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Metano

Metano: Ecco come la Ue dichiara guerra alle perdite in atmosfera

Nella proposta di Bruxelles sul metano mancano tuttavia gli obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni.

Divieto di flaring e di sfogo dei gas di routine. E sanzioni per le perdite nelle infrastrutture. È quanto prevede una proposta della Commissione europea per affrontare le perdite di metano in atmosfera, uno dei gas più dannosi per clima. Ma nella proposta di Bruxelles, anticipata da Euractiv, mancano gli obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni.

IL PERICOLO DEL METANO

Il metano è un potente gas serra che ha più di 80 volte il potenziale di riscaldamento del pianeta dell’anidride carbonica in un periodo di 20 anni nell’atmosfera. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change, le emissioni di metano rappresentano circa la metà dell’aumento netto di 1 grado della temperatura media globale che si è verificato dall’era preindustriale.

IL PACCHETTO GAS DEL 14 DICEMBRE

Finora però, poco è stato fatto sul fronte normativo per ridurre le emissioni di metano, ma la Commissione Europea sembra pronta a cambiare la situazione proponendo un regolamento volto a ridurre le emissioni di metano nell’ambito di un pacchetto legislativo sul gas previsto per il 14 dicembre.

Mentre i rifiuti e l’agricoltura sono i maggiori produttori di metano, l’obiettivo della normativa è ridurre le emissioni nel settore dei combustibili fossili, che sono i più economici e facili da affrontare. Questi includono le emissioni derivanti dall’esplorazione e produzione, trasmissione e distribuzione di petrolio e gas, nonché dalle miniere di carbone, che siano già chiuse o ancora in funzione.

La bozza include il divieto di combustione e sfiato di routine, che rilasciano anidride carbonica e metano nell’atmosfera. Introduce inoltre per i paesi Ue, il monitoraggio delle emissioni di metano e per le aziende l’obbligo di riparare le perdite nelle infrastrutture, come i gasdotti o gli impianti di stoccaggio.

SI VA VERSO LA CREAZIONE DI UN’AUTORITÀ RESPONSABILE DEL MONITORAGGIO

I paesi dell’Ue dovranno poi designare un’autorità responsabile del monitoraggio e dell’applicazione delle nuove regole, anche attraverso ispezioni. Gli operatori del gas dovranno presentare una relazione sulle emissioni di metano a livello di fonte e mettere insieme un programma di rilevamento e riparazione delle perdite per l’approvazione da parte dell’autorità.

Almeno due volte l’anno, gli operatori dovranno effettuare indagini di rilevamento delle perdite e di riparazione. Tutti i componenti che emettono metano oltre una certa soglia – attualmente 500 parti per milione – dovranno essere riparati o sostituiti.

I paesi europei avranno anche il potere di applicare sanzioni per i trasgressori e dovranno adottare “tutte le misure necessarie per garantire che le regole siano attuate”. Le sanzioni devono essere “efficaci, proporzionate e dissuasive” e potrebbero includere sanzioni pecuniarie per danni ambientali e pagamenti periodici fino alla risoluzione dell’infrazione.

NESSUN OBIETTIVO VINCOLANTE

Circa il 60% delle emissioni globali di metano è causato dall’uomo, principalmente dalla produzione di combustibili fossili, dai rifiuti e dall’agricoltura. In Europa, le emissioni di metano devono essere ridotte di un terzo affinché l’Ue possa raggiungere il suo obiettivo climatico 2030: tuttavia all’interno della bozza di provvedimento non è present alcun obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni secondo Euractiv. L’obiettivo citato nella bozza è quello introdotto nell’ambito del Global Methane Pledge, un accordo volontario firmato tra i Paesi al summit sul clima COP26, che mira a ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030 sulla base dei livelli del 2020.

AFFRONTARE LE EMISSIONI AL DI FUORI DELL’UE

Al contrario la bozza di provvedimento prevede che le regole si applichino anche ai combustibili fossili importati, con le società energetiche che saranno tenute a fornire informazioni all’autorità del paese importatore dell’Ue. La Commissione europea istituirà un “database per la trasparenza del metano”, che includerà informazioni come il paese in cui è stato prodotto il combustibile fossile, se ci sono misure normative obbligatorie sul metano in quel paese e se ha firmato l’accordo di Parigi. In questo modo, l’Ue spera di fornire “incentivi a quei paesi per ridurre volontariamente le loro emissioni di metano” o attuare misure vincolanti.

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