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Turchia

Turchia, ecco cosa ha deciso la Ue sulle trivellazioni a Cipro

Il meccanismo consentirà di sanzionare persone o entità responsabili o coinvolte nelle attività di trivellazione in cerca di idrocarburi della Turchia

Il Consiglio dell’Ue ha adottato un quadro legale per le misure restrittive in risposta alle attività di trivellazione non autorizzate della Turchia nel Mediterraneo orientale. Il meccanismo consentirà di sanzionare persone o entità responsabili o coinvolte nelle attività di trivellazione in cerca di idrocarburi.

COSA PREVEDONO LE SANZIONI

Le sanzioni prevedranno il divieto di viaggio nell’Ue e il congelamento dei beni. Sarà inoltre vietato mettere fondi a disposizione di persone ed entità inserite nell’elenco. La decisione odierna fa direttamente seguito alle conclusioni approvate dal Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre nelle quali l’Ue ha ribadito piena solidarietà a Cipro per quanto riguarda il rispetto della sua sovranità e dei suoi diritti sovrani, in conformità del diritto internazionale, e ha invitato la Commissione e il servizio europeo per l’azione esterna a presentare proposte relative a un quadro di misure restrittive.

CHI È COLPITO DALLE SANZIONI

Il quadro di misure restrittive consente di sottoporre a sanzioni: persone o entità responsabili delle attività di trivellazione connesse alla ricerca e alla produzione di idrocarburi non autorizzate da Cipro nel suo mare territoriale o nella sua zona economica esclusiva (ZEE), oppure sulla sua piattaforma continentale. Tali attività di trivellazione includono, nei casi in cui la ZEE o la piattaforma continentale non sia stata delimitata in conformità del diritto internazionale, le attività suscettibili di compromettere od ostacolare il raggiungimento di un accordo di delimitazione; persone o entità che forniscono alle suddette attività di trivellazione sostegno finanziario, tecnico o materiale; persone o entità ad esse associate.

COME NASCE LA DECISIONE EUROPEA

Nelle sue conclusioni del 15 luglio 2019 il Consiglio aveva constato e condannato il fatto che, nonostante i ripetuti inviti dell’Unione europea a cessare le sue attività illegali nel Mediterraneo orientale, la Turchia avesse proseguito le trivellazioni nelle acque territoriali cipriote. Il Consiglio aveva ribadito il grave impatto negativo immediato che tali azioni illegali hanno nell’ambito delle relazioni Ue-Turchia. E chiesto ancora una volta alla Turchia di astenersi da tali azioni, di agire in uno spirito di buon vicinato e di rispettare la sovranità e i diritti sovrani di Cipro conformemente al diritto internazionale.
Quel giorno il Consiglio aveva già deciso, alla luce delle attività illegali di trivellazione della Turchia, protratte nel tempo e anche nuove, di sospendere i negoziati sull’accordo globale sul trasporto aereo e aveva convenuto di non tenere, per il momento, il consiglio di associazione né ulteriori riunioni dei dialoghi ad alto livello tra l’Ue e la Turchia. Aveva inoltre approvato la proposta della Commissione di ridurre l’assistenza preadesione alla Turchia per il 2020 e aveva invitato la Banca europea per gli investimenti a riesaminare le sue attività di prestito in Turchia, in particolare per quanto riguarda le attività di prestito garantite da titoli di Stato. Il Consiglio aveva anche deciso che l’alto rappresentante e la Commissione dovessero proseguire i lavori su opzioni in vista di misure mirate.

A OTTOBRE CONFERMATE LE CONCLUSIONI DI LUGLIO SULLA TURCHIA

Il 14 ottobre 2019 il Consiglio ha ricordato e riaffermato le precedenti conclusioni del Consiglio e del Consiglio europeo, comprese le conclusioni del Consiglio europeo del 22 marzo 2018 e del 20 giugno 2019, contenenti una ferma condanna delle continue azioni illegali della Turchia nel Mediterraneo orientale. Il Consiglio ha espresso seria preoccupazione per le attività illegali di trivellazione della Turchia nel Mediterraneo orientale e ha deplorato che la Turchia non avesse ancora risposto ai ripetuti inviti dell’Unione europea a cessare tali attività.

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