Advertisement vai al contenuto principale
Rinnovabili

Rinnovabili, è la Cina il paese più attrattivo. Italia 18esima

In futuro ci sarà un deciso calo dei costi di tutte le fonti pulite contribuendo a stimolare enormi investimenti. È quanto emerge dalla 50esima edizione dell’indice Recai, Renewable Energy Country Attractiveness Index, pubblicata da Ernst & Young

 

Cina salda al primo posto nella classifica dei paesi più attrattivi per le fonti pulite. Al secondo posto, senza sorprese, l’India e a seguire Stati Uniti, Germania e Australia, tutti stabili in graduatoria. In diciottesima posizione l’Italia mentre tra le nazioni emergenti, guadagnano terreno, tra gli altri, Argentina, Marocco, Turchia, Egitto. È quanto emerge dalla 50esima edizione dell’indice RECAI, Renewable Energy Country Attractiveness Index, pubblicata da Ernst & Young, che immagina per il futuro un deciso calo dei costi di tutte le rinnovabili contribuendo a stimolare enormi investimenti e una più rapida penetrazione delle fonti pulite.

Sesta la Francia in classifica grazie all’effetto Macron

petrolio MacronSecondo EY, negli ultimi sei mesi la capacità fotovoltaica in Cina è aumentata di 21GW, mentre la produzione di energia eolica è scesa del 7% su base annua. I nuovi obiettivi che si è dato il paese, inoltre, hanno stabilito la cancellazione o il rinvio di 106 GW di energia prodotta dal carbone. Sale al sesto posto, invece, la Francia dopo gli annunci di Emmanuel Macron sulle rinnovabili, mentre scende il Cile ora in ottava posizione per via del declino dei nuovi investimenti in fonti pulite dovuta a una overcapacity della rete. Anche se, si legge nel rapporto, il collegamento Nord-Sud che arriverà a fine anno dovrebbe contribuire a regolarizzare il mercato. In Turchia, invece, l’ultima gara d’appalto ha assegnato 1 GW all’eolico onshore al 50% al di sotto del prezzo massimo, attirando l’interesse internazionale dei principali produttori, mentre il fotovoltaico è triplicato in un anno raggiungendo gli 1,5 GW. Infine in Egitto il sistema di feed-in tariff ha portato il fotovoltaico a raggiungere 1GW (ancora in fase di realizzazione) con previsioni più alte per il prossimo anno quando sono previsti nuovi bandi d’asta.

Si fa largo un calo generalizzato dei costi delle rinnovabili nelle aste

Il primo dato che salta agli occhi dell’indice Recai è il continuo calo dei costi delle rinnovabili nelle varie aste, con valori particolarmente bassi in India. Le preoccupazioni maggiori riguardano la capacità di Nuova Delhi di raggiungere l’obiettivo di 100 GW di solare fotovoltaico al 2022. A pesare è soprattutto la cancellazione da parte della compagnia di distribuzione statale degli accordi per l’acquisto di energia eolica che hanno, di fatto, aumentato l’incertezza del mercato. A luglio la commissione energia del Parlamento indiano aveva pubblicato una relazione sostenendo fosse irrealistico pensare di raggiungere i 40GW nel solare per via del sistema non sufficientemente remunerativo (0,38 dollari per kWh) e di essere preoccupata per la qualità dei prodotti utilizzati, prevalentemente di origine cinese. Più positiva la commissione sull’eolico: anche se durante l’ultima asta pubblica, chiusasi il 15 luglio, le offerte hanno superato di tre volte il GW di capacità richiesta, portando le tariffe a scendere al di sotto degli 0,054 dollari per kWh.

Anche il governo brasiliano ha organizzato un sistema di aste ma per consentire agli sviluppatori dei progetti di recedere dai contratti vinti nelle precedenti gare. Le società coinvolte hanno pagato 33,9 milioni di dollari per l’annullamento di 16 progetti eolici, per un totale di 308 MW, e di 9 progetti solari, per 250 MW. L’asta precede il riavvio del programma governativo di gare sulle rinnovabili che si avrà nel mese di dicembre, dopo due anni di pausa dovuta al rallentamento economico e alla diminuzione della domanda di elettricità. L’agenzia brasiliana per l’energia ha presentato il suo piano di espansione energetica decennale, che prevede una crescita dell’eolico fino a 28,5 GW nel 2026 dai circa 11 GW attuali, e del solare fino a 9,7GW dai soli 100MW della fine del 2016.

Il Bundestag tedesco ha addirittura vietato le offerte al di sotto dello zero per le gare dell’eolico offshore dopo tre aste a “sovvenzione zero” concluse ad aprile. Queste gare vedranno i vincitori sviluppare 1,38GW di capacità offshore operativa nel 2025, basata esclusivamente sui prezzi all’ingrosso. Per scoraggiare quello che alcuni osservatori del settore mettono in guardia, potrebbe essere una pericolosa spirale al ribasso dei prezzi, con potenziali problemi di qualità e sicurezza, il Bundestag ha quindi approvato modifiche alla sua legislazione WindSeeG 2016 prima della prossima asta, prevista per aprile 2018, per 1,6 GW di capacità offshore. Anche sulla terraferma, le recenti aste hanno visto i costi dell’energia fotovoltaica ed eolica continuare a crollare. A giugno, il governo ha aggiudicato 200 MW di contratti per il fotovoltaico ad un costo medio di 56,6 euro per MWh, rispetto ai 65,8 euro per MWh della precedente asta di febbraio. I prezzi medi sono diminuiti di quasi il 40% rispetto alle prime aste di aprile 2015. Nel mese di agosto sono state aggiudicate gare per poco più di 1GW per progetti eolici onshore, ad un prezzo medio di 42,8 euro per MWh in calo rispetto ai 57,1 MWh della prima asta di maggio. Circa 5,6 GW di eolico onshore saranno messi all’asta tra quest’anno e il prossimo.

