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Quali sono le contromisure del governo per arginare i rincari del gas

Ieri dei 286 milioni di metri cubi richiesti dal mercato italiano, complice anche il clima insolitamente mite, secondo i flussi monitorati da Snam, ben 63 milioni di metri cubi di gas sono arrivati dall’Algeria

Salgono alle stelle i prezzi di petrolio e gas complice anche il conflitto in corso tra Russia e Ucraina. A rischio è la ripresa economica ma anche le tasche dei cittadini di tutta Europa. Ogni paese sta cercando le giuste contromisure per mettere al riparo il proprio sistema economico da problemi. Nel lungo termine, come hanno segnalato alcuni leader europei come il primo ministro britannico Boris Johnson, il presidente francese Emanuel Macron e l’alto rappresentate europeo per la politica estera, Josep Borrell, in un’intervista a El Pais di ieri, l’obiettivo è quello di allentare la dipendenza dal petrolio e dal gas russi. Ma per il momento gli interventi devono per forza di cose, essere di un altro tenore.

LE CONTROMISURE AL VAGLIO DEL GOVERNO

Secondo Il Sole 24 Ore, “le possibili contromisure del governo sono già sul tavolo. Pronte a essere attivate”. “I contorni li ha anticipati due giorni fa, lo stesso Cingolani alla Camera in un’informativa urgente, supportato dal monitoraggio costante condotto dal comitato tecnico di emergenza gas”.

“In primis le misure di flessibilità dei consumi. Tradotto: la possibilità di staccare, senza preavviso e a fronte di una precisa remunerazione, pochi clienti industriali e di ripetere lo stesso intervento con una fetta più larga che cuba 40 milioni di metri cubi di gas al giorno”, si legge sul quotidiano degli industriali che aggiunge: “Si potrebbero recuperare ottimisticamente poco meno di 10 milioni di metri cubi al giorno ai quali se ne aggiungono altri 5-10 milioni di mc giornalieri massimizzando al produzione di energia elettrica da fonti non gas (…) (e questo vorrebbe dire riaccenere impianti già spenti a olio o a carbone)”. A questo intervento si aggiunto “la massimizzazione dell’import elettrico dall’estero” che però “dovrebbe fare i cointi con la disponibilità dei singoli paesi” al pari della “massimizzazione dei flussi dei gasdotti da Sud (Transmed da Algeria e Tunisia e Greenstream da Libia)”. Mentre sul Tap “il pieno utilizzo della massima capacità (10 miliardi di metri cubi l’anno) è nei piani e arriverà tra quest’anno e l’inizio del 2023”. Infine Gnl, contenimento dei consumi, stoccaggi e riserve strategiche.

TABARELLI INVOCA PIU’ CARBONE E IDROELETTRICO

Per il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli le contromisure da adottare nell’immediato riguardano l’aumento della produzione del gas domestico e “utilizzare da subito più carbone”, ha detto a Il Tempo. “E in prospettiva pensare anche a costruire delle centrali con le dighe, con l’idroelettrico”.

Per il momento non c’è nulla da temere visto che i russi hanno mantenuto le promesse di non interrompere le forniture. E così ieri al Tarvisio sono arrivati regolarmente dalla Russia 42 mln di metri cubi di gas secondo i dati Snam. Poco rispetto alle altre fornitre.

DA AZERBAIGIAN E ALGERIA IERI QUASI IL DOPPIO DEL GAS RUSSO

Per Mf-Milano Finanza “dei 286 milioni di metri cubi richiesti dal mercato italiano, complice anche il clima insolitamente mite, secondo i flussi monitorati da Snam, ben 63 milioni sono arrivati dall’Algeria” mentre il gas naturale liquefatto “ha raggiunto l’ammontare di 41 milioni di metri cubi. Di peso anche il contributo del Tap con 27 milioni di metri cubi (…) Sommando gas azero e gas algerino si arriva a 90 milioni di metri cubi, il doppio delle forniture russe registrate ieri”. A cui si aggiungono “73 milioni di metri cubi dagli stoccaggi, attualmente con tasso di riempimento del 40%, 7 dalla Libia, 22 dal Nord Europa e 8 dai giacimenti nazionali”. “Sembra, insomma, di vedere quasi un anticipo del piano di emergenza nazionale”, ha chiosato Mf.

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