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Crisi Energetica

Ecco lo stato di salute delle utility. Report Agici-Accenture

Transizione energetica a portata di mano, utili e ricavi in crescita, debito sotto controllo e investimenti in espansione per le utilities italiane ed europee. Che cosa è scritto negli studi presentati da Agici e Accenture sulle utilities leader in Italia e in Europa. L’articolo di Energia Oltre

Utili e ricavi in crescita, debito sotto controllo e investimenti in espansione per le utilities italiane ed europee che procedono dritte verso la strada della transizione energetica. Sono queste alcune delle indicazioni che emergono dagli Studi presentati da Agici e Accenture sulle utilities leader in Italia e in Europa, realizzati nell’ambito dell’Osservatorio sulle Alleanze e le Strategie nel Mercato Italiano e Paneuropeo delle Utilities giunto alla sua XVIII edizione.

IN ITALIA UTILI AGGREGATI IN CRESCITA A OLTRE 1 MILIARDO DI EURO NEL 2017

Dallo studio emerge che nel 2017 è continuata la crescita delle performance economico-finanziarie delle multiutilities che operano in Italia. I principali operatori hanno fatto registrare oltre 1 miliardo di euro di utili aggregati, con un incremento del 15% rispetto al 2016. Le performance 2017 hanno beneficiato del positivo contesto macro-economico, di condizioni dei mercati energetici favorevoli, del contributo di nuove acquisizioni, di una diffusa crescita organica, dell’incremento dell’efficienza gestionale e di maggiori ricavi regolati dal settore idrico. Anche le prospettive di breve-medio termine sono positive.

LE PROSPETTIVE ECONOMICO-FINANZIARIE: PIANIFICATI INVESTIMENTI PER 74 MILIARDI DI EURO FINO AL 2022 IN ITALIA

L’analisi del debito effettuata da Agici e Accenture evidenzia una sempre maggiore sostenibilità dell’indebitamento finanziario delle utility. La Posizione Finanziaria Netta aggregata mostra una modesta crescita nel 2017 (+2,8% rispetto al 2016), raggiungendo il valore di 10,7 miliardi di euro, a fronte di investimenti delle principali multiutilities italiane per circa 2 miliardi di euro. Per quanto attiene gli investimenti, i principali gruppi energetici e utilities italiane hanno pianificato un volume di investimenti al 2022 di circa 74 miliardi di euro. Di questi, oltre 11 miliardi di euro sono attribuibili al comparto delle multiutilities e saranno destinati principalmente ad attività regolate (in media rappresentano il 78% degli investimenti pianificati dalle multiutilities). Buona parte del fabbisogno finanziario sarà coperto tramite autofinanziamento ed emissioni obbligazionarie.

A LIVELLO EUROPEO 120 MILIARDI D’INVESTIMENTI L’ANNO

A livello europeo, le performance dei 39 maggiori gruppi nel settore Gas&Power hanno mostrato nel 2017 un trend di ripresa in controtendenza rispetto alla contrazione dei risultati iniziata nel 2013. Il fatturato aggregato è ammontato a circa 1.660 miliardi di euro, con una crescita sul 2016 dell’8% trainata dalle società Oil&Gas. Questa tendenza si è riflessa anche sul reddito netto aggregato che, con un valore di 98 miliardi di euro, è risultato più che raddoppiato rispetto al 2016. Le utilities europee stanno ridefinendo gli orientamenti strategici e i piani di investimento. Nei prossimi anni i 39 maggiori operatori Gas&Power continentali hanno pianificato investimenti per oltre 120 miliardi di euro ogni anno. Buona parte di questi saranno destinati ai “new business”: smart grid, smart meter, sistemi di accumulo, demand side management, e-mobility, efficienza energetica, local grid e banda ultralarga.

