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Nucleare

Gli investitori scommettono sul prezzo dell’uranio

Gli investitori pensano che l’energia nucleare – e quindi l’uranio – giocherà un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione

Il Financial Times scrive che gli investitori stanno scommettendo sul fatto che l’energia nucleare, e di conseguenza l’uranio, trarranno beneficio dagli sforzi globali per la decarbonizzazione.

Un indice finanziario della società tedesca Solactive che replica le performance azionarie dei produttori di uranio ha registrato una crescita del 35 per cento nel 2021, il massimo in oltre sei anni.

LE ASPETTATIVE DEGLI INVESTITORI

L’aumento è legato alle aspettative degli investitori, che pensano che l’energia nucleare giocherà un ruolo importante nella ristrutturazione dei mix energetici dei vari paesi, che si distaccheranno dai combustibili fossili per raggiungere l’obiettivo di azzeramento netto delle emissioni di gas serra verso la metà del secolo. Quella nucleare è un’energia sostanzialmente pulita per quanto riguarda le emissioni di CO2 e non è intermittente nella generazione, al contrario dell’eolico e del solare.

Rob Crayfourd, manager presso il fondo di investimento NCIM Geiger Counter, ha detto al Financial Times che “l’elettrificazione e l’energia pulita sono al centro del lancio di capacità nucleare in Asia, guidato dalla Cina. In parallelo, le politiche di Biden e dell’Unione europea sono molto propense ad incorporare il nucleare nel mix energetico”.

GLI OBIETTIVI DI CINA E STATI UNITI SUL NUCLEARE

La Cina ha intenzione di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060 e, in particolare, vuole distaccarsi dal carbone, il combustibile fossile più inquinante. Per questo, il paese intende portare la propria capacità nucleare a 70 gigawatt entro il 2025, dagli attuali 50 GW.

Allo stesso tempo, negli Stati Uniti, l’amministrazione di Joe Biden ha detto che il nucleare verrà incluso nello “standard per l’energia pulita” rivolto alle società energetiche, per la produzione di energia elettrica carbon-free entro il 2035.

Anche paesi più piccoli stanno puntando sul nucleare. Gli Emirati Arabi Uniti, per esempio, hanno da poco avviato la loro prima centrale nucleare: sono il primo stato arabo a farlo.

LA PREVISIONE DI MORGAN STANLEY

Secondo la società di consulenza Morgan Stanley, nel 2021 la capacità nucleare aumenterà di 8 GW, e crescerà ad un tasso annuo dell’1,7 per cento fino al 2026.

SALGONO I PREZZI DELL’URANIO

Dall’inizio di marzo, scrive il Financial Times, i prezzi dell’uranio sono cresciuti dell’11 per cento, arrivando a 31 dollari per libbra. Molte aziende hanno acquistato forniture di uranio quest’anno, aiutando a farne salire i prezzi. Per esempio, il produttore canadese di uranio Denison Mines ha annunciato questo mese una spesa di 74 milioni di dollari per l’acquisto di 2,5 milioni di libbre di concentrato di uranio.

PROBLEMI DI OFFERTA

L’aumento della domanda ha acuito la carenza di offerta, a sua volta aggravata dalla pandemia di coronavirus. Lo scorso dicembre l’azienda canadese Cameco – il secondo maggiore produttore di uranio al mondo – ha annunciato la sospensione della produzione nella sua miniera di Cigar Lake, nella provincia di Saskatchewan, a causa del COVID-19.

Nonostante tutti questi movimenti, i prezzi dell’uranio non hanno raggiunto il picco registrato nel 2007 di oltre 137 dollari per libbra. Gli analisti più cauti nelle previsioni sostengono che la risalita dei prezzi dell’uranio sarà graduale e nel lungo termine.

Il settore è stato molto danneggiato dal disastro nucleare di Fukushima del 2011, che ha spinto il governo giapponese a disattivare i reattori nazionali.

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