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Bollette

Shock energetico tra fattori che potrebbero frenare ripresa in Ue e Italia. L’outlook Intesa Sanpaolo

L’Italia appare più vulnerabile rispetto alla media dei Paesi dell’Eurozona, vista la maggiore dipendenza dall’energia importata e il più ampio ricorso all’uso del gas naturale

“La recrudescenza dei contagi, lo shock energetico e le strozzature all’offerta potrebbero frenare la ripresa nei trimestri autunnale e invernale. La tendenza di fondo rimarrà comunque espansiva, e la crescita dovrebbe riaccelerare nei trimestri centrali del prossimo anno. Dopo il 5,1% atteso per il 2021, il PIL continuerà a crescere su ritmi robusti, intorno al 3,9%, anche nel 2022, sostenuto dalla domanda interna”. È quanto prevede l’Oulook 2022, curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per l’Eurozona aggiungendo, per quanto riguarda l’inflazione, che la tendenza dei prezzi “seguirà un trend discendente nel corso del 2022, ma è attesa tornare stabilmente sotto il 2% solo da marzo 2023” con una media annua stimata al 2,6% nel 2021 e al 3,1% nel 2022.

L’OFFERTA DI ENERGIA

Per quanto riguarda il comparto energia, “dal lato dell’offerta, la forte crescita dei prezzi energetici, soprattutto nel caso del gas naturale, potrebbe risultare insostenibile in alcuni comparti industriali, come quelli particolarmente energivori e che per ragioni tecniche non possono diversificare le fonti energetiche o non sono in grado di trasferire i maggiori costi a valle della catena produttiva . Gli stessi settori risulterebbero particolarmente penalizzati anche in una situazione in cui la scarsità di gas naturale fosse tale da rendere necessaria un’interruzione dell’attività produttiva. Tale ipotesi non rientra al momento nel nostro scenario, ma rappresenta un indubbio fattore di rischio tra l’autunno e l’inverno”.

IL LATO DOMANDA

Dal lato della domanda, prosegue lo studio, “lo shock energetico, nonostante le misure di sostegno varate dai Governi nazionali, dovrebbe colpire in misura significativa sia i consumi che gli investimenti,per via della relazione tra profitti aziendali e spese in conto capitale. L’effetto sarebbe relativamente più ampio dal lato delle imprese, mentre per le famiglie potrebbe risultare almeno in parte spiazzato dall’utilizzo dei risparmi. Riteniamo comunque che la protezione offerta dai risparmi possa risultare non piena in quanto la spesa energetica occupa un peso più rilevante per i nuclei familiari meno abbienti – gli stessi che, oltre ad avere una più elevata propensione al consumo, durante la pandemia non sono riusciti ad accumulare extra-risparmio. Nonostante gli effetti dello shock energetico e di una situazione sanitaria ancora incerta, la ripresa dovrebbe comunque continuare ad essere sostenuta da una solida domanda interna anche nel 2022, a fronte di un contributo in media nullo da parte della componente estera netta”.

LA SITUAZIONE ITALIANA

Per quanto riguarda l’Italia più nello specifico Intesa Sanpaolo rivede “al rialzo le stime di crescita per il PIL italiano, al 6,2% nel 2021 e al 4,3% nel 2022. L’economia è ora vista recuperare i livelli pre-COVID già entro la metà del prossimo anno. I rischi sono legati agli effetti delle strozzature all’offerta e dello shock energetico, nonché agli sviluppi della quarta ondata pandemica. L’elezione del Presidente della Repubblica a inizio 2022 rappresenterà inoltre un importante snodo politico”. Tuttavia, restano diversi fattori di incertezza legati alla quarta ondata pandemica, ai colli di bottiglia presenti nelle catene produttive internazionali e più in generale, “gli effetti dello shock energetico”: “da questo punto di vista, l’Italia appare viceversa più vulnerabile rispetto alla media dei Paesi dell’Eurozona, vista la maggiore dipendenza dall’energia importata e il più ampio ricorso all’uso del gas naturale; stimiamo che l’attuale profilo previsivo delle principali materie prime energetiche, se raffrontato a quello di sei mesi fa, possa sottrarre circa 8 miliardi al reddito disponibile reale delle famiglie tra fine 2021 e 2022 (mezzo punto percentuale di crescita in meno nel 2022); l’effetto sulla spesa delle famiglie sarà solo in parte compensato da un taglio della propensione al risparmio: la crescita dei consumi reali sarebbe più bassa dello 0,4%; lo shock sarebbe anche maggiore (superiore al punto percentuale) sugli investimenti (attraverso i minori margini di profitto delle imprese), determinando una possibile riduzione del PIL dell’ordine di mezzo punto percentuale sulla crescita media annua 2022”, ha concluso il report.

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