I dettagli del documento del Mite che verrà discusso oggi nel seminario a Bruxelles in vista della ministeriale del 9 settembre.
È urgente una riforma della struttura del mercato gas per garantire un sistema più aderente ai costi. Il limite massimo dei prezzi dovrebbe coprire tutte le transazioni fisiche e finanziarie presso gli hub dell’UE, concluse OTC o in borsa. Al tempo stesso il tetto dovrebbe essere sufficientemente alto rispetto ai livelli prebellici, in modo da risultare interessante per i produttori e gli esportatori. Un tetto deciso dalle autorità politiche a livello UE, tenendo conto dei prezzi internazionali del GNL, temporaneo e regolarmente rivisto. Sono alcune delle proposte che oggi il Mite, in un documento visionato da Energia Oltre, porterà al seminario europeo sul non-paper diffuso nei giorni scorsi con le indicazioni europee sul contrasto al caro-energia determinato dalla guerra tra Russia e Ucraina.
LE ALTRE PROPOSTE
Secondo quanto si legge nel documento “la misura dovrebbe essere integrata da un meccanismo di CfD o da altri meccanismi di compensazione pubblica per rimborsare gli importatori della differenza tra i prezzi internazionali superiori al tetto e il tetto per le risorse marginali necessarie a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, come le forniture spot di GNL”. Inoltre dovrebbe essere incluso “un quadro appropriato e coordinato per la gestione della domanda e i criteri di allocazione da attivare sia: i) in caso di raggiungimento del livello di cap, ma senza situazioni di carenza fisica di fornitura di gas; ii) in caso di carenza fisica di fornitura di gas naturale”.
IL CAP
Per quanto riguarda il livello del cap “Il limite massimo dovrebbe essere sufficientemente alto rispetto ai livelli prebellici, temporaneo, regolarmente rivisto e tenere in considerazione i prezzi internazionali del GNL (ad esempio i prezzi del GNL a Henry Hub e il benchmark JKM)” sottolinea il documento del Mite. In aggiunta “tutte le transazioni fisiche e finanziarie in tutti gli hub europei dovrebbero essere soggette al price cap (ad esempio importazioni dalla Russia ma anche altre importazioni, compresa la produzione interna di gas dell’UE, TTF ma anche altri hub)”. La base giuridica, si legge ancore nel documento “può essere un atto avente forza di legge che non necessita di recepimento nazionale, ad esempio un regolamento del Consiglio”.
I CONTRATTI IN ESSERE CHE FINE FARANNO?
Per quanto riguarda le implicazioni sui contratti correnti “i contratti indicizzati ai prezzi hub incorporerebbero il price cap nei meccanismi di nei meccanismi di formazione dei prezzi, dopo il periodo di sfasamento contrattuale: non è necessario modificare il calcolo delle quantità minime contrattuali e le formule di prezzo”. Mentre dal punto di vista dei meccanismi di compensazione “Potrebbe essere necessaria una potenziale compensazione (ad esempio attraverso la CfD): i. Per attrarre risorse marginali con un prezzo contrattuale superiore al limite massimo in caso di carenza di fornitura, come il GNL. ii. Per le importazioni di gas, sia di tubi che di GNL, già contrattualizzate al momento dell’introduzione della misura del Cap”.
IL MECCANISMO PER ATTRARRE RISORSE MARGINALI
Per quanto riguarda i meccanismi per attrarre risorse marginali e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento la proposta italiana prevede che quando si raggiunga il livello massimo, “un meccanismo CfD dovrebbe rimborsare gli importatori della differenza potenziale tra il premio di prezzo internazionale del GNL e il limite massimo. In questo contesto, un operatore che agisce come un’entità centralizzata dell’UE dovrebbe coordinare l’offerta marginale e compensare lo spread marginale (e l’allocazione tra i paesi dell’UE)”.
Infine, in caso di carenza di approvvigionamento (indipendentemente dalla proposta di tetto massimo) sono necessarie misure coordinate: “Assegnare le misure di gestione della domanda tra gli Stati membri (l’impatto delle carenze potrebbe non essere simmetrico tra gli Stati membri, ma gli effetti rilevanti dovrebbero essere equamente condivisi), tenendo conto anche delle misure di solidarietà tra gli Stati membri. E ripartire le misure di gestione della domanda tra le classi di consumatori (aggiornando e rafforzando i piani di emergenza)”.