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Petrolio

Petrolio, Istat: prosegue ripresa estrazioni di greggio

Nel 2018 in aree a terra e in mare, sono stati estratti quasi 188 milioni di tonnellate di risorse naturali non rinnovabili

Sono 4.518 i siti estrattivi autorizzati, 2.169 dei quali in produzione (-3% sul 2017). Le estrazioni nazionali di risorse minerali non energetiche, compresi i prelievi delle acque minerali naturali, ammontano a 183,3 milioni di tonnellate (-1,2%) e sono in prevalenza risorse minerali da cave (83,2%). È quanto rileva Istat nel report attività estrattive da cave e miniere.

Nelle regioni del Nord si concentra il 48,5% dei prelievi (83,1 mln di tonnellate; +4,9%), seguito da Sud e Isole (55,9 mln di tonnellate; -13,6%).

L’indicatore di pressione antropica Intensità di estrazione di risorse minerali non energetiche è in calo dell’1,4% a livello nazionale.

IN FLESSIONE LE ESTRAZIONI DI RISORSE MINERALI NON ENERGETICHE SOLIDE

Nel 2018 sono rilevati complessivamente 4.518 siti estrattivi autorizzati, dichiarati attivi o non attivi (vale a dire siti dichiarati sospesi o cessati nell’anno di riferimento), dalle Istituzioni pubbliche locali, che rilasciano le autorizzazioni alla coltivazione. Di tali siti, 4.398 sono cave e 120 miniere. Rispetto al 2017 si registra una flessione del numero complessivo di siti estrattivi autorizzati (-4,4%).

I siti estrattivi attivi cave e miniere sono 3.674 (-5,7% sul 2017) e 1.575 i comuni in cui si trova almeno uno di tali siti. Nel 46,6% di questi comuni sono presenti da 2 a 5 siti estrattivi attivi. Le cave attive sono 3.580, di cui 2.094 sono cave produttive nel 2018 (-3,2% sul 2017). Delle 120 miniere autorizzate solo 75 svolgono attività di estrazione.
L’Italia, secondo i dati Eurostat, conferma nel 2018 una posizione significativa nell’Ue collocandosi al quinto posto per estrazione interna (Domestic Extraction DE) di minerali non energetici, dopo Germania, Francia, Polonia e Romania.

I prelievi di risorse minerali non energetiche solide ammontano complessivamente a 166,4 milioni di tonnellate, in calo dell’1,4% rispetto al 2017. A tale flessione contribuiscono le minori estrazioni sia da cave (-0,5%), sia da miniere (-11,1%). Le estrazioni da cave risultano pari a 152,4 milioni di tonnellate (91,6% dei prelievi complessivi nel Paese) confermando la tendenza flessiva che si manifesta a partire dal 2013 (primo anno di rilevazione dei dati) a un tasso medio annuo del -3,7%. Le estrazioni nazionali da miniere scendono a 14 milioni di tonnellate, mantenendo in termini fisici una dimensione modesta nel panorama dei prelievi nazionali di risorse del sottosuolo (8,4%).
Per una descrizione delle pressioni antropiche su ambiente naturale e territorio, determinate da attività connesse all’estrazione di minerali (per loro natura ad elevato impatto ambientale) sono prodotti alcuni indicatori statistici che, calcolati su base annua, consentono di analizzare l’evoluzione dei fenomeni osservati e la loro geografia. Fra gli indicatori di pressione antropica, l’Intensità di estrazione (IE) di risorse minerali da cave e miniere – escluse le acque minerali – calcolato a livello nazionale risulta pari a 552 tonnellate estratte per Kmq (-1,4% rispetto al 2017).
Nel 2018, risultano in aumento i prelievi di acque minerali naturali (+1,7% rispetto al 2017), che raggiungono i 16,8 milioni di metri cubi. I comuni nei quali si rileva la presenza di almeno un sito di acque minerali naturali sono 159, concentrati in prevalenza al Nord (42,8%).

Nel 2018, le imprese autorizzate e in produzione nelle cave e miniere (escluse le acque minerali) sono 1.760 (-2,8% rispetto al 2017). Il 97,3% di esse opera nelle cave, per lo più al Nord (47,8%) e nel Sud e Isole (29,5%). A livello regionale, il maggior numero di imprese in produzione si registra in Lombardia (235), Toscana (212) e Piemonte (170). Le imprese che operano nelle miniere sono 47 e localizzate in Sardegna (12), Piemonte (9) e Toscana (8).

PROSEGUE LA RIPRESA DELLE ESTRAZIONI DI OLIO GREGGIO NEL PAESE

Un quadro complessivo delle estrazioni di risorse minerali dal sottosuolo nazionale può essere costruito utilizzando le statistiche sulle estrazioni di minerali non energetici prodotte dall’Istat e le statistiche sulle estrazioni di minerali energetici prodotte dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), Direzione generale per la sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche, Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (DGS-UNMIG).

Nel 2018 in aree a terra e in mare, sono stati estratti quasi 188 milioni di tonnellate di risorse naturali non rinnovabili (-0,8% rispetto al 2017), costituite da 183,3 milioni di tonnellate di minerali non energetici solidi e liquidi (acque minerali naturali) e quasi 4,7 milioni di tonnellate di minerali energetici. Le estrazioni di gas naturale che, avendo una diversa unità di misura, sono considerate a parte, si attestano sui 5,6 miliardi di metri cubi Standard, prelevati per il 60,8% in zone marine.

Alla fine del 2018 le concessioni rilasciate per la coltivazione di giacimenti di idrocarburi (patrimonio indisponibile dello Stato, art. 826 c.c.) sono pari a 196 (130 a terra e 66 a mare) e risultano in produzione 760 pozzi (593 a gas e 167 ad olio), 5 in meno rispetto al 2017. Nel 2018 prosegue la ripresa delle estrazioni di olio greggio (+13,2%) in aree a terra e zone marine, registrata già a partire dal 2017 (+10,5% rispetto al 2016), che raggiungono quasi i 4,7 milioni di tonnellate. Più modesta la crescita dei prelievi di gasolina (+9%) che salgono a 10,9 migliaia di tonnellate. In flessione del -1,8%, invece, le estrazioni di gas naturale.

Il Sud e Isole si confermano aree molto rappresentative nel Paese, vocate alla valorizzazione delle risorse minerali energetiche, sia per quantità prelevate sia per varietà delle tipologie di materie prime. In particolare, il Sud fornisce il 78,9% e il 31,5% delle estrazioni nazionali rispettivamente di olio greggio e gas naturale. Il Nord presenta, invece, una quota molto rilevante di estrazioni di minerali non energetici (incluse le acque minerali) che, in crescita sul 2017, rappresenta il 48,5% del totale nazionale.

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