Advertisement Skip to content
Emissioni Banche

Pressing Ue per obiettivi più ambiziosi sul taglio delle emissioni

Il commissario europeo all’energia Miguel Arias Cañete chiede di raggiungere una riduzione della Co2 del 45% entro il 2030

Un nuovo giro di vite sulle emissioni di anidride carbonica prima che prendano il via i prossimi negoziati Onu sul clima in programma a fine anno. L’Unione europea ha intenzione di spingere nuovamente sull’acceleratore e, secondo quanto anticipa il Financial Times, Miguel Arias Cañete, commissario europeo all’energia, ha come obiettivo quello di prendere in mano le redini di Bruxelles e fare pressing sugli altri Stati membri affinché adottino un obiettivo più aggressivo e ambizioso di riduzione delle emissioni di Co2.

L’OBIETTIVO È RIDURRE LE EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA DEL 45% ENTRO IL 2030

UEL’Unione europea ha già adottato nei mesi passati i target di riduzione delle emissioni di anidride carbonica più ambiziosi al mondo, ma Cañete vuole che l’Ue vada oltre. “Dobbiamo premere l’acceleratore”, ha ammesso il commissario secondo quanto riferisce Ft. Dopo la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima, l’Unione europea ha continuato infatti ad essere uno dei principali sostenitori della riduzione degli obiettivi di emissione. Con il nuovo target proposto dal commissario europeo, l’Ue aumenterebbe il taglio portandolo al 45% entro il 2030, contro l’attuale 40% sempre in rapporto ai livelli di riferimento del 1990. Per innalzare l’obiettivo ufficiale dell’Ue è necessaria, tuttavia, l’approvazione degli Stati membri e in particolare del Consiglio europeo.

PRONTA UNA DI CAÑETE LETTERA AI MINISTRI UE: SERVONO INVESTIMENTI E PIÙ RINNOVABILI

La lettera che Cañete invierà all’organo europeo, anticipa il Financial Times, comprenderà una modellizzazione in grado di dimostrare come l’Ue ridurrà “de facto” le emissioni del 45 per cento entro il 2030 grazie agli altri obiettivi in materia di energia recentemente adottati. Con la nuova legislazione, entro il 2030 almeno la metà dell’elettricità dell’Ue proverrà da fonti rinnovabili, ha infatti ammesso il commissario Ue. Per raggiungere i nuovi target in materia di energia e cambiamenti climatici sarà tuttavia necessario anche un mix di investimenti pubblici e privati da 379 miliardi di euro all’anno tra il 2021 e il 2030, nonché di un aumento del 50% della quantità di nuove energie rinnovabili installate ogni anno. Il raggiungimento del nuovo obiettivo in materia di energie rinnovabili è “chiaramente una sfida”, ha aggiunto Cañete.

SCARSI PROGRESSI IN VISTA DELLA COP24 DI KATOWICE eolico Ue

Cañete ha anche ammesso che i negoziati Onu sul clima, che si terranno a dicembre a Katowice, in Polonia, saranno “difficili”. I paesi che hanno sottoscritto l’accordo di Parigi sul clima del 2015 cercheranno di concordare un “corpus di norme” comune che disciplinerà il patto. Tuttavia, i colloqui preparatori della conferenza, noti come COP24, hanno registrato scarsi progressi a causa dei dissidi sull’opportunità di creare un’unica serie di norme valida per tutti o di realizzare norme diverse per i paesi sviluppati e per quelli in via di sviluppo. La situazione si è appesantita, inoltre, dopo il duro colpo sferrato dagli Usa all’accordo di Parigi l’anno scorso quando il presidente americano Donald Trump ha deciso che gli Stati Uniti si sarebbero ritirati dall’intesa sulla base degli “oneri finanziari ed economici draconiani” imposti al suo paese.

PER ALCUNI L’EUROPA POTREBBE FARE MOLTO DI PIÙ

La mossa dell’Europa potrebbe rappresentare, quindi, la prima vera scintilla in direzione di un contrasto deciso ai cambiamenti climatici: se i ministri europei decideranno di adottare formalmente il nuovo obiettivo in materia di emissioni prima dei negoziati Onu sul clima, il Vecchio Continente diventerà la prima grande economia ad innalzare i propri obiettivi climatici nel quadro delle Nazioni Unite. Alcuni sostengono tuttavia che l’Ue dovrebbe essere molto più ambiziosa, tenuto conto del notevole calo dei costi dell’energia eolica e solare e della necessità di mantenere gli aumenti di temperatura al di sotto di 1,5 gradi centigradi. A giugno i ministri dell’Energia di 14 Stati membri – tra cui Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi – avevano scritto alla Commissione chiedendole di aumentare le sue ambizioni, con proposte che arrivano a chiedere riduzioni addirittura fino al 55% entro il 2030.

CLIMATE ACTION NETWORK: BENE EUROPA MA NON BASTERÀ PER ATTUARE ACCORDI PARIGI

Ma anche uno sforzo di questo tipo potrebbe non essere decisivo. Climate Action Network Europe (Can) ha stimato che l’aumento al 45% sarà “ben al di sotto di quanto necessario per l’attuazione dell’accordo di Parigi”. Wendel Trio, direttore di Can Europe, ha ammesso: “Siamo lieti di constatare che vi è un crescente slancio tra gli Stati membri per portare l’azione dell’Ue in materia di clima da ‘incrementale’ a ‘trasformazionale’. L’aumento deve andare ben oltre quanto è attualmente sul tavolo e superare definitivamente gli obiettivi energetici recentemente innalzati”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su