Il valore stimato delle tre concessioni Edison di Collalto (Treviso), Cellino (Teramo) e San Potito e Cotignola (Ravenna) è di circa 650 milioni di euro
È prossimo all’apertura il dossier stoccaggi di Edison. Secondo il Corriere della Sera a metà settembre dovrebbe partire, infatti, la procedura di market test propedeutica alla raccolta delle manifestazioni di interesse per quello che è, a tutti gli effetti, un asset strategico della politica energetica del paese.
LO STOCCAGGIO CONTESO
Sul mercato dovrebbe finire l’hub di stoccaggio con tre concessioni a Collalto (in provincia di Treviso), Cellino (Teramo) e San Potito e Cotignola (Ravenna), per una capacità complessiva pari a circa un miliardo di metri cubi.
GLI ADVISOR CHE GESTISCONO L’OPERAZIONE
A gestire l’intera operazione, racconta sempre il quotidiano milanese, “saranno gli advisor Intesa Sanpaolo e Lazard, chiamati in campo da Edison per valutare la cessione di questo asset”.
VALUTAZIONE SUI 650 MLN DI EURO
L’obiettivo è raccogliere i circa 650 milioni di euro di valutazione (“sulla base di una Rab Regulated asset base di circa 500 milioni”, scrive il Corsera) che circolavano prima dell’estate per incassare le risorse necessarie da destinare al piano industriale del numero uno di Edison Nicola Monti.
“Intanto, i potenziali candidati hanno avviato qualche valutazione. A partire da Snam (advisor Rothschild e Société Générale), vale a dire il campione nazionale che gestisce nove centri di stoccaggio ed è il maggior operatore del settore. Quindi l’acquirente naturale”, evidenzia il quotidiano milanese.
SNAM INTERESSATA
Che l’interesse ci sia lo dimostrano anche le dichiarazioni dell’ad di Snam Stefano Venier di gennaio: “La risposta è ovvia. La capacità di stoccaggio di Edison è 1 bcm, la nostra 11 bcm. Avrebbe senso mettere insieme questi due asset per avere sinergie, ma molto dipende dalle decisioni che Edf ed Edison avranno al riguardo. Sicuramente seguiremo questa opzione molto molto attentamente”, si legge in un articolo di inizio anno di Milano Finanza.
GLI ALTRI PRETENDENTI
Ma potrebbero non mancare sorprese visto che “sul dossier si esercitano anche F21, il fondo guidato dal ceo Renato Ravanelli con la sua piattaforma dedicata alle infrastrutture (1,5 miliardi la dotazione) che ha fatto quattro investimenti, tra i quali uno proprio negli stoccaggi attraverso la Ital Gas Storage, società indipendente che gestisce il sito a Cornegliano Laudense (Lodi)”. E alcune utility “tra le quali Iren e i grandi fondi internazionali alla ricerca di rendimenti costanti: da Goldman Sachs infrastructure a Macquarie fino al fondo con base a Parigi Infravia”, scrive il Corriere della Sera.