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bollette elettricità

Fine del mercato tutelato dell’energia o no? Perché c’è ancora confusione

Al momento, nella bozza del Dl Energia che oggi andrà esaminata nel pre-Consiglio dei ministri per poi essere portata a Palazzo Chigi nel vertice di lunedì non ve n’è traccia

Arrivano segnali contrastanti sulla fine del regime di mercato tutelato per l’energia elettrica. Ufficialmente entro il 10 gennaio del 2024 tutti gli italiani dovranno passare dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia elettrica. Con alcune eccezioni per le categorie più vulnerabili. Ma perché questa confusione?

LE PAROLE DI PICHETTO: SONO IN CORSO VALUTAZIONI DA PARTE DEL GOVERNO SUL MECCANISMO DI TRAGHETTAMENTO

Ieri il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo a un’interrogazione in Senato, ha ricordato che “è in fase di attuazione l’ultimo step” che coinvolge i clienti domestici. “Il governo è conscio della rilevanza di questo passaggio e, in particolare, dell’importanza di accompagnare tale cambiamento con un’adeguata attività di informazione, affinché si promuova la massima consapevolezza da parte degli utenti e il completamento della liberalizzazione del mercato rappresenti un reale beneficio per gli stessi”.

Tanto è vero che il ministro ha annunciato che “saranno svolte campagne di comunicazione istituzionale su larga scala, attraverso una pluralità di canali divulgativi e sui principali media a diffusione nazionale, in coordinamento con Arera e con il supporto di Acquirente Unico” per informare gli utenti “degli strumenti a loro disposizione per una scelta consapevole dei fornitori e delle offerte, nonché degli strumenti di tutela”.

Tuttavia, ha aggiunto ripetendo quanto già detto nelle settimane addietro, “sono in corso valutazioni da parte del governo sul meccanismo di traghettamento al di fuori del mercato tutelato dei clienti domestici, ed in particolar modo dei vulnerabili, tenendo conto dell’instabilità dei prezzi dell’energia in questa fase storica”.

Più chiaro era stato in un convegno sempre durante questa settimana: “Oggi sul mercato tutelato abbiamo 10 milioni di famiglie – ha detto il ministro -. Stiamo valutando se davvero questa fine del mercato tutelato determinerà la riduzione dei prezzi”.

UNA POSSIBILE NUOVA PROROGA?

Si preannuncia dunque una proroga? Malgrado sia la Commissione europea a richiederlo come obiettivo inserito nel Pnrr, sono anni che si procede di proroga in proroga. L’ultima è quella del dl Aiuti quater approvata a fine 2022 dal governo Meloni, che proprio in questi giorni ne sta valutando un’altra di 6 mesi all’interno di un decreto energia che dovrebbe vedere la luce proprio in questi giorni.

NESSUNA TRACCIA NELLA BOZZA DI DL ENERGIA

Al momento però, nella bozza del Dl Energia che oggi andrà esaminata nel pre-Consiglio dei ministri per poi essere portata a Palazzo Chigi nel vertice di lunedì non ve n’è traccia. E a quanto risulta, anche in Arera ancora non sanno ancora se le campagne informative verranno calendarizzate malgrado sia tutto pronto. Dipende dalla volontà politica di un possibile slittamento o meno.

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L’Authority ha comunque definito il funzionamento del regime transitorio che entrerà in vigore subito dopo la fine del mercato tutelato. Si tratta del cosiddetto “Sistema a Tutele Graduali (STG)” e interessa chi non avrà scelto un fornitore sul Mercato Libero. A queste utenze verrà assegnato in automatico un nuovo fornitore, individuato tramite un’asta territoriale. Le bollette saranno calcolate saranno calcolate in modo simile per tutti i consumatori: il prezzo sarà unico in tutto il Paese, con un sistema di perequazione per i venditori. Le condizioni contrattuali saranno simili a quelle delle offerte PLACET (Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela), attualmente in vigore.

