Advertisement Skip to content
Petrolio

Quale direzione prenderanno i prezzi del petrolio nel 2023?

La recessione potrebbe raffreddare i prezzi ma c’è ancora incertezza tra gli analisti su possibili rialzi o ribassi del petrolio

Se il 2022 sarà ricordato per previsioni sui prezzi del petrolio costantemente al rialzo, a volte con ipotesi di benchmark oltre i 100 dollari al barile, con l’avvicinarsi del nuovo anno le stime si fanno sempre più prudenti.

PER GOLDMAN SACHS DETERMINANTE LA CINA

Per fare un esempio Goldman Sachs, questa settimana, ha dichiarato in una nota che prevede che la previsione di base per il 2023 è al momento per un Brent a 110 dollari al barile, quotazione che potrebbe salire a 125 dollari al barile se la Cina dovesse porre fine alle restrizioni sul Covid.

MORGAN STANLEY VEDE RIALZI NEI PREZZI PETROLIFERI

Morgan Stanley, dal canto suo, prevede invece che i mercati emergenti si riprenderanno il prossimo anno, citando la politica pro-crescita della Cina, il picco del dollaro USA come valuta internazionale per eccellenza e il cambiamento in corso nelle relazioni commerciali internazionali.

Un mondo emergente in ripresa significherebbe una maggiore domanda di petrolio perché sono i paesi in via di sviluppo i maggiori motori di crescita per il mercato petrolifero, guidati dalla Cina e, al primo posto, dall’India.

FITCH SOLUTIONS PREVEDE DEI CALI

A lungo termine, tuttavia, le cose sembrano cambiare, almeno secondo Fitch Solutions. La società ha dichiarato in un rapporto condiviso con Rigzone che prevede che i prezzi del petrolio scenderanno da 102 quest’anno a 95 dollari nel 2023 e a 85 dollari nel 2026.

La ragione di questa aspettativa sul calo del prezzo del petrolio nei prossimi tre anni è il contesto macroeconomico che da mesi sta lanciando segnali di recessione in molte parti del mondo. In questa previsione, Fitch è tutt’altro che solo. Molti analisti si aspettano una recessione, anche se non tutti sono d’accordo sulla direzione che prenderanno i prezzi del petrolio.

L’OPEC PREVEDE UNA CONTRAZIONE DELLA DOMANDA DI GREGGIO

L’Opec, ad esempio, ha tagliato le previsioni per la domanda di petrolio, contrariamente a quanto accadeva a inizio anno. Nell’ultimo rapporto mensile sul mercato petrolifero, l’organizzazione ha affermato che i fattori economici che influenzano i prezzi del petrolio sono stati distorti al ribasso e ha rivisto le previsioni di crescita della domanda di 100.000 barili al giorno.

Cosa succederà nei prossimi mesi al mercato del petrolio. Report Opec

RECESSIONE EVIDENTE IN EUROPA

La recessione potrebbe essere evidente soprattutto in Europa. “La fiducia dei consumatori è precipitata così tanto che la recessione probabilmente non sarà superficiale”, ha detto alla CNBC il capo economista di Berenberg, Holger Schmieding, nel contesto delle prospettive economiche per l’Unione europea.

La crescita dell’economia dell’area dell’euro dovrebbe contrarsi dallo 0,8 per cento del secondo trimestre allo 0,2 per cento del terzo. Ma gli economisti sembrano avere i loro dubbi sul prossimo anno, quando l’UE dovrà affrontare la sfida di ricaricare i propri impianti di stoccaggio del gas, ma questa volta senza il flusso di petrolio russo ricevuto durante la prima metà di quest’anno.

Una recessione è un modo infallibile per abbassare i prezzi del petrolio, come ha notato John Kemp di Reuters in un editoriale di inizio novembre. La domanda d’ora in poi, quindi, è quanto queste economie rallenteranno. Più rallentano, maggiore sarà la distruzione della domanda di petrolio e, di conseguenza, maggiore sarà l’effetto sui prezzi internazionali.

 

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su