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Gnl

Perché i Big dell’energia continueranno a dominare il settore Gnl

Grazie alle loro dimensioni, obiettivi e flessibilità questi player sono meglio posizionati per servire i compratori dei mercati emergenti con esigenze complesse

 

I giganti del settore energetico sono destinati a far sentire il loro peso anche nei mercati del Gas naturale liquefatto (Gnl). Ne è convinta Bloomberg che sottolinea come siano lì a dimostrarlo le numerose operazioni effettuate dai colossi del settore. Total, ad esempio, ha di recente stipulato un accordo miliardario con Engie per l’acquisto di asset Gnl mentre lo scorso anno era stata Royal Dutch Shell ad acquisire group. Anche per la società di consulenza Wood Mackenzie queste intese sono la prova che le maggiori aziende energetiche, quelle che di fatto hanno accesso a grandi volumi di forniture diversificate, continueranno a dominare, nonostante si stiano espandendo player del settore come Glencore Plc e Trafigura Group Pte.

Il mercato Gnl destinato a raddoppiare entro il 2040. Paesi emergenti in prima linea

GNLIl mercato nel complesso vale 90 miliardi di dollari ma è destinato a raddoppiare entro il 2040, sostenuto dall’impennata della domanda di paesi che vanno dal Pakistan alla Cina per i quali il gas è necessario a generare energia evitando di bruciare carbone, molto più inquinante. In questo quadro il vantaggio più grande delle aziende energetiche integrate è il fatto di possedere l’intera catena di valore che va dai giacimenti di estrazione del gas ai terminali di raffreddamento, fino alle navi che attraversano gli oceani per il trasporto del combustibile. “Grazie alle loro dimensioni, obiettivi e flessibilità” questi player sono “meglio posizionati per servire i compratori dei mercati emergenti con esigenze complesse”, ha dichiarato Frank Harris, vice presidente del settore consulenza Gnl di Wood Mackenzie a Bloomberg.

Non è tutto oro quello che luccica

Il settore, tuttavia, presenta anche dei problemi che risultano maggiormente evidenti per le aziende di dimensioni più contenute. Per esempio, da quando è stato siglato l’accordo tra Shell e Bg i prezzi del carburante in Giappone, che rappresenta il principale consumatore mondiale di combustibile blu dopo i fatti di Fukushima, sono scesi al livello più basso dal 2005 con valori addirittura dimezzati rispetto al picco del 2012. Secondo gli analisti queste condizioni potrebbero protrarsi almeno fino all’inizio del prossimo decennio. Proprio per questo motivo, alcune aziende hanno deciso di correre ai ripari: una su tutte è proprio Engie che sta gradatamente uscendo dal Gnl per ridurre la propria esposizione rispetto alle oscillazioni dei prezzi delle materie prime, concentrandosi sulle attività a valle nel settore del gas, sui servizi di efficienza energetica e sulle energie rinnovabili. “Shell ha acquisito BG in un momento in cui i prezzi di mercato erano molto elevati – ha spiegato Philippe Sauquet, responsabile del settore del gas, delle energie rinnovabili e dell’energia elettrica di Total a Bloomberg -. Vogliamo cogliere l’opportunità di crescere in un momento in cui i prezzi sono bassi. Questo è il momento giusto per noi”.

Dopo Giappone, Corea del Sud e Cina i player guardano ad altri mercati in Asia e Medio Oriente

Mentre Giappone, Corea del Sud e Cina rimarranno i maggiori acquirenti, i fornitori si stanno rivolgendo a nuovi mercati in Asia e Medio Oriente. La domanda combinata dai paesi emergenti aumenterà fino a 61 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030 rispetto alle circa 3,2 milioni di tonnellate dell’anno scorso, ovvero circa il 12% del mercato globale, secondo Bloomberg New Energy Finance. “Tutti gli occhi puntano ora sugli operatori emergenti, tutti i trader guardano a nuovi mercati che possono essere aperti – ha dichiarato sempre a Bloomberg Jean-Christian Heintz, che da nove anni opera nel settore Gnl e ha fondato Wideangle LNG, una società di consulenza con sede a Lugano, in Svizzera -. Il grande vantaggio di Total è la sua posizione upstream nei settori petrolio e gas”. Proprio la natura di capitale ad alta intensità del Gnl evidenzia come le società petrolifere internazionali e nazionali non potranno che dominare perché probabilmente avranno vita più facile nel reperire i finanziamenti multi-miliardari necessari per i progetti rispetto a quanto potranno fare le trading house, ha sottolineato Claudio Steuer, direttore della società di consulenza SyEnergy Ltd. Con gli asset di Engie e la strategia di crescita già delineata, ad esempio, Total potrebbe addirittura raddoppiare la produzione, quadruplicando i volumi di trading, controllando fino al 10% del mercato entro il 2020. Total erediterà, inoltre, alcune delle forniture Gnl di Engie negli Stati Uniti che presentano “flessibilità come ad esempio quelle relativa alla consegna”, ha suggerito in una nota l’analista di Bnef Maggie Kuang. Con oltre il 70 per cento dei volumi non contrattuali, vendere in un mercato con un eccesso di offerta può essere una sfida. L’azienda francese avrà, invece, un impatto maggiore sui mercati spot in espansione, dove i carichi sono scambiati con contratti a breve termine piuttosto che bloccati in contratti decennali, ha detto Kuang.

La storia del Gnl comincia 50 anni fa

Il commercio di Gnl è iniziato poco più di cinquant’ anni fa, quando il predecessore di Engie, Gaz de France, inaugurò una serie di accordi per trasportare il carburante dall’Algeria attraverso il Mediterraneo. Da allora l’intera questione è diventata molto più complessa e non si tratta più solo di spostare carichi da un punto a un altro. Gli operatori commerciali stanno costantemente spedendo carichi da un Continente all’altro. Ed è qui che entrano in gioco le commodities houses. Gunvor Group Ltd, tanto per citarne una, si espanderà acquistando tutte le forniture da un progetto al largo della Guinea Equatoriale. Trafigura prevede di costruire un secondo terminale di importazione in Pakistan. Glencore ha annunciato il mese scorso di essere disposta a investire dopo essere entrata nel mercato quattro anni fa. Il moderno trading di Gnl porta i carichi a poter essere acquistati più volte prima di raggiungere il cliente finale. Ma Total non ha paura di aumentare la concorrenza. “Nel trading petrolifero, siamo uno dei principali attori, e non abbiamo nulla da invidiare nemmeno a Trafigura, Glencore o altri che oggi sono interessati al trading di Gnl – ha ammesso Sauquet -. Siamo nel trading Gnl da almeno 10 anni, quindi non temiamo la concorrenza”.

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