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Gas Russia Italia

Ucraina-Russia, l’Europa alla prova del gas. L’Italia batte un colpo

Cosa può succedere sul fronte del gas tra Russia ed Europa e come l’Italia sta gestendo la politica energetica

Ventitreesimo giorno di guerra. L’invasione russa sta devastando l’Ucraina ma Zelensky e il suo popolo resistono. L’Europa sta giocando attivamente il ruolo di chi accoglie le grandi masse di profughi da Kyiv, Odessa, Leopoli, Mariupol. Ma sta anche assistendo il paese granaio con l’invio di armi, dal momento che il trattato del Nordatlantico impone una condotta meramente difensiva dell’Alleanza.

IL FRONTE ENERGETICO DELLA GUERRA

C’è anche il fronte energetico, però. Sembra strano che si sia resa necessaria una guerra di queste dimensioni per capire tante cose ignorate o nascoste sin qui. Su tutte, le mire e l’irrazionalità putiniane. Di conseguenza i rischi di legarsi mani e piedi al gas russo.

IL GAS RUSSO CONTINUA AD ARRIVARE IN EUROPA

Suddetti rischi si sono concretizzati e rafforzati negli anni, oggi sono sotto gli occhi anche di chi prima non li voleva vedere. Anche perché i flussi di gas da Mosca non si arrestano, sebbene comincino a subentrare discorsi economici che avvertono di un inizio default. “Ieri la Russia avrebbe dovuto pagare 117 milioni di dollari di cedole sul debito pubblico detenuto da investitori esteri. Ha 30 giorni di tempo per farlo, ma ha già fatto sapere che al più pagherà in rubli. Si tratta di cifre irrisorie, ma tecnicamente sarebbe il primo passo” verso questa deriva, dicono oggi su Repubblica Perotti e Boeri.

Secondo i due economisti, Mosca può sfruttare le grandi aziende esportatrici (quelle appunto del gas e del petrolio) “per distribuire valuta al governo. Questa strategia può riuscire perché i ricavi annuali dal petrolio e dal gas attualmente coprono un terzo del bilancio russo”. Ecco perché il sistema delle sanzioni, usato in queste settimane come arma da tutto l’Occidente contro la banca centrale russa, può fallire.

LE ALTERNATIVE DELL’UE SUL GAS

Non può e non deve fallire, invece, la ricerca di alternative energetiche a Mosca da parte dell’Unione europea. Ma le difficoltà stanno emergendo anche su questo fronte, si legge sul quotidiano diretto da Maurizio Molinari. “Paesi, come Olanda e Germania, di quell’ipotesi non vogliono sentir parlare”, cioè della possibilità di acquisti collettivi di gas che rinforzerebbe l’immagine di un’Unione non più soltanto economica. Un’immagine costruita bene in epoca di pandemia, con la politica dei vaccini e di un coordinamento forse inaspettato sul piano Recovery.

Italia, Spagna e Portogallo vogliono replicare anche in ambito energetico. “L’Olanda ha fatto sapere che non intende seguire questa strada” informa Claudio Tito da Bruxelles. “E molti ne indicano anche i motivi: il mercato in cui si fissa il prezzo del gas si trova ad Amsterdam. E i dubbi sono stati alimentati anche dalla Germania. Forte dei contratti a lunga scadenza con il fornitore russo”.

Insomma, il cordone ombelicale da Mosca non vuole essere spezzato da tutti. Neanche da Putin, ovviamente, per le regioni economiche sopra esposte.

E L’ITALIA CHE FA?

Il governo Draghi si sta muovendo. Il caro carburante, inserito nel contesto di crisi energetica più generale, è un fenomeno sempre più evidente di queste settimane. Ieri, il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha risposto a un’informativa al Senato sulla situazione energetica fortemente condizionata dalla guerra ucraina.

La misura più nuova introdotta dal capo del dicastero energetico è stata quella relativa alle accise mobili. Ma cosa sono? Lo abbiamo spiegato qui. “Contro il caro carburanti 500 milioni dovrebbero invece essere garantiti dall’extragettito Iva che lo Stato ha incassato negli ultimi cinque mesi. Benzina e diesel scenderanno così di 15 centesimi, con il meccanismo – ha aggiunto il ministro Roberto Cingolani – dell’accisa mobile”.

CINGOLANI: L’ITALIA SI STACCHERÀ DAL GAS RUSSO

“Al momento il flusso di gas dalla Russia è il più alto mai registrato in tempi recenti e costante in tutta Europa. Anzi si è sollevato una riflessione sul fatto che l’Europa sta continuando ad acquistare gas e questo porta a pagamenti di 1 mld di euro al giorno con implicazioni che vanno oltre il sistema energetico” ha ammesso il capo del MiTE.

Tra le misure strutturali per eliminare la dipendenza dalla Russia, “i punti fondamentali della strategia prevedono una nuova capacità di rigassificazione su unità galleggianti ormeggiate in prossimità di porti e di attacco a punti gas” da realizzare “nei prossimi 12-18 mesi per un valore totale dai 16 ai 24 mld di mc. Una soluzione rapida e flessibile è di minor costo ma a livello europeo è partita la corsa a queste navi con costi di affitto elevati per fortuna ci siamo mossi per primi e abbiamo due-tre opzioni che stiamo valutando”  ha aggiunto Cingolani, citando poi tante altre alternative a disposizione di Roma.

“E tra Palazzo Chigi e i ministeri competenti si continua a discutere su quale sia la leva su cui agire con più forza: materie prime, oneri di sistema (accise, iva, incentivi, ecc.) oppure oneri di trasporto (la manutenzione della rete)” analizza Adalberto Signore sul Giornale di oggi.

BONOMI (CONFINDUSTRIA) CONTRO I RITARDI ITALIANI

“Siamo ostaggi non solo di strozzature nella fornitura di materie prime, di prezzi energetici alle stelle, di rincari generalizzati, ma anche di decisioni bloccate dalla burocrazia. Già a fine dicembre erano iniziate le avvisaglie di questa inerzia”. Molto chiaro e netto il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, intervistato oggi dal Messaggero.

“Va cambiato il mix energetico” dice Bonomi, il quale accusa gli errori del passato, la forte dipendenza dal gas russo e i ritardi della politica italiana sull’energia e non solo. Per questo “andrebbe subito messo un tetto al prezzo del gas”.

Insomma, le vie energetiche lontane da Mosca devono ancora definirsi. L’Europa dovrà dare risposte unitarie anche su questo fronte dopo la buona prova messa in campo con il NextGenEU. L’Italia sta necessariamente correndo per rimediare agli errori del passato.

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