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Bonus

Ecco quanto valgono gli Ecobonus

Dal 1998 attivati 292,7 miliardi di euro di investimenti riguardanti detrazioni per efficientamento e recupero edilizio. Il dossier del Servizio studi Montecitorio e del Cresme.

Gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2018, 17,8 milioni di interventi, ossia – considerando che le abitazioni sono il principale oggetto degli interventi di rinnovo – oltre il 57% delle abitazioni italiane stimate dall’Istat (31,2 milioni). In venti anni le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 292,7 miliardi di euro. È quanto emerge dall’aggiornamento del rapporto del Servizio Studi della Camera e Cresme presentato lo scorso novembre, sulla base di nuovi dati forniti dal Ministero dell’Economia relativi alla stima dell’impatto economico delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare. Anche alla luce del disegno di legge di bilancio 2019 (articoli 11 e 12) – ora all’esame del Senato – che prevede la proroga anche per il prossimo anno, delle detrazioni spettanti per le spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica. (qui il rapporto completo)

NEL 2018 CIRCA 3,5 MILIARDI PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA. INCENTIVI CONCENTRATI SOPRATTUTTO AL NORD

efficienza energeticaIl dato a consuntivo per il 2017 indica un volume di investimenti pari a 28.106 milioni di euro veicolati dagli incentivi, riconducibili a 3.724 milioni di euro per la riqualificazione energetica e a 24.382 milioni di euro per il recupero edilizio. Le previsioni per il 2018, sulla base delle dinamiche registrate nei primi otto mesi dell’anno, indicano un volume di spesa complessivo superiore ai livelli del 2017, con 28.587 milioni di euro, imputabili per 3.549 milioni di euro alla riqualificazione energetica e per 25.038 milioni al recupero edilizio. Secondo l’analisi territoriale è evidente “un maggiore utilizzo degli incentivi nelle regioni del Nord e del Centro rispetto a quelle del Mezzogiorno”, anche se proprio al Sud si registrano i maggiori tassi di incremento percentuale.

L’IMPATTO DELLE MISURE DI INCENTIVAZIONE RIGUARDA QUASI MEZZO MILIONE DI LAVORATORI

Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale hanno avuto anche “un rilevante impatto” sull’occupazione: 426.745 lavoratori nel 2018, dei quali 284.497 diretti e 142.248 nell’indotto.

IMPATTO SULLE FINANZE PUBBLICHE STIMATO IN CIRCA 130 MILIONI DI EURO L’ANNO NEL LUNGO PERIODO

Per quanto riguarda, invece, l’impatto sulle finanze pubbliche delle politiche di incentivazione tra il 1998 e il 2018 elaborata dal CRESME, il rapporto evidenzia “a fronte di minori introiti conseguenti alla defiscalizzazione e stimati in 137,3 miliardi di euro, un gettito fiscale e contributivo in base alla legislazione vigente, per i lavori svolti, pari a 110,8 miliardi di euro, con un saldo totale negativo in venti anni di 26,5 miliardi di euro, pari a 1,25 miliardi di euro medi annui dal 1998 al 2018”. Considerando, però, che lo Stato incassa i proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori e distribuisce le detrazioni fiscali (il mancato gettito) nell’arco dei successivi dieci anni, “l’introduzione di ulteriori elementi di natura finanziaria basati sull’attualizzazione dei valori precedentemente esposti modificherebbe il saldo generando un risultato negativo in venti anni di -2,6 miliardi di euro (130 milioni di euro all’anno)”. Manovra

SE SI TIENE CONTO DI TUTTE LE VARIABILI IL SALDO POSITIVO PER LO STATO è di 8,8 MILIARDI DI EURO

“Un ulteriore approfondimento dell’analisi, che prende in considerazione, da un lato, i minori introiti per lo Stato legati agli interventi di efficientamento energetico (minori imposte sui consumi di energia) e, dall’altro, la quota di gettito per lo Stato derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati (quota ricavata dalla Matrice di contabilità sociale, pur considerata in forma prudenziale) – evidenzia il rapporto -, determina un saldo positivo per lo Stato di 8,8 miliardi di euro. Allargando, poi, il campo della valutazione a tutti gli attori che rivestono un ruolo nel sistema in cui si inseriscono le agevolazioni, ossia Stato, Famiglie e Imprese, si delineerebbe, nel periodo 1998-2017, un saldo positivo per il sistema Paese valutabile in oltre 23,5 miliardi di euro. Il saldo per lo Stato di circa 8,8 miliardi di euro deriva dall’incremento del gettito (positivo), dai flussi derivanti dalle detrazioni (negativi), dalle maggiori entrate derivanti dalla Matrice di contabilità Sociale (positive) e dal minor gettito fiscale sui consumi energetici (negativo)”.

L’IMPATTO SULLE FAMIGLI E LE VARIABILI DIFFICILI DA QUANTIFICARE

Per quanto riguarda le famiglie, o più correttamente gli investitori, il risultato “negativo” di -224,5 miliardi di euro “è conseguente al saldo tra l’investimento effettuato (negativo), le detrazioni fiscali (positive) e il risparmio sulle bollette energetiche (positivo). Le imprese e il fattore lavoro vantano un saldo positivo di +239,2 miliardi di euro quale risultato di un fatturato (positivo), all’interno del quale sono compresi i compensi e le retribuzioni per gli occupati delle imprese stesse, nonché le imposte e gli oneri sociali sostenuti dalle imprese e attribuibili agli incentivi fiscali (negativi)”, evidenzia il rapporto che tuttavia aggiunge: “Oltre a quanto precedentemente evidenziato, come si è già rilevato nelle precedenti edizioni, nella stima dell’impatto delle detrazioni andrebbero considerati ulteriori aspetti importanti, che allo stato attuale appare complesso quantificare. Si tratta in particolare: degli effetti in termini di emersione dei redditi e dell’occupazione ‘irregolare’; della riduzione delle emissioni di CO2 prodotta dalla riduzione dei consumi energetici; della valorizzazione del patrimonio immobiliare, in termini di decoro, prestazioni funzionali e prevenzione dei rischi”.

PER LE COMMISSIONI INDUSTRIA E AMBIENTE DEL SENATO GLI ECOBONUS ANDREBBERO ESTESI A TUTTO IL TRIENNIO 2019-2021

In ogni caso le Commissioni Industria e Ambiente del Senato, proprio durante le discussioni della manovra, si sono occupate di ecobonus chiedendo nelle loro osservazioni indirizzate allo stato di previsione di ministero dello Sviluppo economico e ministero dell’Ambiente di valutare “l’opportunità di intervenire al fine di prevedere che la proroga, disposta dall’articolo 1 comma 40, delle detrazioni spettanti per le spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia e per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, attualmente prevista per il solo anno 2019, venga estesa a tutto il triennio 2019-2021”.

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