi per i veicoli elettrici» evidenzia il presidente presidente John Elkann. La collaborazione con i cinesi, avviata a novembre del 2023 con un Memorandum of Understanding non vincolante, ha fatto un salto di qualità come evidenzia anche Robin Zeng, presidente e ceo di Catl, che in Europa ha gia due gigafactory attive in Germania e Ungheria. (…) L’impianto che sarà realizzato in Spagna potrebbe raggiungere una capacità di 50 GWh, «a seconda dell’evoluzione del mercato elettrico in Europa e del continuo sostegno delle autorità in Spagna e dell’Unione europea» scrive Stellantis in una nota. A commentare l’iniziativa è la stessa Acc che considera la decisione come «un ulteriore passo avanti nella transizione dell’Europa verso la mobilità elettrificata» e definisce il progetto come una sorta di integrazione del piano relativo alla gigafactory di Termoli, «che Stellantis ha co-fondato e sostiene sin dal suo inizio nel 2020»”, continua il giornale.