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Nigeria Raffinazione

La Nigeria ha ancora problemi di raffinazione

La Nigeria è il maggiore produttore di petrolio d’Africa, ma i suoi impianti di raffinazione sono chiusi da oltre un anno. E non è chiaro quando riapriranno

La Nigeria continua ad avere problemi con le sue raffinerie. Il maggiore produttore di petrolio dell’Africa – e anche la più grande economia del continente – si ritrova così in una situazione alquanto ironica, come l’ha definita Bloomberg: esporta grandi volumi di greggio all’estero, e nel contempo importa combustibile dagli stessi clienti che rifornisce della materia prima.

Un anno dopo aver chiuso i propri (antiquati) impianti di raffinazione per stilare un piano di ristrutturazione, la Nigeria ancora non ha valutato i costi né da dove prendere i fondi necessari.

COSA DICE LA NNPC

La compagnia petrolifera nigeriana Nigerian National Petroleum Corporation (NNPC) ha detto di aver ultimato il processo di valutazione nella sua raffineria più grande, ma non nelle altre due strutture. Vista la quantità di tempo trascorsa e gli scarsi risultati raggiunti, gli esperti temono che il decadimento delle raffinerie potrebbe aggravarsi e gli impianti potrebbero non riaprire entro la data prevista.

La Nigeria ha preso più volte l’impegno, nel corso degli anni, di riparare le proprie raffinerie, ma senza successo. Da circa dieci anni l’effettiva capacità di raffinazione della NNPC – ovvero la quantità di greggio che riesce a lavorare – è meno del 20 per cento di quella “teorica” di 445mila barili al giorno.

Nel gennaio di un anno fa la compagnia ha chiuso tutti e tre i suoi impianti per realizzare una valutazione generale sul loro stato, ponendosi l’obiettivo di raggiungere un tasso di operatività del 90 per cento (rispetto alla capacità totale) entro il 2023.

Kennie Obateru, portavoce della NNPC, ha detto a Bloomberg che l’esame della raffineria di Port Harcourt, da 210mila barili al giorno, è stato completato e la compagnia ha indetto una gara d’appalto per i lavori di riparazione. Non ha tuttavia ancora valutato i costi.

Obateru ha aggiunto che entro la fine del 2021 verrà completata la valutazione dell’impianto di Warri (125mila barili al giorno); dopodiché inizierà l’esame dell’ultima struttura, la raffineria di Kaduma (110mila barili al giorno).

I DUBBI DEGLI ANALISTI

Gli analisti sono però scettici sul fatto che tutto questo lavoro potrà essere ultimato entro il 2023. Alan Gelder, analista presso la società di consulenza Wood Mackenzie, ha detto a Bloomberg di temere che nessuno abbia compreso davvero quali siano i problemi tecnici delle raffinerie di NNPC ed esiste pertanto il rischio che, con il passare del tempo, gli impianti si logorino ancora di più.

NNPC però ha riconfermato il target fissato, sostenendo che non esistano ragioni per credere che le tre raffinerie non possano essere riportate alla piena operatività.

RAFFINERIE PRIVATE E MODULARI

Intanto, per il 2023 è previsto anche l’inizio delle attività nella raffineria da 650mila barili al giorno, la cui costruzione è finanziata dal magnate nigeriano Aliko Dangote, la persona più ricca di tutto il continente africano.

Per potenziare la capacità di raffinazione nazionale, il governo nigeriano sta anche puntando sulle raffinerie modulari, più piccole e meno costose da realizzare. Con l’obiettivo che, entro il 2025, questi impianti possano soddisfare almeno il 10 per cento della domanda di combustibile del paese.

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