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Petrolio

Petrolio, investimenti a 525 mld l’anno per evitare il crollo dell’offerta. Il report IEF-IHS Markit

Secondo Moody’s invece la spesa globale annua per le materie prime deve aumentare fino al 54% a 542 miliardi di dollari se il mercato del petrolio vuole evitare il prossimo shock da carenza di offerta

Gli investimenti upstream di petrolio e gas devono raggiungere i livelli pre-pandemia di circa 525 miliardi di dollari all’anno entro la fine del decennio per fare in modo che l’industria possa garantire un equilibrio tra domanda e offerta. Le cifre arrivano da un rapporto presentato dall’International Energy Forum (IEF) con sede in Arabia Saudita e IHS Markit.

INVESTIMENTI UPSTREAM 2021 ANCORA ‘DEPRESSI’

Si tratta di cifre importanti se si considera che quest’anno, gli investimenti upstream sono ancora depressi, per il secondo anno consecutivo, e sono stimati intorno ai 341 miliardi di dollari. Si tratta di quasi il 25% al di sotto dei livelli di investimento dell’ultimo anno “normale”, il 2019, ha affermato il rapporto di IHS Markit e IEF.

CRESCE INVECE LA DOMANDA GLOBALE

Il problema è che mentre gli investimenti nell’esplorazione e nella produzione di petrolio e gas continuano a essere depressi, la domanda globale è “ora vicina ai massimi pre-pandemia e continuerà a crescere per i prossimi anni, in particolare nei paesi in via di sviluppo”, secondo il rapporto intitolato “La crisi degli investimenti minaccia Sicurezza energetica”.

DA INVESTIMENTI INSUFFICIENTI VOLATILITÀ PREZZI E MINACCE AD APPROVVIGIONAMENTO ENERGETICO

I prossimi due anni saranno fondamentali quindi per l’approvazione di nuovi progetti per garantire che ci sia una fornitura sufficiente entro cinque o sei anni, osserva il rapporto. “Investimenti upstream insufficienti comporterebbero una maggiore volatilità dei prezzi stimolando conseguenze economiche avverse”, hanno affermato IHS Markit e IEF.

Il rapporto fa eco alla preoccupazione di molti professionisti del settore, che negli ultimi mesi hanno affermato che gli scarsi investimenti in petrolio e gas minacciano l’approvvigionamento energetico futuro visto che petrolio e gas saranno consumati ancora per decenni a venire, indipendentemente dal ritmo della transizione energetica.

Una transizione affrettata verso le energie rinnovabili provocherebbe un’inflazione vertiginosa e disordini sociali, ha avvertito Amin Nasser, amministratore delegato di Saudi Aramco, al Congresso mondiale del petrolio in Texas questa settimana, osservando che gli investimenti in petrolio e gas devono continuare per evitare tale uno scenario, secondo quanto si legge su Oilprice.

LE PREVISIONI DI MOODY’S

La spesa globale annua per le materie prime deve aumentare fino al 54% a 542 miliardi di dollari se il mercato petrolifero vuole evitare il prossimo shock da carenza di offerta, aveva detto Moody’s in ottobre come si legge ancora su Oilprice.

COSA DICE L’OPEC

“L’arresto degli investimenti in petrolio e gas è fuorviante”, ha dichiarato in settimana il segretario generale dell’Opec Mohammad Barkindo in una presentazione registrata al World Petroleum Congress di Houston. “Sono necessari quasi 12 trilioni di dollari di spesa entro il 2025 per garantire forniture adeguate di greggio e gas, senza le quali il mondo vedrà cicatrici a lungo termine sulla sicurezza energetica, che colpiscono non solo i produttori ma anche i consumatori”, ha evidenziato Barkindo secondo quanto si legge su Bloomberg.

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