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Ue, storico stop al gas russo: dal 2026 divieto per Gnl e condotte, poi tocca al petrolio

Il Parlamento Ue approva con 500 voti la legge che blinda l’indipendenza energetica da Mosca. Entro il 2027 addio definitivo anche all’import di greggio.

L’Unione Europea segna un punto di svolta decisivo nella sua strategia di sicurezza energetica e geopolitica. Nella giornata di mercoledì, il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva la nuova legge che sancisce il divieto graduale delle importazioni di gas dalla Federazione Russa. Il provvedimento, che aveva già incassato l’accordo del Consiglio, è stato approvato con una maggioranza schiacciante: 500 voti favorevoli, 120 contrari e 32 astensioni. La normativa nasce con l’obiettivo primario di proteggere gli interessi comunitari, impedendo a Mosca di utilizzare le forniture energetiche come arma di ricatto politico ed economico contro il Vecchio Continente.

LE SCADENZE PER GNL E GASDOTTI E IL SISTEMA SANZIONATORIO

Il regolamento stabilisce un cronoprogramma stringente che scatterà all’inizio del 2026. Da quella data, sarà vietato l’acquisto di gas naturale liquefatto (GNL) russo sul mercato spot all’interno dell’UE. Parallelamente, è stato fissato un termine perentorio per le importazioni di gas via gasdotto, che dovranno essere gradualmente eliminate fino al blocco totale previsto per il 30 settembre 2027. Per garantire l’efficacia del divieto, la nuova legge introduce un regime armonizzato di sanzioni: spetterà ai singoli Stati membri applicare misure punitive nei confronti degli operatori che dovessero violare le nuove disposizioni.

LA ROADMAP PER L’EMBARGO TOTALE SUL PETROLIO ENTRO IL 2027

L’azione legislativa non si limita al gas naturale. Durante i negoziati con la presidenza danese del Consiglio, i deputati europei hanno esercitato una forte pressione per estendere il divieto anche a tutte le importazioni di petrolio russo. Il Parlamento ha ottenuto l’impegno formale della Commissione europea a presentare una normativa specifica in materia all’inizio del 2026. L’obiettivo è rendere operativo un divieto effettivo sul greggio nel minor tempo possibile e, in ogni caso, entro la fine del 2027, chiudendo così definitivamente i rubinetti degli idrocarburi provenienti da Mosca.

MISURE ANTI-ELUSIONE E CRITERI DI EMERGENZA

Il testo approvato pone particolare attenzione ai meccanismi di controllo per evitare che le nuove regole vengano aggirate. Per colmare eventuali lacune normative, gli operatori saranno obbligati a fornire alle autorità doganali dettagli precisi sul paese di produzione del gas prima di poter procedere all’importazione o allo stoccaggio. Inoltre, i deputati hanno insistito per introdurre condizioni molto più rigorose riguardo alla sospensione temporanea del divieto: tale eventualità sarà contemplata esclusivamente in situazioni di grave emergenza legate alla sicurezza energetica dell’Unione, blindando di fatto la tenuta del provvedimento.

LE REAZIONI POLITICHE: UN VOTO STORICO PER L’INDIPENDENZA UE

“Si tratta di un voto storico: l’UE compie passi da gigante verso una nuova era libera dal gas e dal petrolio russi. La Russia non potrà mai più usare le esportazioni di combustibili fossili come un’arma contro l’Europa”, ha dichiarato Ville Niinistö (Verdi/ALE, Finlandia), relatore per la commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE). Niinistö ha sottolineato come il Parlamento abbia ottenuto di “accelerare il più possibile il calendario per il divieto del gas via gasdotto” e di anticipare di un anno lo stop ai contratti GNL a lungo termine, promettendo ora massima vigilanza sulla proposta per il petrolio. Sulla stessa linea Inese Vaidere (PPE, Lettonia), relatrice per la commissione commercio internazionale: “Il voto di oggi invia un messaggio chiaro e forte: l’Europa non sarà mai più dipendente dal gas russo. Abbiamo rafforzato la proposta iniziale della Commissione introducendo un percorso verso il divieto del petrolio e dei suoi prodotti”.

IL CONTESTO: DALLA MANIPOLAZIONE DEL MERCATO AI PROSSIMI PASSI

L’iter legislativo si concluderà ora con l’adozione formale da parte del Consiglio, passaggio propedeutico alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale e all’entrata in vigore. La legge rappresenta la risposta strutturale dell’UE a quasi vent’anni di strumentalizzazione delle risorse energetiche da parte russa, culminata con l’invasione dell’Ucraina nel 2022. In quel frangente, Mosca aveva attuato una deliberata manipolazione del mercato, inclusi il mancato riempimento degli stoccaggi UE da parte di Gazprom e la chiusura improvvisa dei gasdotti, provocando un’impennata dei prezzi dell’energia fino a otto volte superiore ai livelli pre-crisi.

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