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Prezzi Elettricità

I prezzi del petrolio non scenderanno

Fatti, numeri, scenari dalle parole degli analisti sentiti da Cnbc. Intanto, il petrolio si sposta sull’offshore

Si parla molto di gas, di prezzi dell’energia, di caro energia, di forniture russe. Meno, anche se non di tanto, si parla di petrolio. Perché su questo i rapporti tra Europa e Russia sono meno stretti (per alcuni Paesi), perché il petrolio è meno vincolato da certe infrastrutture che sedimentano relazioni e costringono a tenere gli occhi chiusi per anni. Proprio come ha fatto l’Europa, che invece dalla invasione ucraina per mano di Putin ha iniziato a stravolgere tutto il suo impianto relazionale energetico.

Sul petrolio, sui prezzi del petrolio, hanno formulato alcune stime vari analisti sentiti da Cnbc.

COSA DICONO GLI ANALISTI SUI PREZZI DEL PETROLIO NEL 2022 E 2023

In sostanza, i prezzi del petrolio non varieranno da qui a fine anno. Caleranno marginalmente nel 2023, piuttosto. Dopo il 24 febbraio, i prezzi sono saliti a oltre 120 dollari al barile. Da qui a dicembre, si manterranno sotto i 100$. 95 dollari per il greggio Brent e 89$ per il WTI, per la precisione.

Secondo JP Morgan il valore dovrebbe risalire fino ai 101 dollari al barile. Per poi scendere ai 98 dollari al barile nel 2023. Sono stime, però, che non tengono ancora conto di una possibile – eventuale – recessione economica.

“Alcuni governi europei hanno modificato parti delle loro sanzioni per paura dell’aumento dei prezzi del greggio, consentendo effettivamente il sollevamento del greggio russo da parte delle aziende europee”, ha detto Natasha Kaneva, responsabile della ricerca globale sulle materie prime presso JPMorgan.

“In termini di previsioni attuali e salvo un importante imprevisto, mi aspetto ancora che il greggio Brent raggiunga una media di 108 dollari quest’anno”, ha detto Glenn Wepener, direttore esecutivo e stratega senior presso First Abu Dhabi Bank. Aggiungendo poi che vede il prezzo del Brent del 2023 a 97 dollari al barile. Un’idea simile è condivisa anche da Daniel Yergin di S&P Global.

Per il direttore di Refinitiv Oil Research in Asia Yaw Yan Chong, invece, prevarranno le spinte rialziste su quelle al ribasso.

VERSO L’OFFSHORE (NON DA OGGI)

Intanto, l’aumento dei prezzi del petrolio sta incoraggiando gli investimenti, insieme alla crescente domanda di energia dell’Europa. La guerra Ucraina-Russia prosegue, il Vecchio Continente continua a lavorare per staccare tutte le spine da Mosca.

I siti di produzione offshore sono più costosi da costruire rispetto allo scisto onshore, il tesoro degli investimenti dell’ultimo decennio. Ma, secondo la società di consulenza Rystad Energy, una volta che sono operativi possono ottenere profitti a prezzi inferiori rispetto ad altre forme di produzione.

 

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