IL MERCATO TUTELATO HA GARANTITO QUASI SEMPRE PREZZI PIU BASSI DEL LIBERO

Non bisogna dimenticare, infatti, che eccetto l’ultimo trimestre del 2022, “quando con un aumento del 66% dell’elettricità nel mercato tutelato, i clienti del libero con un contratto fisso hanno pagato di meno, in tutti questi anni sono state le bollette del tutelato a risultare più convenienti, mentre per decreto è intervenuto il governo l’anno scorso per impedire alle compagnie del mercato libero di apportare delle modifiche unilaterali e aumentare i prezzi dei contratti fissi che erano diventati troppo vantaggiosi”, ha scritto il Fatto Quotidiano.

PROROGHE

Quella del Dl Aiuti quater di fine 2022 è stata solo l’ultima di una serie di proroghe che si susseguono dal 2015. Ma affondano le radici addirittura dal Decreto Bersani del 1999 che aveva il compito di superare il monopolio statale nel settore energetico. Procedendo in ordine di tempo, l’avvio della liberalizzazione del mercato elettrico venne varata da Matteo Renzi e Carlo Calenda otto anni fa. Le data dell’obbligo era stata prevista per il primo luglio 2019, rinviata poi all’anno successivo, quando il decreto Milleproroghe ha stabilito che i consumatori avrebbero avuto tempo fino al 31 dicembre 2023 per usufruire del mercato tutelato e decidere entro il 10 gennaio 2024 a quale operatore affidarsi

ANCHE ARERA AVEVA AUSPICATO UNO SLITTAMENTO

Supportati anche dall’Arera, nella Relazione al Parlamento di luglio scorso, la stessa Authority aveva auspicato uno slittamento dei termini per diverse ragioni non da ultima la difficoltà nel gestire le gare di assegnazione dei clienti domestici in così poco tempo. Nel caso in cui gli utenti non scelgano direttamente il fornitore, infatti, si terranno delle aste, dove è prevista anche una clausola sociale: chi si aggiudica il cliente, dovrà farsi carico anche di parte dei dipendenti della vecchia società che gestiva il servizio.

CGIL E FILCTEM CGIL: PASSAGGIO OBBLIGATO DA MERCATO TUTELATO A MERCATO LIBERO È UN ERRORE

“Le scelte del Governo in materia di tutela del mercato appaiono contraddittorie, ma hanno un unico filo conduttore: la tutela di aree di oligopolio e la penalizzazione delle fasce più deboli della popolazione. Così, mentre si difendono le concessioni balneari sottraendole al mercato e non si apre il mercato delle licenze dei taxi, si dettano scadenze e modalità ultimative per il superamento del mercato tutelato dell’energia elettrica”, hanno scritto in una nota congiunta, il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli. “Questa scelta, che interessa circa 10.600.000 utenze sul totale dei 31,1 mln di utenze domestiche – spiegano i dirigenti sindacali – rischia di gravare sulle fasce più deboli della popolazione che già soffrono per gli aumenti dell’inflazione. A conferma di ciò sono i consumi unitari delle famiglie attualmente nel mercato tutelato che risultano più bassi di oltre il 15% annuo di quelli delle famiglie a mercato libero, con un divario che è in aumento rispetto al 2021”.

“Inoltre, a conferma di quanto sopra, in termini di percentuale di mercato sull’energia consumata, l’attuale segmento del mercato a maggior tutela, assorbe solo l’8,7% dei volumi dell’intero mercato elettrico. Non si capisce quindi – aggiungono Cgil e Filctem – né la necessità né l’urgenza e la tassatività del processo di superamento
della maggior tutela. Evidenziamo poi forti criticità circa tempi e modalità che possono creare incertezza e confusione nel mercato, finendo per danneggiare sia i clienti che i lavoratori delle imprese che operano nel mercato dell’energia”.

