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Giappone Petrolio

Giappone, nove aziende annunciano un’associazione sull’idrogeno

L’associazione punta a sviluppare una filiera dell’idrogeno e riunirà aziende attive in settori diversi: tra queste figurano Toyota e Toshiba

Nove aziende giapponesi, tra cui Toyota e Toshiba, hanno annunciato l’intenzione di formare un’associazione sull’idrogeno all’inizio di dicembre.

CHI SONO I NOVE MEMBRI

Il nome dell’associazione sarà Japan Hydrogen Association, abbreviato in JH2A, e riunirà aziende attive in campi diversi: l’idrogeno viene effettivamente presentato come una fonte capace di decarbonizzare una grande quantità di settori.

Ne faranno parte Iwatani (si occupa di gas di petrolio liquefatto), Kansai Electric Power (energia elettrica), ENEOS (petrolio e derivati), Kawasaki Heavy Industries (metalmeccanica), Kobe Steel (siderurgia) Toyota Motor (casa automobilistica), Toshiba (elettronica), Mitui (trading) e Sumitomo Mitsui (servizi finanziari).

QUALI SONO GLI INTENTI

Le nove compagnie che formano JH2A hanno espresso l’intenzione di collaborare per lo sviluppo di una filiera strategica dell’idrogeno e per stringere alleanze globali con governi e altre aziende.

Dall’associazione ci si aspetta il lancio di iniziative per lo sviluppo del settore dell’idrogeno e per la promozione dell’innovazione tecnologica che possa ridurre i costi di produzione.

Toshiba, ENEOS e Kawasaki Heavy Industries fanno parte di un altro gruppo di aziende giapponesi che ha intenzione di avviare nel 2024 le sperimentazioni per un battello ad idrogeno (pile a combustibile) al porto di Yokohama, sulla baia di Tokyo.

IL MIX ENERGETICO IN GIAPPONE

Il Giappone dipende dalle importazioni di combustibili fossili per la produzione di elettricità. Questa situazione si è aggravata dopo l’incidente avvenuto nella centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, nel 2011: già nel 2012 il nucleare aveva una quota dell’1,7 per cento nel mix energetico giapponese, rispetto al 30 per cento degli anni precedenti.

Nell’anno fiscale 2018 il Giappone si è affidato soprattutto al gas naturale (38 per cento) per la produzione di energia, seguito dal carbone (32 per cento). Il governo vuole ridurre la quota del carbone termico al 26 per cento entro il 2030, alzando invece quella delle fonti rinnovabili dal 17 percento nel 2018 al 22-25 per cento circa nel 2030. Nello stesso periodo di tempo, il nucleare dovrà passare dal 6 per cento al 20-22 per cento.

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