L’amministratore delegato dell’azienda italiana Stefano Cao ha ammesso che le parti sono “in una fase promettente del negoziato”
Si avvia verso una soluzione il contenzioso tra Saipem e South Stream, la società olandese controllata da Gazprom, nato dopo la cancellazione del contratto tramite cui il colosso russo del gas aveva affidato al contractor italiano la realizzazione del tratto offshore del gasdotto South Stream.
OBIETTIVO DI COMPLETARE LA TRANSAZIONE AMICHEVOLE ENTRO LA FINE DI MARZO 2019
Entrambe le società, come ha rivelato Saipem presentando il preconsuntivo 2018 “hanno espresso la comune intenzione di negoziare – on a without prejudice basis – la transazione amichevole dell’arbitrato in corso da novembre 2015. Lo stato delle negoziazioni è considerato ‘promettente’ da parte di entrambe le parti e entrambe le parti condividono l’obiettivo di completare le negoziazioni della transazione amichevole dell’arbitrato entro la fine di marzo 2019”.
CAO CONFERMA UNA TRANSAZIONE MONETARIA E OPPORTUNITÀ DI BUSINESS PER SAIPEM
Lo stesso amministratore delegato dell’azienda italiana Stefano Cao ha ammesso che le parti sono “in una fase promettente del negoziato”. Durante la conference call ha spiegato che la trattativa è “assolutamente riservata” ma “c’è sicuramente una transazione monetaria e dall’altra parte ci sono delle future potenzialità commerciali. Per la prima volta dopo tanto tempo il tavolo si è materializzato” e “dobbiamo verificare con la controparte la capacità di portare questo processo a temine”, ha spiegato Cao aggiungendo che Saipem vuole verificare con la controparte South Stream Bv le condizioni per raggiungere un accordo che sia “nel massimo interesse” dell’azienda per “interrompere processo arbitrale”. “Gazprom è la prima compagnia energetica russa” con molti progetti all’attivo e Saipem “dovrà comprendere come poter utilizzare le sue risorse e capacità per facilitare il raggiungimento di un accordo per risolvere il processo di arbitrato”, ha osservato Cao.
LA VICENDA HA ORIGINE NEL 2015
Il contenzioso ha avuto origine dopo la decisione del Governo di Mosca tra la fine del 2014 e il 2015 di abbandonare il progetto South Stream – a favore del Turkish Stream – che avrebbe dovuto collegare la Russia con l’Europa passando attraverso il Mar Nero. La decisione originata anche da dissidi con l’Europa, portò Gazprom a rescindere il contratto, già firmato, con Saipem, che dovette fare i conti con mancati introiti per oltre 1 miliardo di euro nel solo 2015: da qui la richiesta di indennizzo italiana respinta da South Strem BV che sosteneva di aver già pagato i noli di Castoro 6 e del Saipem 7000 rimasti inattivi per il recesso del contratto. In seguito è stato avviato un arbitrato che ha portato Saipem a richiedere 678 milioni di euro di danni e da parte dell’azienda russo-olandese a replicare con un contro-ricorso da 541 milioni di euro.