L’incontro del ministro delle Imprese e Made in Italy (Mimit) con Edison, Ansaldo Nucleare, Enea, Politecnico di Torino e Nomisma Energia per avviare uno studio sul nuovo nucleare si pone in linea con le ultime mosse del governo per recuperare terreno in Europa
Se i contorni del Piano Mattei rimangono ancora incerti, seppur parzialmente definiti venerdì scorso da Giorgia Meloni in conferenza stampa, quelli della strategia italiana sul nucleare appaiono più chiari grazie ai numerosi avvicendamenti fatti registrare in materia in queste settimane. Da ultimo, questa mattina il ministro Adolfo Urso, titolare delle Imprese e del Made in Italy, ha incontrato i rappresentanti di diverse aziende del settore per tracciare il sentiero di un nuovo studio sul nucleare di ultima generazione.
Tutti i dettagli.
L’INCONTRO DEL MINISTRO URSO CON LE AZIENDE
Ultima mossa, dicevamo. Come reso noto dal dicastero di via Veneto, “il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato a Palazzo Piacentini una delegazione di Edison, Ansaldo Nucleare, Enea, Politecnico di Milano e Nomisma Energia che ha illustrato uno studio sull’energia nucleare di nuova generazione”. E’ stata, questa, l’occasione per ribadire la necessità e l’intenzione collettiva di “raggiungere gli obiettivi di completa decarbonizzazione al 2050 attraverso un mix di fonti produttive che preveda anche la presenza di una quota di energia termica”. E, allora, serve anche il nucleare.
“Vogliamo essere al passo con gli altri paesi europei e assicurare costi energetici competitivi e approvvigionamenti alle industrie italiane – ha spiegato il ministro Urso –. Nei prossimi giorni sarò in Slovacchia all’inaugurazione del nuovo reattore della centrale di Mochovce, realizzato da Enel. Abbiamo imprese di prim’ordine in Italia e dobbiamo riaprire la strada al nucleare, che presenta elementi di maggiore sicurezza rispetto al passato, è economico e ha emissioni zero”.
Insieme a @EnelGroupIT abbiamo approfondito i progetti di sviluppo per i territori italiani in settori strategici, dal fotovoltaico alle fonti rinnovabili, dall'idrogeno alle prospettive future della tecnologia legata al nucleare. Il colloquio è stato utile per approfondire gli… https://t.co/R2hDK6sbxg
— Adolfo Urso (@adolfo_urso) November 9, 2023
Commentando anche sui social, il ministro ha spiegato di voler “approfondire gli strumenti normativi e gli investimenti necessari a raggiungere obiettivi comuni di innovazione e rilevanza tecnologica, che portino l’Italia a essere più competitiva e a vincere la sfida della transizione energetica”.
LA STRATEGIA ITALIANA: LA PNNS
Sul nucleare, questo governo sta battendo forte da tempo. A settembre, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha lanciato la piattaforma nazionale, formalmente: Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile. Coordinata dal Mase con il supporto di Enea e Rse e verrà articolata in gruppi tematici, il ministro ne aveva parlato così: “Non si tratta evidentemente di proporre il ricorso in Italia alle centrali nucleari di grande taglia della terza generazione, ma di valutare le nuove tecnologie sicure del nucleare innovativo quali gli Small Modular Reactor (SMR) e i reattori nucleari di quarta generazione (AMR)”.
L’idea è quella di coinvolgere quanti più enti di ricerca e aziende possibili che stanno già lavorando e investendo nel settore nucleare, nella produzione di componenti e impianti e nelle applicazioni mediche. Obiettivo: “definire in tempi certi un percorso finalizzato alla possibile ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia e alle opportunità di crescita della filiera industriale nazionale già operante nel settore”. E ancora: “sviluppare nell’arco di alcuni mesi delle linee guida e una roadmap, con un orizzonte al 2030 e al 2050, per seguire e coordinare gli sviluppi delle nuove tecnologie nucleari nel medio e lungo termine”.
Anche alla fiera di Rimini di Ecomondo, Pichetto ha ribadito che “per conoscenze e storia l’Italia non può rimanere fuori dalla ricerca. Lo Stato non farà nessuna centrale nucleare. Non intraprenderà nessuna strada su questo, perché se ha ragione la scienza si avranno fra 8-10 anni i cosiddetti small reactor. E sarà il sistema di imprese a valutare, il ruolo dello stato sarà di permetterlo”.
IL MOMENTUM DEL NUCLEARE IN EUROPA
Questa spinta italiana si lega a recenti accelerate sul fronte nucleare a livello europeo. Già a luglio scorso, a Parigi, Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare hanno firmato un accordo per lo “sviluppo delle tecnologie degli Small Modular Reactor e coinvolgimento nell’intera filiera dei reattori EPR1200 già esistenti”. Un passaggio conclusivo della precedente “firma della letter of intent del 6 marzo scorso che aveva lo scopo di definire i principi di collaborazione per lo sviluppo del nuovo nucleare in Europa. Tra gli obiettivi, anche l’avvio di una riflessione sul possibile ruolo del nuovo nucleare nella transizione energetica italiana”, spiegava Ansaldo rilanciando a “diverse modalità di collaborazione verranno testate nei progetti in corso che potrebbero vedere Ansaldo Nucleare nel ruolo di partner chiave nella progettazione della nuova tecnologia di reattore e di fornitore di sistemi e componenti speciali. L’intero gruppo Ansaldo Energia potrà essere coinvolto nella fornitura di turbine per gli impianti di tecnologie esistenti e future”.
Su questo fronte, due giorni fa, Ansaldo Nucleare, Enea, Raten, Sck Cen and Westinghouse hanno siglato un’intesa per accelerare sull’implementazione dei Lead-Cooled Small Modular Reactors a livello europeo. Obiettivo finale, “l’implementazione commerciale di questa tecnologia con un time-to-market che resti il più breve possibile”. E così “ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, limitare le nostre emissioni di gas e la nostra dipendenza da paesi come la Russia, investendo massicciamente in energia offshore, infrastrutture a idrogeno, ma anche l’energia nucleare del futuro”, ha spiegato Alexander De Croo, Primo Ministro del Belgio. Che insieme alla Romania è in prima fila a livello continentale per la svolta europea sul nucleare. A Mol arriverà, infatti, un reattore di piccole dimensioni per dimostrare gli aspetti tecnologici e ingegneristici dell’SMR-LFR commerciale. A Pitești, invece, si lavorerà per il lancio di Alfred, il progetto europeo dell’Esnii (European Sustainable Nuclear Industrial Initiative) per sviluppare un dimostratore di Reattori a Neutroni Veloci Raffreddato al Piombo di IV generazione.