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Ricerca Eurispes

Rinnovabili, Le potenzialità che l’Italia non sfrutta. La ricerca Eurispes

Nel 2021, i combustibili fossili – in particolare gas e petrolio – hanno rappresentato oltre il 73% della disponibilità energetica nazionale. Secondo la ricerca Eurispes il Paese dovrebbe accelerare il più possibile il processo di decarbonizzazione. Ecco cosa dicono i dati

A livello energetico l’Italia è ancora “fortemente” dipendente dall’estero e nel suo mix è “predominante” il ruolo dei combustibili fossili, in particolare gas e petrolio. Questo quanto emerge dall’analisi messa a punto dall’Eurispes sul bilancio energetico italiano.

BILANCIO ENERGETCO: LA RICERCA EURISPES

La ricerca realizzata dall’Eurispes analizza il bilancio energetico italiano al fine di descrivere i livelli di produzione e consumi energetici nel nostro Paese. Il report si apre con un’analisi delle diverse fonti di approvvigionamento (interne ed estere), dei livelli di consumi e delle differenti forme di produzione presenti sul territorio italiano. Dallo studio emerge come il Paese sia ancora fortemente dipendete dall’estero dato che la disponibilità energetica lorda, un indicatore del grado di dipendenza del paese dall’estero, è aumentata passando dal 73,5% del 2020 al 74,9% del 2021.

I combustibili fossili, in particolare gas e petrolio, hanno un ruolo predominante. Infatti, la ricerca Eurispes evidenzia che nel 2021 hanno rappresentato oltre il 73% della disponibilità energetica nazionale (rispettivamente il 40,9% e il 32,9%). A questa prima parte segue un’analisi delle principali differenze a livello regionale in materia di produzione e consumi di energia.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Dalla ricerca Eurispes emerge come il settore dell’energia in Italia presenti ancora una serie di debolezze storiche. Pur essendo l’Italia il Paese con il maggior potenziale di produzione di energia rinnovabile in Europa dopo la Francia, esistono una molteplicità di impedimenti burocratici e di vincoli legislativi che limitano fortemente il raggiungimento del nostro pieno potenziale. A ciò – sottolinea lo studio – vanno aggiunte le difficoltà legate alla realizzazione di nuove opere, troppo spesso bloccate da piccoli, ma incisivi, gruppi d’interesse e da una politica più attenta ai sentimenti dell’opinione pubblica invece di concentrarsi su di una programmazione strategica di medio-lungo periodo. Solo per fare un esempio, mentre in Italia si continua discutere sugli impatti che il colore della nave rigassificatrice potrebbe avere sul paesaggio del porto di Piombino o sugli allevamenti di cozze ivi presenti, in Germania, dal marzo di quest’anno, è stata avviata la realizzazione di sei impianti di rigassificazione (di cui due già attivi).

Dunque, dalla ricerca Eurispes emerge che se da un lato l’Italia ha la necessità di far fronte alle contingenze di breve periodo legate all’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia, dall’altro deve sfruttare la congiuntura favorevole per accelerare il più possibile il processo di decarbonizzazione della nostra economia. L’aumento dei prezzi delle fonti energetiche non rinnovabili, i finanziamenti europei legati al piano REPowerEU e i fondi del Recovery Plan stanno creando le condizioni perfette per lo sviluppo e la costruzione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili. Tuttavia, affinché ciò venga realizzato non bastano finanziamenti e progetti; servono una classe politica dotata di visione strategica e un apparato burocratico funzionante in grado di sostenere la realizzazione e l’implementazione di progetti.

UN PAESE SPACCATO A METÀ

L’analisi dell’Eurispes restituisce la fotografia di un Paese spaccato a metà in cui gli effetti della crisi non si sono distribuiti in maniera omogena. Sotto questo punto di vista – sottolinea lo studio – basti pensare alla crescita della povertà energetica che rischia di acuire ulteriormente le disparità tra Nord e il Sud. Al riguardo va evidenziato come, già nel 2021, tra il 10 e il 18% della popolazione residente nel Mezzogiorno aveva avuto difficoltà ad acquistare servizi energetici. Un dato che è tra le due e le tre volte superiore a quanto fatto registrare dalle regioni del Centro-Nord”. La crisi energetica – scaturita dal conflitto in Ucraina – ha avuto “l’effetto di dare un’ulteriore accelerazione allo sviluppo di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, che soprattutto al Sud, potrebbero portare grandi benefici sia in termini occupazionali che di accesso ad energia a prezzi più bassi”. Tuttavia – conclude l’Eurispes- “affinché ciò venga realizzato non bastano finanziamenti e progetti; servono una classe politica dotata di visione strategica e un apparato burocratico funzionante in grado di sostenere la realizzazione e l’implementazione di progetti.

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