Advertisement vai al contenuto principale

Ucraina: Tutte le alternative energetiche dell’Italia all’energia russa

Il governo Draghi pronto ad approvare nuove misure energetiche mentre la guerra russo-ucraina tiene in ballo il mondo.

Le preoccupazioni energetiche in Italia aumentano di pari passo con le tensioni della guerra. Il conflitto in atto in terra ucraina, scatenato da Vladimir Putin, si sta caratterizzando per mettere in luce non soltanto il fronte militare delle tensioni internazionali. Ma anche quello economico e quello energetico.

OGGI NUOVE RISPOSTE DAL GOVERNO DRAGHI

L’esecutivo italiano aveva già annunciato le sue contromosse alla forte dipendenza da Mosca. Infatti, nell’informativa di venerdì alla Camera, Mario Draghi aveva espresso parole molto forti su come difendere lo status energetico del paese di fronte alle minacce russe.

“Torneremo ad utilizzare il carbone nelle centrali dove è possibile farlo” scrive oggi il Messaggero, spiegando il  piano delle alternative su cui si sta muovendo Palazzo Chigi.

Quanto annunciato la scorsa settimana troverà concretezza oggi in Consiglio dei Ministri. Il governo italiano, infatti, approverà nuove misure contro il caro-energia.

Sul tavolo, riporta il quotidiano romano, l’opzione della riapertura delle centrali a carbone per sopperire alle difficoltà del momento. Ma anche nuove misure sugli stoccaggi e aumento del volume del trasporto gas tra Tap, TransMed e GreenStream. Ciò che è certo è che la decarbonizzazione deve attendere, per ora.

DI MAIO E DESCALZI AD ALGERI

Inoltre, nuovi aggiornamenti potranno arrivare grazie alla visita in corso del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il numero uno di Eni Claudio Descalzi ad Algeri. Intanto, sempre dal Messaggero, si apprende come sarebbero almeno sette le centrali pronte all’uso per coprire le mancanze energetiche del momento. Sei sono ancora attive. “Poi c’è quella di La Spezia, chiusa qualche settimana fa”.

CINGOLANI AL FOGLIO

“La transizione non è solo installare i pannelli o le pale. E’ gestire una rete smart e cambiare l’infrastruttura. Per questo ci vogliono anni ed è per questo che non bisogna illudere nessuno dicendo che le soluzioni sono pronte”. Così, il numero uno del MiTE al direttore del Foglio Claudio Cerasa.

Il Ministro, nell’intervista di stamani, parla poi della necessità di un meccanismo di “stoccaggio comune” e qui lo sguardo va anche all’intervento del governo. “Dietro all’ultimo decreto c’è proprio l’idea di riuscire ogni anno a partire con almeno il 90 per cento di riempimento, quindi prevediamo delle misure che facilitino gli stoccaggi”.

L’ALLARME DI GENTILONI

La guerra russo-ucraina ha riaperto il dibattito sulla dipendenza energetica italiana da Mosca. Secondo Paolo Gentiloni, Commissario Ue all’Economia, “dobbiamo far fronte all’eventuale difficoltà di approvvigionamento. Sapendo che le conseguenze non sono uguali per tutti”

Il punto, secondo l’ex premier, è la dipendenza dalla Russia, che vale per il 38% di gas. “Bisogna pensare a forme di sostegno e comunitarizzazione del rischio”, dice a Repubblica.

Il riferimento è a acquisti, stoccaggi e fondi comuni che creino una Unione europea anche energetica. Uno spunto emerso già nei giorni scorsi. “Una formula basata su prestiti come quella del Sure ma anche fondi diversi finanziati dai governi nazionali”.

COSA SERVE SECONDO COTTARELLI

“Il primo passo è quello di chiarire la questione con una maggiore trasparenza sui prezzi a cui l’Italia sta importando gas”. A scriverlo è Carlo Cottarelli, economista dell’Osservatorio CPI, su Repubblica.

Il tema è quello della dipendenza da Mosca, messo fortemente in discussione in questi giorni di guerra ucraina. “In questo momento c’è una bella differenza tra indicizzazione al gas o al petrolio” specifica Cottarelli. Questo perché gli aumenti registrati nelle ultime settimane sono molto diversi per proporzione tra loro. Ecco perché serve capire quanta percentuale di import italiano risponde al petrolio e quanta al gas.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su