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Giulio Sapelli

Dopo l’embargo al petrolio russo, dobbiamo puntare su rinnovabili. Parla Sapelli

Per Giulio Sapelli, storico ed economista, è il momento di puntare sulle energie rinnovabili, sburocratizzando i processi autorizzativi

I 27 paesi membri dell’Unione europea hanno raggiunto una faticosa intesa sull’embargo al petrolio russo. Quali conseguenze per l’Europa? Quali per l’Italia? Lo abbiamo chiesto a Giulio Sapelli, storico ed economista.

Professor Sapelli, cosa l’embargo al greggio russo per l’Europa?

Per l’Europa è una decisione dimostrativa, che paradossalmente grava più per l’Ucraina. La conseguenza maggiore è l’aumento di produzione già deciso dall’Opec. Una decisione che punta ad arginare un’aspettativa borsistica fortissima che porterà un fortissimo aumento di prezzi. Aumentano le quantità fisiche, diminuiscono i prezzi. Si spera.

E per l’Italia?

Per l’Italia il problema riguarda il gas, non il petrolio. Noi importiamo derivati del petrolio. Perché importiamo Oil, non benzina. Infatti, il vero problema di cui non parla nessuno è la raffinazione. Noi importiamo prodotti già raffinati e l’unica raffineria in Italia è Lukoil. Ecco: da questo punto di vista l’embargo al petrolio è una decisione disastrosa e irresponsabile perché avrà conseguenze sull’attività di raffinazione. Aspettiamo e vediamo cosa succede.

E questo petrolio russo, come lo sostituiamo?

Il governo sta già operando per trovare nuovi fornitori. Ma le alternative non sono tantissime…

Il giorno dello scoppio della guerra, Lei disse al nostro giornale che bastava aprire il Nord Stream 2 per riportare la pace. Adesso l’asticella si è alzata?

Bisogna battere i russi anzitutto sul piano militare. Poi si possono aprire tutti i gasdotti che vogliamo. Le sanzioni non sono mai state risolutive, serve fare la guerra ai russi con tutti i mezzi. La guerra si fa con la guerra.

Questa situazione può rappresentare un volano per le rinnovabili?

Certo che sì. Non bisogna avere pregiudizi sulle rinnovabili. Come non bisogna averne a prescindere sulle fonti fossili. Ben venga se questo contesto di crisi possa facilitare la svolta verso le rinnovabili. Serve facilitare le procedure autorizzative, però. Dobbiamo sburocratizzare i processi.

 

 

 

 

 

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