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Auto

Motus-E: Governo chiarisca posizione su no ad auto diesel e benzina dal 2035

Secondo l’associazione il paese dovrebbe impegnarsi di più sui fondi per la transizione a favore di imprese e lavoratori del settore auto

“E’ auspicabile che il Governo chiarisca la sua posizione sull’uscita al 2035 dalla produzione di auto a benzina e diesel, così come deliberato pochi giorni fa dal Parlamento europeo. Per questa ragione, abbiamo valutato positivamente l’incontro di ieri al tavolo interministeriale che ha visto la presenza di ben cinque ministri competenti su questo settore. La data del phase out però non ci appassiona più di tanto, siamo preoccupati per la mancanza di una posizione programmatica chiara sui fondi e le risorse per accompagnare la transizione in questo settore, a favore delle imprese e dei lavoratori del settore. Infatti ci chiediamo quali strumenti di supporto alle imprese saranno previsti dal prossimo Dpcm che dovrebbe descrivere le modalità di utilizzo del fondo automotive da quasi 7 miliardi di euro?”. Lo scrive in una nota Motus-E, l’associazione che raggruppa gli stakeholders e gli operatori industriali della filiera della mobilità elettrica, che ha partecipato al tavolo interministeriale che si è svolto ieri al Ministero dello Sviluppo economico, alla presenza dei ministri Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando, Enrico Giovannini, Daniele Franco e Roberto Cingolani.

NON PIU’ PROROGABILE UNA MAPPATURA MULTIFILIERA

“A tal proposito, riteniamo come associazione non più prorogabile una mappatura multifiliera delle imprese impegnate nei settori relativi all’automotive per studiarne gli impatti occupazionali, anche al fine di evitare di ripetere numeri, ad oggi, non verificati sugli impatti occupazionali. Inoltre, sarebbe bene concentrarsi anche sulle potenzialità enormi di sviluppo dell’industria relativa alle infrastrutture di ricarica, da supportare con incentivi fiscali specialmente in ambito privato”, prosegue Motus-E.

CONTROPRODUCENTE PER L’ITALIA APPROFITTARE DELLA CO2 REGULATION

“Infine, sarebbe controproducente per l’Italia non approfittare, come espresso da alcuni ministri nel corso della riunione di ieri, della CO2 Regulation per negoziare condizioni migliori e più favorevoli per il settore sulla transizione, invece di tenere una posizione di retroguardia, spendendo energie per convincere gli altri paesi a ritardare ciò che é inevitabile. Ritardare la transizione è il vero danno che bisogna evitare di fare alla filiera, che si vedrebbe superata dai competitor internazionali”, ha concluso Motus-E.

LA PROPOSTA DELL’ITALIA (E NON SOLO): POSTICIPARE AL 2040 LO STOP AI MOTORI A COMBUSTIONE

L’Italia, insieme a Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia vorrebbero posticipare al 2040 lo stop ai motori a combustione interna e ridurre le emissioni di CO2 del 90% (anziché del 100% come proposto da Commissione europea ed Europarlamento) nel 2035. Il documento che sta circolando in vista della riunione del Consiglio ambiente Ue fissata per martedì 28, vuole in sostanza ottenere modifiche al testo sui veicoli commerciali, i biocarburanti e le produzioni di nicchia come Ferrari e Lamborghini.

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