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Cina Eolico Offshore

La Cina annuncia nuovi obiettivi climatici, ma non rivela tutto

La Cina vuole raggiungere le zero emissioni nette entro il 2060, ma non è ancora chiaro come. Il presidente Xi ha svelato alcuni dettagli

Sabato scorso, durante il suo intervento al vertice virtuale per i cinque anni dell’accordo di Parigi, il presidente della Cina Xi Jinping ha svelato alcuni dettagli del piano per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2060.

GLI OBIETTIVI CLIMATICI DELLA CINA

Ha detto ad esempio che la Cina ridurrà di oltre il 65 per cento (rispetto ai livelli del 2005) la sua intensità di carbonio entro il 2030: significa che le emissioni di anidride carbonica potranno continuare a crescere assieme all’economia, ma ad un tasso inferiore rispetto al passato.

Xi ha poi aggiunto che la quota delle fonti non-fossili nel consumo di energia primaria arriverà al 25 per cento circa, e che la capacità eolica e solare installata supererà i 1200 gigawatt (ad ottobre era di 455 GW): vale a dire un aumento medio di 75 GW all’anno. Infine, la Cina aumenterà la propria superficie forestale di 6 miliardi di metri cubi rispetto ai valori del 2005.

GLI ATTACCHI AGLI STATI UNITI

Il New York Times ha scritto che Xi ha fatto intendere di non voler svelare l’interezza del piano finché non avrà visto le mosse degli Stati Uniti, il principale rivale geopolitico cinese.

Il presidente eletto Joe Biden, il cui mandato inizierà il prossimo 20 gennaio, ha detto di voler decarbonizzare il settore americano dell’energia elettrica entro il 2035 e di voler raggiungere la neutralità carbonica nei quindici anni successivi. Ha anche messo a punto un piano per l’energia e il clima che prevede investimenti federali per 1,7 migliaia di miliardi in dieci anni.

Il discorso di Xi Jinping contiene inoltre degli attacchi impliciti all’amministrazione di Donald Trump, noto per il suo scetticismo nei confronti dei cambiamenti climatici e per la sua avversione al multilateralismo. E Xi ha per l’appunto detto che, quando si parla di clima, “l’unilateralismo non ci porterà da nessuna parte. Solo sostenendo il multilateralismo, l’unità e la cooperazione potremo raggiungere benefici condivisi e una situazione win-win per tutte le nazioni”.

Non è la prima volta che la Cina sfrutta un vertice internazionale per presentarsi come la nuova garante della cooperazione mondiale e per criticare – in maniera velata – l’approccio bilaterale dell’amministrazione Trump. A settembre, durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sempre Xi aveva invitato tutti gli altri paesi ad una “ripresa verde per l’economia mondiale nell’era post-COVID”; poco prima Trump aveva invece attaccato l’accordo di Parigi, dal quale ha ritirato gli Stati Uniti nel 2017.

LA DIPENDENZA DAL CARBONE

La Cina è attualmente il maggiore emettitore di gas serra al mondo. Emissioni che hanno continuato a crescere anche dopo la firma dell’accordo di Parigi, nel 2015; Xi ha detto che raggiungeranno il loro picco – per poi diminuire – “prima del 2030”. Entro il 2060 il paese dovrà azzerare tutte le sue emissioni nette: un traguardo che, per poter essere raggiunto, richiederà politiche ambientali più severe di quelle attuali.

Per il momento, tuttavia, Xi non ha ancora detto nulla circa l’intenzione di fissare un limite massimo alle emissioni di CO2, né ha svelato una strategia per la riduzione della dipendenza dal carbone – il combustibile fossile più inquinante –, di cui Pechino è il primo consumatore al mondo. Nel 2019 la capacità a carbone è diminuita, ma il combustibile genera ancora oltre il 62 per cento dell’energia elettrica.

Tra l’altro, in questi anni la Cina ha continuato a realizzare centrali a carbone, sia all’interno dei suoi confini che all’estero. Anzi, nella prima metà del 2020 Pechino ha approvato la costruzione di più centrali a carbone di quanto non abbia fatto nel 2018 e nel 2019 messi assieme. Questi nuovi impianti avranno una capacità complessiva di quasi 250 GW.

A proposito di attività all’estero, è notevole l’annuncio del Pakistan – uno dei paesi più importanti della Belt and Road Initiative cinese – di voler smettere di costruire nuove centrali a carbone entro il 2030.

OBIETTIVI CONTRASTANTI

Xi ha promesso di “promuovere uno sviluppo economico e sociale più ‘verde’ sotto tutti gli aspetti”. Resta dunque da capire in che modo Pechino riuscirà a bilanciare le garanzie di uno “sviluppo di alta qualità”, come è stato definito, con il sostegno alla crescita industriale e all’urbanizzazione rapida.

Il New York Times ha scritto che probabilmente Xi rivelerà qualche altro dettaglio sulla strategia per la neutralità carbonica nei primi mesi del 2021, quando sarà presentato il nuovo piano quinquennale, che conterrà anche gli obiettivi climatici ed energetici.

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