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Trasporti

I produttori di camion anticipano il distacco dal diesel

Il direttore generale di Scania ha detto che verranno investiti 50-100 miliardi di euro in nuove tecnologie per i trasporti pesanti, come i combustibili puliti e l’idrogeno

Alcuni dei principali produttori di camion in Europa – Daimler, Scania, Man, Volvo, Daf, Iveco e Ford – si sono impegnati a terminare le vendite di veicoli forniti di motori a combustione tradizionali entro il 2040, dieci anni prima di quanto inizialmente pianificato.

INVESTIMENTI IN NUOVE TECNOLOGIE

Il direttore generale dell’azienda svedese Scania, Henrik Henriksson, ha detto al Financial Times che verranno investiti dai 50 ai 100 miliardi di euro in nuove tecnologie per i trasporti pesanti, come le batterie, i combustibili puliti e l’idrogeno. A tale proposito, i produttori di camion si stanno già confrontando con l’Istituto Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico.

Le sette aziende firmatarie del documento di impegni chiedono inoltre investimenti diffusi nelle reti elettriche e una tassazione sul carbonio più alta a livello europeo che possa aiutare la loro transizione.

COSA FA L’UNIONE EUROPEA

La Commissione europea sta attualmente discutendo proprio della decarbonizzazione dei trasporti e ha da tempo annunciato l’intenzione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Venerdì scorso i leader dei 27 paesi membri dell’Unione hanno invece deciso di alzare almeno al 55 per cento la quota di riduzione delle emissioni nette di gas serra entro il 2030. Il Regno Unito – il cui distacco da Bruxelles sarà effettivo tra poche settimane – ha detto di voler cessare le vendite di nuove automobili a benzina e a diesel (ibride incluse) entro il 2035.

LE DIFFICOLTÀ DI DECARBONIZZAZIONE DEL TRASPORTO MERCI

Johan Rockström, direttore dell’Istituto Potsdam, ha detto al Financial Times che il settore del trasporto merci è uno dei più complessi da decarbonizzare. “Ad oggi rappresenta la spina dorsale di qualsiasi società al mondo, ma dobbiamo riconoscere che [i camion] sono dipendenti dai motori a combustione interna per il trasporto di merci per tutte le industrie”.

L’“elettrificazione” dei camion è complicata perché le batterie non dispongono di abbastanza autonomia per soddisfare le necessità dei trasporti su lunghe distanze. Produrre batterie molto grandi, inoltre, è sconveniente da un punto di vista economico.

NON ESISTE UN “SILVER BULLET”

Il direttore generale di Scania, Henriksson, sostiene che non esista un silver bullet, un “proiettile d’argento” che risolverà da solo tutti i problemi legati alla decarbonizzazione del trasporto pesante, ma che al contrario saranno necessarie tante tecnologie diverse nel tempo. Ad esempio, i biocombustibili potrebbero aiutare a ridurre le emissioni nel breve termine. L’idrogeno potrebbe invece essere la soluzione di lungo periodo, ma saranno necessari investimenti in infrastrutture per lo stoccaggio e la fornitura ben diffuse sul territorio e sulle autostrade. Saranno necessari anche aggiornamenti e miglioramenti alla rete elettrica, in modo che possa gestire la domanda di ricariche più veloci da parte degli autocarri.

AUMENTARE LA TASSA SUL CARBONIO

Sempre Henriksson si è appellato alle istituzioni europee per una tassa sul carbonio più alta in tutta l’Unione, che disincentivi gli investimenti nei combustibili fossili. “Se i politici continuano a dare sussidi ai combustibili fossili”, ha detto al Financial Times, “sarà molto difficile per noi [rispettare gli impegni presi, ndr]. Dobbiamo cambiare l’atteggiamento dei nostri clienti, e quello dei clienti dei nostri clienti”.

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