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Tasse auto: gettito record da 83 miliardi nel 2024, ma il mercato del nuovo frena

L’analisi ANFIA: l’Italia è il paese con l’incidenza fiscale più alta tra i big europei. Pesano carburanti e manutenzione, boom per i passaggi di proprietà dell’usato.

Il 2024 si chiude con un nuovo primato per le casse dello Stato: il prelievo fiscale sulla motorizzazione italiana ha raggiunto la cifra record di 83,04 miliardi di euro, segnando un incremento del 4,5% rispetto all’anno precedente. Un dato che conferma il settore automotive come uno dei pilastri fondamentali per le entrate tributarie nazionali, contribuendo per il 13,4% al gettito complessivo. A trainare questa crescita non sono state le vendite di auto nuove, in lieve flessione, ma i costi legati all’utilizzo quotidiano dei veicoli, che da soli valgono quasi l’80% del totale incassato dall’Erario. Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA, ha sottolineato come l’Italia detenga un poco invidiabile primato: “L’incidenza del gettito fiscale derivante dal comparto sul PIL è la più alta tra i maggiori Paesi europei, attestandosi al 3,7% contro una media del 2,9%”.

CARBURANTI E MANUTENZIONE: IL PESO DELL’UTILIZZO

Scendendo nel dettaglio delle voci, emerge chiaramente come siano i costi di gestione a pesare maggiormente sulle tasche degli automobilisti. Il prelievo sui carburanti si conferma la voce più consistente, con 39,73 miliardi di euro (+0,9%), spinto da un aumento dei consumi di benzina (+5,3%), GPL e metano, nonostante un calo dei prezzi alla pompa per i carburanti tradizionali. Ancor più significativo è il balzo registrato dall’IVA su manutenzione, ricambi e pneumatici: 14,05 miliardi di euro, in crescita del 15,5%. L’invecchiamento del parco circolante, che ha superato i 47 milioni di veicoli, costringe infatti i proprietari a interventi sempre più frequenti e costosi per mantenere efficienti le proprie vetture.

ACQUISTO E POSSESSO: TRA CRISI DEL NUOVO E BOOM DELL’USATO

Il gettito derivante dall’acquisto di veicoli (IVA e diritti di motorizzazione) ha toccato quota 9,78 miliardi (+5,5%). Un risultato frutto di due dinamiche opposte: da un lato la frenata delle immatricolazioni di auto nuove (-0,5%), dall’altro la vivacità del mercato dell’usato, che ha visto i passaggi di proprietà crescere dell’8,2%. Anche il “possesso” costa di più: il bollo auto ha garantito alle Regioni 7,48 miliardi (+3%), complice l’aumento della potenza media dei veicoli e la stretta sulle agevolazioni per le auto storiche e ibride in diverse parti d’Italia.

PREVISIONI 2025: STABILITÀ E CALO DEL MERCATO

Guardando al futuro, le stime di ANFIA per il 2025 prevedono un gettito sostanzialmente stabile, attorno agli 83 miliardi di euro. Tuttavia, le prospettive di mercato non sono rosee: si attende un’ulteriore contrazione delle vendite di auto nuove del 2,5%. Questo scenario di stagnazione sarà parzialmente compensato dalla tenuta del mercato dell’usato e dai rincari in altri ambiti, come le assicurazioni RC Auto (previste in crescita del 2,9%) e le sanzioni per violazioni al codice della strada, che insieme ai parcheggi dovrebbero portare nelle casse pubbliche circa 4,7 miliardi di euro.

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