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Aramco

L’Ipo di Aramco a rischio dopo gli attacchi a Riad

La valutazione della società potrebbe “risentire in modo pesante delle interruzioni di offerta come quella attuale”. Per questo Riad starebbe valutando un rinvio delle quotazioni.

Gli attacchi avvenuti nel fine settimana alle principali infrastrutture petrolifere dell’Arabia Saudita hanno portato una ventata di preoccupazione per gli investitori, proprio nel momento in cui Riad si apprestava ad accelerare i piani per l’Ipo di Aramco.

VALUTAZIONE DI ARAMCO A RISCHIO CON GLI ATTACCHI. RIAD VALUTA STOP A IPO

Nonostante le attività di livello mondiale e il fatto che l’Arabia Saudita abbia pompato poco meno di 10 milioni di barili prima degli attacchi – più delle quattro principali compagnie petrolifere quotate al mondo messe insieme – analisti finanziari e investitori hanno riferito a Bloomberg che la valutazione della società potrebbe “risentire in modo pesante delle interruzioni di offerta come quella attuale”. Per questo Riad starebbe valutando un rinvio delle quotazioni.

TUTTO RIMANDATO A DOPO LA VALUTAZIONE DEI DANNI E IL RIPRISTINO DELLA PRODUZIONE

oil“Il piano di Aramco, prima degli attentati, era quello di procedere con una Ipo in due fasi, con una prima quotazione sulla borsa locale a novembre e successivamente a livello internazionale – scrive Italia Oggi -. Il colosso saudita dovrebbe procedere con le presentazioni agli analisti e con gli incontri con i banchieri come previsto, ma i funzionari del ministero dell’Energia e i dirigenti di Aramco stanno ora valutando una riprogrammazione dell’Ipo, fino a quando la società non ripristinerà completamente la sua produzione su livelli normali. Riad vuole comunque avere una valutazione chiara e completa dei danni derivanti dall’attacco prima di prendere una decisione sull’Ipo”.

PER ORA ROAD SHOW CONFERMATI MA C’È SCETTICISMO SU UN PROSEGUO DEL COLLOCAMENTO

Per ora, comunque, “gli imminenti ‘road show’ con analisti e investitori e gli incontri tecnici con i banchieri coinvolti appaiono confermati. Ma sono in pochi a credere che il collocamento pubblico iniziale di Saudi Aramco – già rinviato di un paio d’anno rispetto alle ipotesi iniziali – possa avvenire a novembre sul mercato interno e tantomeno essere seguito da una Ipo internazionale già l’anno prossimo – ha riferito il Sole 24 Ore -: le indiscrezioni segnalano discussioni in corso tra i responsabili della politica economica e i top executive di Aramco sull’opportunità di dilazionare la maxi-Ipo fino a quando i livelli produttivi – tanto duramente colpiti dagli attacchi di domenica – siano ricondotti alla normalità”.

IL PIANO DELL’OFFERTA PUBBLICA DI ARAMCO

Il piano iniziale prevedeva che già a novembre avrebbe dovuto esserci un collocamento iniziale sul Tadawul, destinato a rimanere il listino primario, per una quota dell’1%. Un altro 1% sarebbe stato collocato nel 2020, per consentire alla borsa saudita di assorbire il colpo. Infine, l’obiettivo finale, secondo i piani annunciati nel 2016 dal principe ereditario Mohammed bin Salman e mai smentiti, si sarebbe dovuti arrivare a quotare il 5% di Saudi Aramco con lo sbarco su una grande borsa internazionale: New York, Londra, Tokyo o Hong Kong. Secondo Bloomberg l’azienda, nelle intenzioni dei sauditi, dovrebbe raggiungere la valutazione complessiva di 2.000 miliardi di dollari. Tra le banche che in passato hanno lavorato con Aramco per la prevista vendita delle azioni e che pare stiano lavorando anche all’Ipo, ci sono Evercore, Moelis, HSBC, JPMorgan Chase e Morgan Stanley. Insieme a loro anche i sauditi della National Commerce Bank e del Samba Financial Group.

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