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Sorgenia

Sorgenia, ma davvero F2i si sta sfilando?

F2i, il fondo infrastrutturale italiano, si è ritirato dalla corsa per Sorgenia. In lizza rimangono interessatissime Iren e A2A

Cominciano a sfilarsi i pretendenti per Sorgenia in vista della volata finale per la vendita della società energetica fondata dal gruppo De Benedetti? Fino a qualche giorno fa tra gli interessati potevano contarsi aziende del calibro di A2A, Iren e F2i, il fondo infrastrutturale italiano, già operatore primario nelle energie rinnovabili e nelle reti di distribuzione gas. Ma pare che quest’ultimo, secondo quanto risulta a Il Messaggero, si sia ritirato dalla corsa.

F2I FUORI DALLA CORSA

“Ambienti bancari riferiscono che il principale fondo infrastrutturale italiano abbia deciso di ritirarsi dalla procedura che dovrebbe svolgersi a dicembre” di vendita di Sorgenia “tuttora carica di 800 milioni di debiti e della quale sono azioniste le stesse banche creditrici (tra cui Mps con il 23%, Bpm con il 22%, Ubi con il 19%, Unicredit e Intesa ciascuna con il 10%)”, scrive il quotidiano romano.

MA DAVVERO F2I SI È RITIRATA DALLA CORSA?

Secondo alcuni rumors raccolti da energiaoltre.it, tuttavia, F2i potrebbe non aver fatto un vero e proprio passo indietro. La mossa del Fondo italiano potrebbe configurarsi, secondo i ben informati, come “una tattica”. F2i d’altronde è un fondo, non un’industria energetica di settore, e il suo interesse potrebbe essere quello di sedersi al tavolo di Sorgenia in compagnia di un altro partner industriale. Il valore di Sorgenia risiederebbe, infatti, nell’avere centrali nuove ed efficienti, nei 350 mila clienti con un rischio di credito molto basso, e di essersi trasformata nel corso del tempo, in una vera e propria digital energy company”.

IREN TRA LE PRETENDENTI ALLA MANO DI SORGENIA

“Con il defilarsi di F2i, che mirava a integrare fonti rinnovabili con le centrali a ciclo combinato di Sorgenia volendo creare un gruppo votato alla transizione energetica italiana, le attese delle banche sono ora puntate sulle mosse di Iren, il cui ad Massimiliano Bianco nell’ultima conference call con gli analisti ha ribadito la determinazione ad aggiudicarsi Sorgenia, non escludendo però di avere interesse soprattutto per alcune singole parti della società”, spiega il Messaggero.

I SINDACI DI TORINO, GENOVA E REGGIO EMILIA SOSTENGONO L’OPERAZIONE

Iren è molto interessata a Sorgenia, così come a Cva (Compagnia valdostana delle acque), impegnata nel settore della produzione di energia elettrica da fonti idriche. Come evidenzia Start Magazine “venerdì scorso i sindaci di Torino (Chiara Appendino, M5S), Genova (Marco Bucci, centrodestra) e Reggio Emilia (Luca Vecchi, Pd) hanno sostenuto l’operazione in una nota”.

SERVONO AGGIUSTAMENTI AL PIANO INDUSTRIALE

Per essere della partita però, Iren dovrebbe effettuare “non pochi aggiustamenti sul piano industriale presentato al mercato a fine ottobre, che prevede investimenti per oltre 3 miliardi nei servizi in Liguria, Piemonte ed Emilia, mantenendo un dividendo crescente per i soci (i comuni di Genova, Torino, Reggio Emilia e Parma) e un indebitamento costante: l’aggiunta di un impegno da 1 miliardo renderebbe almeno uno dei tre obiettivi del piano industriale da riformulare”, ammette il quotidiano romano.

I PROBLEMI PER L’ACQUISIZIONE DA PARTE DI IREN

Non solo. Negli ambienti politici e finanziari dei comuni interessati circola un report di una società di consulenza che ha analizzato “pro” e “contro” dell’operazione. “Nel documento, tra l’altro, si sottolineano aspetti tutt’altro che favorevoli. In primis, l’acquisizione di Sorgenia, da parte di Iren, comporterebbe una significativa riduzione della capacità finanziaria, è scritto – prosegue Start Magazine -. La multiutility, infatti, dovrebbe accollarsi ‘l’ingente – si legge nel report – indebitamento di Sorgenia (quasi 800 milioni)’, per non parlare anche del necessario ‘esborso per l’acquisizione del capitale’. Gli analisti spiegano, inoltre, che in ballo c’è l’equilibrio di bilancio di Iren. Nel report si parla di sforamento sin da subito del limite del rapporto tra indebitamento e EBITDA” che “potrebbero mettere a rischio gli investimenti previsti da Iren in Piemonte, Liguria e Emilia”.

ANCHE A2A È DELLA PARTITA

“L’altro soggetto che ha interesse per Sorgenia è A2a, la municipalizzata di Milano e Brescia che parteciperebbe all’offerta in cordata con il gruppo ceco Eph, per il quale la partecipazione in Sorgenia sarebbe un ulteriore incursione nel mercato italiano, dove ha già comprato le centrali di biomasse di Fusine (Sondrio) dopo aver acquistato due centrali in Calabria. Più defilata la posizione di Acea, di cui si era ventilato un interesse”, conclude Il Messaggero.

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