L’India vuole promuovere la produzione interna di pannelli solari sia per raggiungere gli obiettivi climatici, sia per ridurre la dipendenza dalla Cina
A partire dal mese di aprile 2022 l’India imporrà dazi del 40 per cento sulle importazioni di moduli solari. La mossa è pensata per ridurre la dipendenza del paese dai fornitori esteri e per rafforzare la produzione nazionale.
DAZI ANCHE SULLE CELLE FOTOVOLTAICHE
La misura, approvata dal ministero delle Finanze, prevede anche dazi del 25 per cento sulle importazioni di celle fotovoltaiche. Al momento non è chiaro per quanto tempo le tariffe resteranno in vigore.
LE TENSIONI GEOPOLITICHE CON LA CINA
Nel 2020 Nuova Delhi aveva già proposto delle tasse sulle importazioni di apparecchi fotovoltaici a seguito dei problemi alle catene di approvvigionamento causati dalla pandemia di coronavirus. La mossa era in realtà motivata anche dagli scontri al confine con la Cina, che fornisce all’India circa l’80 per cento dei moduli solari.
LE VOCI CONTRARIE
Non tutti sono d’accordo con la decisione del governo indiano di imporre dazi sulle importazioni di componentistica solare, temendo un aumento dei costi di produzione per le aziende e dei prezzi dell’energia per i consumatori finali. In alternativa alle tariffe, alcune aziende del settore delle rinnovabili come Amp Energy propongono piuttosto dei sussidi statali ai produttori indiani.
IL PIANO DELL’INDIA PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA
Il piano dell’India per la transizione verso un sistema energetico più pulito prevede l’espansione della capacità rinnovabile, che dovrebbe arrivare a 450 gigawatt entro il 2030. Il contributo dell’energia solare sarà di circa 280 GW. Il governo considera pertanto il rafforzamento dell’industria fotovoltaica nazionale una priorità, non solo per garantirsi il raggiungimento degli obiettivi climatici ma anche per favorire la ripresa economica dalla crisi del coronavirus.
DAZI DEL 14,5% IN SCADENZA
Al momento l’India impone una tassa del 14,5 per cento sulle importazioni di moduli e celle solari da molti paesi, inclusa la Cina. La misura scadrà il prossimo luglio.