Nel 2015 le Hawaii si erano date l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 nella produzione di energia elettrica entro il 2045
Lo stato delle Hawaii, negli Stati Uniti, aveva stabilito che, a partire dal 2020, almeno il 30 per cento della generazione di energia elettrica dovesse provenire da fonti rinnovabili. Un obiettivo che le società elettriche hanno però già raggiunto, e anche superato.
I DATI DI HAWAIIAN ELECTRIC
Hawaiian Electric, il principale fornitore di elettricità nello stato, ha recentemente fatto sapere che nel 2020 le rinnovabili hanno rappresentato il 34,5 per cento del totale della generazione di energia nelle isole di Maui, Oahu e Hawaii. Rispetto all’anno prima, nel 2020 la produzione rinnovabile è cresciuta del 13 per cento.
Una crescita che è coincisa però con il calo della domanda di energia provocato dalla crisi del coronavirus. Hawaiian Electric sostiene tuttavia che avrebbe raggiunto comunque l’obiettivo del 30 per cento – spingendosi anche oltre, fino al 32 per cento –, anche se i livelli di consumo energetico fossero rimasti gli stessi del periodo pre-pandemia.
LE STIME DI KIUC
Un’altra società elettrica, la Kaua’i Island Utility Cooperative (KIUC) – che opera nell’omonima isola, l’unica delle Hawaii a non essere coperta dai servizi di Hawaiian Electric –, non ha ancora rivelato le cifre per il 2020. Ma il suo portavoce ha detto a Greentech Media che probabilmente il mix energetico dell’azienda è composto da fonti rinnovabili per oltre il 60 per cento. Se il dato dovesse venire confermato, KIUC avrebbe già raggiunto l’obiettivo del 50 per cento di generazione da rinnovabili previsto per il 2023.
GLI OBIETTIVI DELLE HAWAII PER LA DECARBONIZZAZIONE
Già nel 2015 lo stato delle Hawaii si era dato l’obiettivo di azzerare completamente le emissioni di CO2 generate dalla produzione di energia elettrica entro il 2045.
Le aziende del settore hanno fatto progressi più rapidi del previsto verso la decarbonizzazione: Hawaiian Electric è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo statale del 40 per cento di generazione rinnovabile entro il 2040; mentre KIUC l’ha già perfino superato. Ma arrivare al 100 per cento potrebbe non essere semplice. Le Hawaii sono un arcipelago di isole, e la disponibilità di terre su cui installare gli impianti è scarsa.
La diffusione delle rinnovabili nelle Hawaii è stata favorita dagli alti costi di trasporto del carbone e dell’olio combustibile utilizzati nelle centrali elettriche, che hanno reso il solare un’opzione economicamente più conveniente.
IL RUOLO DEI PANNELLI SOLARI SUI TETTI
Circa la metà della produzione rinnovabile di Hawaiian Electric arriva da impianti di privati cittadini connessi alla rete: principalmente pannelli solari installati sui tetti delle case. A seguire c’è l’eolico, poi il solare su larga scala e le biomasse. L’anno scorso il dispiegamento di impianti rinnovabili “residenziali” ha dotato le Hawaii di 65,6 megawatt di nuova capacità, molto più di qualsiasi progetto su larga scala. Oggi il 78 per cento delle nuove installazioni di impianti solari sui tetti prevede anche una batteria per lo stoccaggio.
ACCUMULO ATTRAVERSO POMPAGGIO IDROELETTRICO
KIUC è al lavoro su un progetto per un impianto idroelettrico a pompaggio per l’accumulo energetico, che dovrebbe fornire energia pulita durante la notte. Se il progetto verrà realizzato, KIUC assicura che entro la metà degli anni 2020 l’80 per cento del suo mix energetico sarà costituito da fonti rinnovabili.