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Senato

I rilievi del Senato su bonus-malus auto, rinnovabili ed ecobonus

La manovra approda a Palazzo Madama dove verranno introdotte parecchie modifiche: ma secondo il dossier dei tecnici c’è qualche dubbio su alcune norme energetiche

I tecnici del Senato chiedono “chiarimenti” sulla norma riguardante il bonus-malus sulle auto in relazione alle emissioni di Co2 e sulla base imponibile dei proventi economici” liberamente pattuiti dagli operatori del settore con gli enti locali sul cui territorio insistono gli impianti alimentati da fonti rinnovabili”. E qualche chiarimento sulle metodologie di stima usate per la proroga delle detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica. Nulla da osservare in relazione alla riduzione dei versamenti delle bollette alla Csea. È quanto si legge nel dossier di documentazione preparato dai tecnici di Palazzo Madama sulla manovra, dove è attualmente all’esame la legge di bilancio, in tema di energia

BONUS-MALUS EMISSIONI CO2

autoSulla misura il governo ha già promesso interventi. Ma i tecnici del Senato hanno comunque dovuto ragionare sull’esistente. E hanno chiesto chiarimenti, in particolare “andrebbe valutata l’opportunità – scrivono – di individuare una clausola di salvaguardia da attivare nel caso in cui gli aventi diritto possano vantare un ammontare complessivo di crediti di imposta superiori al tetto di spesa”. Questo perché, scrivono i tecnici nel dossier “la stima parrebbe escludere sia un effetto incentivo verso gli acquisti di auto meno inquinanti (almeno per gli anni successivi al 2019) sia effetti di segno contrario nel tempo per gli acquisti di auto ‘inquinanti’, potenzialmente derivanti dalle disposizioni in parola; non è preso poi in considerazione un possibile effetto sostituivo, verosimilmente a favore delle autovetture “ecologiche” o anche a favore delle auto con emissione tra i 90 e i 110 CO2 g/km per le quali non vi è alcuna imposizione, con potenziale conseguente diminuzione del gettito stimato”. In tal senso “un approccio più prudente avrebbe potuto suggerire una posizione di neutralità della norma sui saldi di finanza pubblica, i cui effetti eventuali si sarebbero potuti apprezzare a consuntivo”.

IMPIANTI ALIMENTATI DA FONTI RINNOVABILI

La norma, inserita alla Camera dei deputati, dispone che, ferma restando la natura giuridica di libera attività d’impresa dell’attività di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita di energia elettrica, i proventi economici liberamente pattuiti dagli operatori del settore con gli enti locali sul cui territorio insistono gli impianti alimentati da fonti rinnovabili – sulla base di accordi sottoscritti prima del 3 ottobre 2010, data di entrata in vigore delle linee guida per lo svolgimento del procedimento di autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili – restino acquisiti nei bilanci degli enti locali, mantenendo tali accordi piena efficacia. Inoltre, una volta entrata in vigore la manovra gli accordi vengono rivisti alla luce delle linee guida mentre gli importi già erogati o da erogarsi in favore degli enti locali concorrono alla formazione del reddito di impresa del titolare dell’impianto alimentato da fonti rinnovabili. Proprio su questo punto i tecnici del Senato segnalano “che il concorso al reddito di impresa dei corrispettivi in esame in favore dei comuni sembrerebbe determinare, quale componente negativo di reddito, una riduzione della base imponibile soggetta a tassazione, con conseguente perdita di gettito ai fini delle imposte sui redditi/IRAP. Qualora questa deducibilità fosse già riconosciuta, si chiede di sapere, in quanto la norma sembra sancirne la deducibilità, se ci sia in atto un contenzioso per il quale sarebbe da stimare l’onere da minor gettito”. sen 2017

PROROGA DELLE DETRAZIONI FISCALI PER INTERVENTI DI EFFICIENZA ENERGETICA

Per quanto riguarda la proroga delle detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica, il dossier dei tecnici del Senato chiede di chiarire “stante il reiterarsi della metodologia di stima, se sia stato predisposto un monitoraggio ad hoc, per ciascuna tipologia di detrazione (recupero edilizio, riqualificazione energetica, interventi condominiali, IACP, acquisto mobili), volto a registrare ex post le variazioni di gettito; nello specifico sarebbe utile poter disporre di dati ed informazioni a consuntivo in ordine all’ammontare delle nuove detrazioni fruite per ciascun anno offrendo una rappresentazione degli importi annuali per un arco temporale significativo ai fini della stima. Altro supplemento informativo riguarderebbe i maggiori incassi erariali a titolo di Iva, Irpef Ires e Irap riscontrati nel tempo e specificamente ascrivibili agli interventi normativi in materia”. Nello specifico delle detrazioni per l’efficienza energetica la Relazione Tecnica associata alla proroga disposta con la legge di bilancio 2018, “a fronte di una spesa effettiva di circa 3.800 mln di euro registrata nell’anno 2015 ipotizzava per il 2018 un ammontare complessivo detraibile pari a 4.250 milioni di euro”
“Si evidenzia – scrivono i tecnici – che anche la Relazione Tecnica all’esame ripropone i gli stessi importi: sia il valore di 3.800 mln di euro che è tratto dalle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2017 (anno di imposta 2016) sia la previsione di spesa detraibile indicata in 4.250 milioni di euro. In relazione alle dinamiche registrate nei primi otto mesi dell’anno – che indicano un volume di spesa complessivo superiore ai livelli del 2017 (imputabili per 3.549 milioni di euro alla riqualificazione energetica) ma che continua a collocarsi all’interno della previsione – andrebbe valutata l’opportunità di acquisire maggiori informazioni in ordine al trend registrato ed a quello tendenziale al fine di confermare il carattere prudenziale della stima”. Inoltre, sempre la Relazione tecnica “nell’indicare la spesa annua, distinguendo tra infissi, schermature solari e caldaie a condensazione ed a biomassa, riferisce genericamente di aver considerato ‘anche dati pubblicati da ENEA nel 2018’. Sarebbero utili maggiori informazioni sulla base dati utilizzata”. Stesso discorso nell’individuare la spesa base e quella indotta dall’effetto incentivante: secondo i tecnici si sono considerati “gli importi di spesa annua per la metà (rispettivamente di 2.607 mln di euro e di 1.643 milioni di euro), in modo analogo a quanto fatto per la proroga disposta con la legge di bilancio 2018” ma diversamente dalla Relazione tecnica che parte “dal medesimo dato di spesa complessiva (pari a 4.250 mln di euro) indicava invece come spesa base e spesa incrementale valori differenti dalla metà e precisamente 2.050 mln di euro di spesa base e 2.200 milioni di euro di spesa incrementale. Andrebbero chiarite le ragioni per cui nella stima in esame si è ritenuto di confermare il criterio adottato lo scorso anno nella determinazione delle due componenti della spesa”.

RIDUZIONE DEI VERSAMENTI ALLA CSEA

La norma limita al 31 dicembre 2018 la previsione secondo la quale quota parte delle maggiori entrate derivanti dall’estensione della platea dei contribuenti assoggettati alla “Robin Hood tax” è destinata alla riduzione della componente A2 della tariffa elettrica deliberata da Arera. Contestualmente, dispone che dal 1 gennaio 2019 le somme siano acquisite all’entrata del bilancio statale, a miglioramento dei saldi di finanza pubblica. La Relazione tecnica i proventi economici liberamente pattuiti dagli operatori del settore con gli enti locali sul cui territorio insistono gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e stima che l’effetto sui saldi sia parti a 15,1 milioni di euro per il 2019, 2020 e 2021.

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