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Russia Idrogeno

La Russia chiede più cooperazione con l’OPEC sul gas

Non è la prima volta che la Russia propone una “OPEC del gas” per bilanciare il mercato. La transizione energetica e il GNL minacciano i ricavi del paese

Durante il suo intervento al Dialogo sull’energia OPEC-Russia, ieri, il ministro dell’Energia russo Alexander Novak ha detto che per la Russia e i membri dell’OPEC (l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) è importante rafforzare la collaborazione anche sul settore del gas naturale.

PIÙ COOPERAZIONE TRA OPEC E GECF

Novak, più nello specifico, ha dichiarato che si potrebbe intensificare la cooperazione tra l’OPEC e il GECF, il Forum dei paesi esportatori di gas, nato nel 2001 e che conta 11 membri: tra questi c’è anche la Russia, che dal gennaio 2018 ne guida peraltro la segreteria generale.

Il GECF controlla circa il 70 per cento delle riserve certe di gas e oltre il 45% della produzione.

Mosca non fa invece parte dell’OPEC, anche se da anni vi collabora a stretto contatto: è infatti uno dei due leader – assieme all’Arabia Saudita – dell’OPEC+, l’alleanza che riunisce i paesi dell’OPEC e altri importanti produttori di petrolio. Il gruppo si riunirà dal 30 novembre al 1° dicembre per decidere quali misure intraprendere per stabilizzare il mercato petrolifero, dopo che le seconde ondate di contagi da coronavirus e i nuovi lockdown hanno causato un altro calo della domanda.

NON È UN’IDEA NUOVA

La proposta della Russia non è affatto nuova. Come aveva ricordato Sissi Bellomo sul Sole 24 ORE, già il mese scorso sempre Novak aveva rilanciato la proposta di una sorta di “OPEC del gas” «che consenta ai grandi produttori di coordinarsi per tagliare l’offerta e sostenere i prezzi».

Come per il petrolio, la transizione energetica verso le fonti rinnovabili ha reso incerte anche le prospettive future del gas naturale. Fino a poco fa veniva indicato come una risorsa chiave in questa fase di allontanamento dai fossili nella veste di “compagno” al fianco delle rinnovabili. E invece, complice il forte calo dei prezzi del fotovoltaico, sembra che non sarà più così necessario. L’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) stima che la domanda europea di gas calerà dell’8 per cento entro il 2030: un danno per la Russia, che ha proprio nell’Unione il suo principale mercato.

Le previsioni del GECF sono più ottimiste, scrive Bellomo. Ma sostengono comunque che la domanda mondiale di gas non tornerà ai livelli pre-pandemia prima del 2022; la condizione di sovrabbondanza dell’offerta, poi, continuerà ad essere aggravata dallo sviluppo del gas naturale liquefatto (GNL). Data la situazione, Novak ritiene che vi sia necessità di un «meccanismo» che permetta di bilanciare efficacemente il mercato.

Non è detto che si realizzi, ma l’idea di un “cartello del gas” oggi non sembra più impossibile come un tempo. Bellomo scrive ad esempio che «l’indicizzazione dei prezzi al petrolio – che rendeva il mercato del gas meno reattivo alle dinamiche di domanda e offerta – non è più dominante».

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