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Plastic tax, l’industria italiana lancia l’allarme

Bergaglio (Unionplast): Governo e Parlamento intervengano. Si rischia di innestare un pericoloso effetto domino, perché l’applicazione della plastic tax dal 1° luglio andrebbe a impattare negativamente su numerose filiere industriali

Addio rinvio per la plastic tax? Nonostante fosse stata annunciata una proroga (la sesta) all’interno del decreto Milleproroghe la misura di rinvio a dopo il 1 luglio 2024 “non è attualmente in discussione alla Camera”. A lanciare l’allarme è il Presidente di Unionplast e Vice-presidente di Federazione Gomma Plastica, Marco Bergaglio che auspica un intervento del Governo e del Parlamento.

COS’È LA PLASTIC TAX E A COSA SI APPLICA

La plastic tax è l’imposta sui manufatti in plastica monouso introdotta dall’articolo 1, commi 634 e 658 della legge 30 dicembre 2019 n 160 (legge di Bilancio 2020). Colpisce il consumo dei Macsi (i manufatti in plastica con singolo impiego) realizzati usando, anche parzialmente, materie plastiche costituite da polimeri organici di origine sintetica, anche sotto forma di fogli, pellicole o strisce.

Sono invece esclusi dalla tassazione i Macsi compostabili, i dispositivi medici classificati tali dall’apposita Commissione unica e i contenitori di preparati medicinali.

QUANTO “VALE” LA PLASTIC TAX

Il valore fisso dell’imposta plastic tax è pari a 0,45 euro per chilo di materia plastica contenuta nei Macsi. È prevista a carico di produttori, importatori e consumatori di Macsi.

BERGAGLIO (UNIONPLAST): SI RISCHIA DI INNESTARE UN PERICOLOSO EFFETTO DOMINO DAL 1 LUGLIO

“Sulla nostra industria, un comparto di peso nel panorama industriale italiano in virtù dei suoi 50.000 addetti diretti e 13 miliardi di euro di fatturato, dopo la complessa ‘discussione’ europea sul Regolamento Imballaggi e Rifiuti da Imballaggio sta per calare un’altra scure – ha detto in una nota Bergaglio -. Si rischia di innestare un pericoloso effetto domino, perché l’applicazione della plastic tax dal 1° luglio andrebbe a impattare negativamente su numerose filiere industriali, quali quella agricola, quella alimentare, quella cosmetica, solo per citarne alcune tra le più rilevanti, dove gli imballaggi in plastica sono fondamentali per la produzione e il business. Si intervenga una volta per tutte abrogando una tassa inutile, consentendo al comparto una programmazione adeguata e sgombrando le nubi che si addensano sul settore”.

PER UNIONPLAST NESSUN BENEFICIO PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

“Sugli operatori – continua Bergaglio – graverà un rischio sanzionatorio del tutto spropositato in relazione al gettito, mettendo a rischio l’accesso al credito di un intero settore. Rimane di fondo l’impronta ideologica dell’introduzione di questa tassa, che non è stata accompagnata da una valutazione di impatto che ne provi in modo scientifico la sua utilità ambientale, anche perché non prevede in alcun modo che il gettito sia usato per finalità ambientali, ad esempio per potenziare la raccolta e il riciclo degli imballaggi tassati. La filiera del riciclo, è bene ricordarlo, è un’eccellenza italiana in Europa: nel 2022 sono state risparmiate 523.789 tonnellate di materia prima vergine (l’equivalente necessario a produrre 11 miliardi di flaconi per detersivi da 1 litro) ed evitate 885.406 tonnellate di emissioni di CO₂ (dati Corepla). Chiediamo che ci sia un’inversione di rotta sulla politica ambientale che la plastic tax rappresenta, ovvero una misura unicamente sottrattiva, con nessun beneficio per l’economia circolare e che rischia di avere serie ricadute dal punto di vista occupazionale” conclude Bergaglio.

IL FOCUS DI ASSONIME

Assonime ha pubblicato una circolare venerdì scorso mettendo in luce, in particolare, l’assenza di un quadro giuridico in vista dell’entrata in vigore della plastic tax. La disciplina, avrebbe dovuto essere completata da un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane che però “non è mai stato emanato”. E che dovrebbe prevedere i criteri per l’identificazione in ambito doganale dei Macsi. Per questo Assonime aveva evidenziato come il rinvio al 1 luglio 2024 determina “particolari difficoltà” per gli operatori.

https://www.assonime.it/attivita-editoriale/circolari/Pagine/Circolari.aspx

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