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Usa

L’Europa deve dare priorità alle rinnovabili. Le ricette di INET e Bartlett Institute

Dal paper emerge che serve riformare il mercato dell’elettricità

La risposta alle criticità europee in materia energetica sarebbe ed è rappresentata dalle energie rinnovabili. Secondo l’Istituto INET e il Bartlett Institute for Sustainable Resources dell’University College di Londra, i costi in bolletta ma anche i ricatti russi sulle forniture e l’emergenza climatica legata al caldo e alla siccità stanno mettendo a dura prova le famiglie e le imprese del Vecchio Continente.

Tante le soluzioni in campo. Di breve e lungo termine. Da un lato c’è la sicurezza energetica del presente più stretto: da garantire con fornitori extra-Russia, con estrazioni nazionali di gas, con l’impostazione di quello liquefatto dagli Stati Uniti. E con i rimedi economici a contrasto dei prezzi che salgono ogni giorno di più. Ma la transizione? Questione più del futuro, si dice. Eppure molto è stato già fatto e molto resta da fare. Oggi siamo, è vero, in una fase di limbo storico che però non deve significare la messa in secondo piano del vero progetto a difesa del clima e del pianeta.

L’EUROPA DEVE PASSARE ALLE RINNOVABILI

Dalla ricerca britannica, non a caso, emerge la necessità di approntare questa svolta adesso. Per Michael Grubb, autore dell’articolo, “i combustibili fossili fissano il prezzo dell’elettricità per la maggior parte del tempo, a livelli che ora sono molto più alti del costo energetico di almeno metà del sistema (le recenti energie rinnovabili e il nucleare esistente) – quindi il prezzo dell’elettricità è molto al di sopra del costo medio di generazione”.

Secondo Grubb, le rinnovabili costano meno e agendo sui prezzi si favorirebbe la svolta. Le energie rinnovabili a basso costo offrirebbero “un’opportunità che potrebbe essere colta con cambiamenti sostanziali nella progettazione del mercato dell’elettricità”.

COME RIFORMARE IL MERCATO DELL’ELETTRICITÀ

Come agire in dettaglio? Dal paper si specifica che “il fondamento di una risposta efficace dovrebbe essere il riconoscimento che, almeno per quanto riguarda l’elettricità, la crisi è strutturale”. Ue e Regno Unito sono già a buon punto nel ricavare elettricità da risorse non fossili. Il trend è in crescita ma serve abbandonare del tutto le fonti tradizionali, le più inquinanti.

“Per quanto riguarda l’elettricità, la crisi ha quindi messo in luce, e non creato, il fatto che i prezzi complessivi dell’elettricità non possono continuare a essere ragionevolmente fissati sulla base di una tariffazione a breve termine del costo marginale per tutti, in cui il gas determina il prezzo in modo del tutto sproporzionato”, si legge ancora nel paper. Dove si dettaglia anche che le rinnovabili costano una piccola frazione dei prezzi all’ingrosso sull’elettricità. Serve, inoltre, passare a un sistema basato sugli asset e non sulle materie prime: “la determinazione dei prezzi a breve termine basati sulle materie prime (un mercato di sola energia) è un modo estremamente inefficiente per finanziare asset ad alta intensità di capitale ma molto economici da gestire”.

Spetterà ai governi ridurre l’ampio divario tra i costi marginali e quelli medi del sistema e devono considerare le opzioni per indirizzare gli aiuti ai più vulnerabili. Aiuteranno gli sgravi, le redistribuzioni dei costi, ma anche le riforme. “Le opzioni che potrebbero offrire ai consumatori un accesso più diretto alle energie rinnovabili a basso costo, opportunamente strutturate, possono offrire nuovi modi di raggiungere questi molteplici obiettivi”.

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