NEL 2019 LE UTILITIES ITALIANE CRESCERANNO DEL 21% RISPETTO AL 2017energia

In sostanza, dall’analisi delle strategie e delle performance economico-finanziarie dei dieci maggiori player italiani nei settori elettricità, gas, idrico, rifiuti nonché dei 40 maggiori gruppi europei emerge che gli utili netti delle multiutilities analizzate continuano a crescere: da 870 milioni di euro nel 2016 a oltre 1 miliardo di euro nel 2017. Stesso discorso anche per i ricavi aggregati dei principali gruppi energetici europei che nel 2017 sono stati 1.670 miliardi di euro (+8% anno su anno), tornando a crescere dopo 4 anni consecutivi in diminuzione. Le performance economico-finanziarie al 2019 mostrano segnali incoraggianti, soprattutto per le utilities italiane. Nel periodo 2017-2019 è prevista una crescita degli utili del 21% per le utility italiane e del 2,4% per i principali gruppi energetici europei. Gli investimenti delle utility italiane sono destinati in buona parte ad attività regolate: in media le multiutilities destineranno il 78% degli investimenti pianificati ad attività regolate e circa 1,1 miliardi di euro all’anno in reti energetiche e idriche. Nel 2017 continua la crescita del numero di accordi di M&A e di partnership delle utilities e dei gruppi energetici italiani: ne sono stati registrati 86, undici in più rispetto al 2016. Complessivamente, il valore dei deal ammonta a circa 7,8 miliardi di euro. Per le società Gas&Power europee sono stati registrati 128 accordi di M&A e partnership nel 2017 (172 nel 2016) per un controvalore di oltre 14 miliardi di euro.

GILARDONI E CARTA: MUTAMENTI SETTORE NON PIÙ UN PROBLEMA, SIAMO NEL RINASCIMENTO DEGLI OPERATORI DI RETE

I profondi mutamenti del mercato energetico non sono ormai più un problema per le utility – ha affermato Andrea Gilardoni, Presidente di Agici e docente presso l’Università Bocconi -. Razionalizzazione, sfruttamento delle economie di scala, entrata in nuovi business, uniti al basso costo del debito, stanno garantendo risultati economico-finanziari brillanti e importanti risorse da destinare a nuovi investimenti”.

“La transizione energetica e gli obiettivi Sen – ha aggiunto Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici – porranno ulteriori grandi sfide agli operatori ma le utility stanno già ora ponendo le basi per affrontarle investendo soprattutto nelle reti elettriche, tassello fondamentale per abilitare un nuovo modello energetico decentralizzato, pulito e intelligente. Stiamo vivendo – ha concluso Carta – quello che potremmo chiamare un rinascimento degli operatori di rete”.

UNA PROPOSTA PER IL FUTURO: ALLE UTILITIES LA CABINA DI REGIA DI UN NUOVO MODELLO DI SMART CITY, BASATO SU DIGITALE, SOSTENIBILITÀ E OPEN INNOVATION

blockchainContribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia energetica nazionale supportando un nuovo modello di Smart City: è questa la proposta lanciata da Accenture alle utilities italiane. Le città del Bel Paese oggi ospitano il 70% degli Italiani, consumano il 60% dell’energia elettrica, il 70% del gas naturale e ben il 77% del carburante per autotrazione. È evidente come esse rappresentino un luogo chiave per innescare la trasformazione del territorio urbano.

Dall’analisi dello scenario attuale emerge come esistano ostacoli significativi alla realizzazione di questa visione futura. Nonostante gli sforzi apprezzabili compiuti dagli attori fin qui coinvolti per la diffusione di modelli di città intelligente, sussistono problemi che riguardano la stabilità della normativa di riferimento e degli incentivi pubblici, la mancanza di una governance complessiva, l’incertezza delle aziende a investire a causa della scarsa chiarezza del “business case” sottostante agli investimenti.

“Le utilities possono giocare un ruolo di rilievo per il raggiungimento degli obiettivi della Sen, aiutando i territori e in particolare le aree urbane a diventare Smart City, generando crescita, innovazione e valore. Per farlo devono puntare su tre abilitatori: la digitalizzazione, spinta da una sempre più rapida evoluzione e accessibilità delle tecnologie; l’introduzione delle logiche dell’economia circolare con un migliore utilizzo delle risorse e l’attivazione di sistemi aperti e di Open Innovation – ha osservato Pierfederico Pelotti, Responsabile Utilities di Accenture in Italia, Europa Centrale, Grecia -. In particolare con riferimento a quest’ultimo punto, la collaborazione alla base di questo nuovo modello di Smart City consentirà alle utilities di migliorare la regia complessiva delle attività necessarie, condividendo investimenti, coinvolgendo i diversi stakeholder dell’ecosistema dell’innovazione, nonché i cittadini”.

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