Il governo spagnolo ha organizzato due aste di energia rinnovabile in rapida successione, assegnando 3GW a maggio e altri 5 GW a luglio. La prima gara ha richiamato le ire del settore solare, dopo che il vento ha conquistato quasi tutta la capacità disponibile, con offerte fino a 43 euro per MWh. Un solo progetto fotovoltaico, con una potenza di 1,5 MW, ha avuto successo. Successivamente sono state introdotte delle modifiche e nella seconda asta 1,1 GW di contratti sono stati aggiudicati dall’eolico, 3,9 GW sono andati al solare. Se si tiene conto anche dell’asta precedente effettuata nel 2016, negli ultimi 18 mesi sono stati stipulati contratti per più di 8,7 GW di capacità, che dovrebbero essere operativi prima del 2020.

Negli ultimi mesi sono stati annunciati anche una serie di accordi di investimento e appalti in Medio Oriente e Nord Africa. I finanziamenti stanno affluendo verso progetti in via di sviluppo con il sostegno del programma egiziano di feed-in tariff, e grazie al via libera dell’International Finance Corporation di 635 milioni di dollari per 500 MW di progetti solari a Benban (sul Nilo, nel sud dell’Egitto), su un totale di 2 miliardi di dollari che l’istituto prevede di erogare. A maggio, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha impegnato 500 milioni di dollari per ulteriori 750 MW di progetti fotovoltaici. In Marocco, l’agenzia per l’energia sostenibile Masen ha prequalificato cinque consorzi per lo sviluppo della prima fase da 150W a 190MW dell’impianto Noor Midelt, un impianto solare fotovoltaico ibrido e solare concentrato (CSP) con stoccaggio di energia. Il progetto fa parte del Noor Solar Plan di Masen, che prevede 2.000 MW di nuova capacità rinnovabile entro il 2020. Nel frattempo, l’Arabia Saudita ha invitato a presentare offerte per il suo primo parco eolico pubblico, un progetto da 400 MW nella provincia nordoccidentale di Al-Jouf. Guardando al futuro, la Tunisia, nella prima delle aste da circa 1GW che si terranno da qui al 2020, ha annunciato l’intenzione di far partire un bando per 140MW di eolico e 70MW di capacità solare. Il Kuwait prevede di indire una gara d’appalto per 1GW di rinnovabili nel 2018. Infine, le speranze di esportare su larga scala energia solare dall’Africa settentrionale verso l’Europa sono state riaccese, con la richiesta al governo tunisino di un enorme progetto CSP da 4,5 GW, che dovrebbe portare elettricità con l’ausilio di cavi sottomarini. Il consorzio TuNur, sostenuto dall’investitore britannico Low Carbon insieme ad altri, sta pianificando una prima da 250 MW. Ma non è una buona notizia. L’appalto solare su larga scala da 4 GW algerino, annunciato a marzo e già posticipato una volta, è stato nuovamente rinviato. Il regolamento di gara aveva suscitato preoccupazioni tra i potenziali offerenti.

Le previsioni per il futuro: entro il 2040 rinnovabili rappresenteranno il il 34% della produzione globale di elettricità

“Un investitore che nel 2003 aveva intenzione di investire capitali nel settore emergente delle energie rinnovabili avrebbe potuto essere consigliato di scommettere sui biocarburanti, sul solare termico rispetto al fotovoltaico o di sostenere uno dei produttori tedeschi di moduli solari in rapida crescita. Tutte e tre queste decisioni avrebbero molto probabilmente causato all’ investitore gravi perdite e un’antipatia verso il settore delle energie pulite – scrive EY nel rapporto –. È quindi con cautela che cerchiamo di guardare gli anni a venire” e le “tendenze”. “Secondo il nostro modello New Energy Outlook, il costo della nuova energia elettrica prodotta dal fotovoltaico diminuirà del 66% entro il 2040. I costi dell’eolico terrestre caleranno del 47%, mentre i costi offshore diminuiranno ancora più rapidamente, del 71%. Queste riduzioni contribuiranno a stimolare enormi investimenti e una più rapida penetrazione delle energie rinnovabili – sottolinea Ernst & Young –. L’energia eolica e solare sono già opzioni competitive sotto il profilo dei costi per i paesi che vogliono costruire nuove capacità: ma entro il 2030 vento e sole cominceranno a tagliare i costi di generazione anche rispetto alle centrali a carbone esistenti in alcuni paesi. Entro il 2040, rappresenteranno il 48% della capacità installata e il 34% della produzione globale di elettricità. L’elettrificazione dei trasporti dovrebbe accelerare rapidamente entro il 2030, con costi iniziali dei veicoli elettrici inferiori a quelli dei motori a combustione. Questi sviluppi avranno profonde implicazioni al di là del semplice modo in cui produciamo energia e movimento. L’energia rinnovabile creerà la maggior parte dei posti di lavoro durante la produzione e la costruzione, ma meno della generazione convenzionale durante la fase operativa”. In particolare “i sistemi di storage le micro-griglie, la trasformazione dell’approvvigionamento energetico residenziale e la smart integration del sistema energetico distribuito” rappresenteranno “i nuovi settori di attività economica che genereranno occupazione, gettito fiscale e rendimenti interessanti per l’investitore storico”, conclude il rapporto.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su