Gesmundo e Falcinelli sottolineano che “nel resto del mondo il superamento della maggior tutela si è favorito con un processo spontaneo, in cui è il cliente a fare le proprie scelte con informazioni adeguate. Un cambiamento repentino basato su meccanismi come quelli scelti dal Governo, a partire dalle aste, può creare incertezze nei clienti e può avere ripercussioni sui lavoratori del settore, spostando contratti da un operatore all’altro, con le società di vendita che vedranno così variare improvvisamente i propri volumi di lavoro”.

“La soluzione – concludono i due segretari – è permettere ai clienti delle compagnie elettriche di scegliere autonomamente e ai lavoratori e alle aziende di affrontate il cambiamento in maniera non traumatica. Chi sceglie il libero mercato deve essere messo in condizioni di farlo con piena consapevolezza e non trovandosi nella condizione di
non sapere come orientarsi”.

AUMENTA LO SWITCHING, 64,8% CLIENTI DOMESTICI HA SCELTO MERCATO LIBERO

Se andiamo a vedere i numeri dello switching, cioè di quanti sono passati dal mercato tutelato al libero, gli ultimi dati di Arera contenuti nella Relazione al Parlamento di luglio mostrano per il 2022 un numero di punti di prelievo domestici pari a 30,1 milioni, di cui 10,6 serviti in maggior tutela e 19,5 milioni nel mercato libero. I punti domestici serviti nel mercato libero sono ormai saliti al 64,8% (dato che aggiornato a marzo 2023 arriva al 69,3%).

SECONDO L’INDAGINE FACILE.IT SONO 9,5 MILIONI I CONSUMATORI DOMESTICI NEL TUTELATO

Secondo un’indagine di Facile.it, sono invece circa 9,5 milioni i consumatori domestici che ancora si trovano sul mercato tutelato per l’elettricità. Se non faranno il trasferimento in autonomia, la loro fornitura verrà assegnata d’ufficio e tramite asta ad un nuovo operatore. Del totale, però, sono stati quantificati a circa 4,5 milioni i clienti vulnerabili (cioè che probabilmente rimarranno fuori dal sistema delle aste perché non sceglieranno il mercato libero prima del termine). In merito ai consumi di gas, invece, sono ancora 6,9 milioni gli italiani attivi sul mercato tutelato.

I VOLUMI DEL MERCATO LIBERO

Se invece si guarda ai volumi, il mercato libero è ancor più ampio: sempre nel 2022, infatti, secondo i dati di Arera, l’energia acquistata dal settore domestico in questo mercato è salita al 68,5% dal 61% dell’anno precedente. I punti di prelievo domestici che si riforniscono nel servizio di maggior tutela sono ancora poco meno di un terzo del totale. Lo scorso anno la quota delle famiglie che acquistano l’elettricità nel mercato libero ha superato il 50% in tutte le regioni (nel 2021 mancava la Sardegna). Le regioni in cui più del 65% dei punti di prelievo domestici è servito nel libero sono otto, erano due nel 2021.

Lo switching delle famiglie è nuovamente cresciuto, sia in termini di punti di prelievo, sia in termini di volumi, avvicinandosi a quello delle utenze non domestiche. Il 17,9% dei clienti domestici – circa 5,3 milioni di punti di prelievo – ha cambiato fornitore almeno una volta nel corso dell’anno. Negli ultimi anni l’attività di switching delle famiglie ha confermato una certa accelerazione rispetto a un trend più modesto mantenuto sino al 2018.

SALE ANCHE IL NUMERO DEGLI OPERATORI

Anche nel 2022, il numero di operatori è salito, benché in misura minore rispetto agli ultimi anni per un totale di 560 venditori attivi. 15 imprese hanno avviato l’attività di vendita nel mercato libero elettrico: tra loro, molte sono società che erano già presenti nei mercati energetici con altre attività. Risultano 66 imprese aver cessato l’attività, un numero molto più ampio del passato perché include le molte operazioni di rettifica sulle attività di società che sono avvenute a seguito dell’entrata in operatività dell’Elenco dei soggetti abilitati alla vendita di energia elettrica ai clienti finali (EVE) del Ministero della transizione ecologica.

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